C’era un libro rilegato, l’altra sera, in un circolo dove c’era un mio amico che metteva dei dischi, c’era questo libro rilegato, una raccolta di un settimanale musicale del 1966, si chiamava Giovan.
Era bellissimo da guardare, c’erano i Condors, i Ribelli, i Beatles, Gianni Morandi; c’era un cantautore che, diceva l’articolo, aveva rinunciato a una brillante carriera per fare il cantautore, ma io non l’avevo mai sentito, poverino.
C’erano le lettere dei lettori, dove si parlava di sesso e amore, c’era una lettera di una lettrice che diceva che aveva sentito che i capelloni volevano solo quello, diceva Spero che tu abbia capito, e il redattore rispondeva dicendo che le conveniva andare coi ragazzi coi capelli normali; c’era la rubrica fissa di Rita Pavone, che aveva come sottotitolo Rita Pavone ci racconta come ha trascorso la settimana, vendevano le magliette yé-yé, le collane yé-yé, faceva un effetto strano, come se i cervelli da allora a oggi si fossero spostati da una parte, noi guardavamo quella rivista con lo stesso spirito di quando guardiamo su youtube i filmati della televisione giapponese; ci sembrava, mi sembrava, come se i cervelli, a una certa distanza nello spazio e nel tempo, si spostassero da una parte, e che le cose che vedi che provengono da una certa distanza nello spazio e nel tempo ti appaiano spostate, e non si capisce se son loro che son spostate, o è il tuo cervello che si è spostato da una parte.
Premesso che io dico sempre che sarebbe stato bello vivere negli anni 60-70…a guardare le imamgini e i dischi e le foto, a me sembra che tutto fosse cosi spontaneo, così vero. Siamo noi che ci siamo spostati, se ho capito bene cosa volevi dire
opperbacco, wikip… no, wyki… wyky…wiky… oh, insomma li, dice che ha fatto anche un ciddì, ma non so chi lo comprerebbe col titolo “il meglio, pietà”.
Oh si! Che già allora mi pareva un nome un po’ del piffero… Non che abbia fatto molto: magari se non rinunciava alla brillante carriera era meglio
si, forse siamo noi che ci siamo spostati. e forse si viveva anche meglio, allora. ma forse, fra 20 anni, le generazioni future diranno le stesse cose guardando le nostre foto, no? tutto quello che non abbiamo vissuto, e che possiamo solo immaginare e ricreare con la nostra fantasia, sembra sempre più bello di quello che invece possiamo toccare con mano.
Epperò quelli erano anni di grande fermento! Era la prima volta che i media davano spazio agli adolescenti. Che adesso pare una cosa normale, ma bisogna pensare che fino ad allora nessuno li aveva mai considerati.
E da quel momento tutto si è spostato da una parte: da quella dei “ggiovani”
Preservame Atù, Atù…
Avevo chiesto Peppino Di Capri, non me l’hanno dato.
Avevo chiesto Vasso Ovale, non me l’hanno dato.
Ho trovato sulla piazza…
eccetera
A me non mi sono mai piaciuti, che erano solo dei maleducati che facevano i furbi, secondo me.
quando ero giovane giovane in casa mia facevo le cene e si mettevano i dischi anni 80, come un sacco di gente, non che fosse particolarmente originale. il primo che mettevo era sempre il 45 giri di maledetta primavera e poi a seguire phisical di olivianewtonjohn e poi last christmas degli wham! e poi velo risparmio. ma quello che volevo dire è che mi hanno chiesto di rimetterli in un locale questa volta. avrei detto che fosse il mio cervello ad essersi spostato, ma forse sono le cose che ci seguono.
Nel 66 ero troppo piccolo per ricordare. Però so che non avevamo la tv (arrivò nel 68) e a casa mia non c’era nemmeno la radio perchè mamma non l’ha mai ascoltata in vita sua e papà aveva troppo da lavorare per ascoltarla. Poi alla sera preferiva chiacchierare con mamma oppure si andava dai nonni o si giocava a carte. Tutta questa gente che dici tu, non li rimpiango affatto. Caso mai rimpiango quei tempi là.
ci deve avere le orecchie che gli fischiano!
grazie a ignazio59 hip hip hurrà