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gente che ti parla alle spalle

io ero lì che salivo sui monti con polli, che ho scoperto che andare su per i monti è una cosa che mi piace che uno mentre cammina anche se è in compagnia può star solo, pensare delle cose. che uno andare su in montagna, l’aria si rarefà, l’umanità si rarefà, il pensiero s’approfondisce.
io ero lì che salivo, pensavo quanto sia futile salire in montagna, portarsi dei libri, che le altre volte che me li ero portati, poi eran rimasti lì, nello zaino, inusati.
poi eravam saliti, siam saliti tanto fino a duemilaquattrocento metri, che si sprofondava nella neve fino al cavallo dei pantaloni, ci siam messi su una rocca, ci siam seduti, abbiam mangiato, poi mentre che eravamo lì, m’è venuto in mente che io avrei volentieri letto una storiella a polli, ad alta voce. polli, m’ha detto di sì.
ero lì che leggevo, sento un rumore. continuo a leggere, vedo con la coda degli occhi uno stambecco, uno stambecco maschio, con lunghe corna, che s’avvicina. continuo a leggere, che lui si faccia i fatti suoi, vedendo che non siamo aggressivi, ci facciamo i fatti nostri. sento una voce, un po’ nasale, un po’ belata, un po’ come quella di eros ramazzotti col naso tappato, che dice Piero, piero, vieni qua, che c’è uno che legge quella storia di Marradi, di melegari e di Dino Campana, e l’altro Quella di Sibilla Aleramo, che in realtà si chiamava Rina Faccio? Eh quella, quella, gli dice il primo. Ma l’abbiamo già sentita un fracco di volte, fa l’altro Ma questo tipo legge quasi bene come giorgio A allora vengo. sento una terza voce, più acuta delle altre due, che dice Sbaglio o avete detto Marradi, che io ho conosciuto una capretta di Marradi che ci trovavamo e io la incapreStai zitto, gli risponde l’altro. e intanto io continuo a leggere, e sento le voci che discutono, se ne aggiungono delle altre, alcune che parlano di come leggo, con delle opinioni contrastanti, alcune che aggiungono aneddoti sulla vita del poeta Dino Campana, e un’ultima che parla delle sue conquiste sessuali. poi finisco di leggere, mi giro indietro, non c’era più nessuno.

nota: il racconto di cui si parla è tratto da Vite brevi di idioti, di Ermanno Cavazzoni.

aggiornamento: psst: ce n’è una versione online qui!

5 Comments

  1. milomelaleggi?

    be’ se vai in montagna a leggere agli stambecchi quella storia che mi avevi consigliato di leggere, be’ allora potresti venire a leggerla anche a me, che almeno dove sto io non c’è la neve che arriva al cavallo dei pantaloni…

  2. milo

    …bello cmq questo idillio montano-letterario 🙂

  3. eiochemipensavo

    io la leggevo a polli, che poi abbia avuto spettatori inattesi, questo è stato, appunto, inatteso… 😉

  4. Effe

    il numero 4 di sacripante! è ora online anche grazie al tuo contributo.
    Che il mondo lo sappia.
    Saluti.

  5. eiochemipensavo

    grazie effe! lo annuncio subito!

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