un blog che parla di niente

Avevo un amico

Avevo un Amico. Era un cane. Si chiamava Amico. Era un cane. Lui mi chiamava amico. Io lo chiamavo amico. Eravamo amici, io e Amico, il cane.

Da piccolo avevo paura dei cani. E’ per il fatto che una volta avevo aperto una porta di un giardino rinchiuso da mura credendo di trovarci una zia, e ci avevo trovato un cane. Un cane grandissimo. Un cane che appena avevo aperto la porta si era erto sulle gambe posteriori e mi aveva assalito, e quel cane, ritto sulle gambe posteriori, era ben più alto di me, di me da piccolo. Adesso, a pensarci, fa un po’ ridere. Quel cane era un Collie. Come Lassie. Cosa c’è di più mansueto, nell’immaginario popolare, di Lassie, dei Collie. Niente. Persino Rintintin, che è un pastore tedesco, appare più selvatico, più selvaggio, meno mansueto di Lassie. Mica facile, immaginarsi qualcosa di più mansueto di Lassie. Eppure quell’aprire quella porta, quell’aprire quella porta e ritrovarsi davanti un cane ritto sulle gambe posteriori; quell’aprire quella porta, quel trovarmi davanti a me quel cane gigantesco, così come mi era apparso allora, ritto sulle gambe posteriori, quel cane che abbaiava rabbioso, o così m’era sembrato, mi aveva sempre lasciato una gran paura dei cani.

Sempre avuto paura, io, dei cani. Anche quando i miei avevano pensato, per farmi del bene, di prenderne uno, di cane. O forse no, forse non ci avevano pensato, forse era semplicemente capitato. Il primo era stato Birba, credo lo avessimo trovato randagio in giro per il paese, e lo avessimo adottato. Poi c’era stato Pippo, che ce l’aveva dato il signor Pio, un signore del paese che aveva una cagna che aveva fatto i cagnetti, e poi c’era stata Nutella, la cagnetta nera che mi ha tenuto compagnia per tutta l’adolescenza. Tutti cani piccoli, bastardini. Bastardini, così come si chiamano i cagnetti di dubbi genitori di dubbia razza. Che parola cattiva, Bastardini. Birba era morta perché era scappata sotto la siepe, mi ricordo, ed era finita in strada, schiacciata sotto un camion. Pippo era morto di gastro-enterite, aveva detto il veterinario. Stava bene, poi un giorno non lo trovavamo più, era andato a nascondersi sotto la siepe, stava male, digrignava i denti se ci avvicinavamo, Pippo, in quei giorni che stava male. Poi era arrivato il veterinario e gli aveva fatto l’iniezione. Di quelle iniezioni che non stai bene dopo che te le hanno fatte. Di quelle iniezioni che dopo che te le hanno fatte ti spegni. Le usano anche in America, ho sentito.

Dopo c’era stata Nutella, e con Nutella ho passato tutta la mia adolescenza. Nutella, un giorno, a spasso con mia mamma, era stata aggredita da un pastore tedesco uscito improvvisamente da un cancello. Io ero a casa, mi aveva chiamato mia mamma, mi aveva detto vieni subito con una scatola, una coperta, mi hanno ucciso Nutella. Nutella non era morta, ma era stata azzannata al collo da quel pastore tedesco. Io ero andato in macchina, con la scatola, avevo preso Nutella ed ero corso subito a Cuneo dal veterinario, e mi ricordo, quei momenti, che tremavo tutto, andando su a Cuneo in macchina. e mi ricordo che, andando dal veterinario, in Corso Dante una macchina era uscita senza fare lo stop, e io avevo dovuto inchiodare, e la scatola con Nutella era caduta giù dal sedile, e se lo ricordo, mi fa male ancora adesso.

Poi c’era stato amico. Amico non era il mio cane. Non si chiamava neanche amico. Aveva un nome lungo, aveva due o tre nomi, patronimico e pedigree. Amico era un cagnetto che aveva il papà della mia ragazza di allora. Ci eravamo appena messi insieme. Lui era nato da quindici giorni, e non mangiava, stava male, era rachitico, lo avevano riempito di medicine, era tutto gonfio e non mangiava, gli si era aperta la schiena, esponendo la carne viva. Saranno stati undici anni fa. Bisognava stargli vicino tutto il tempo, e io e la mia ragazza di allora, gli stavamo tanto vicino, anche se sapevamo che non sarebbe durato. Si capisce subito, in quei casi lì, che non dura. Si sa, che a un certo punto bisogna chiamare il veterinario che gli fa l’iniezione, di quelle che fanno anche in America, e finisce lì. Poi s’era ripreso, amico, e aveva cominciato a mangiare, e aveva cominciato anche a giocare. Abitava nel garage, amico. Amico nel frattempo era diventato un dobermann di quaranta chili, grosso e nero, e io, di amico, non avevo paura, amico era un dobermann di quaranta chili, grosso e nero, un dobermann a cui potevo fare tutto quello che volevo. Era mio amico.

Amico è morto il mese scorso. L’ho saputo via sms. Non l’ho più visto da più di un anno e mezzo, perché, nel frattempo, con quella ragazza, dopo dieci anni, ci siamo lasciati, e io ci ho pensato tante volte, ad amico, ma non lo so, mi sembrava una cosa che non andava bene, andare a trovare il cane. Quando l’ho saputo, il mese scorso, via sms, mi è sembrato che fosse morto mio fratello.

Ora non ho più paura.

58 Comments

  1. fatacarabina

    Solo una parola: stupendo.

  2. cristianonardo

    Davvero, chapeau.

  3. nastja

    quelle iniezioni lì, che fanno anche in america, sono sicuramente un sollievo per loro. MA a noi poveri cristi umani ci fanno stare veramente di merda. Io ancora soffro per un’iniezione di quelle lì americane che ho dovuto far fare dieci anni fa. Quegli occhi non me li posso dimenticare.

  4. Usagi

    anche io con nutella ho passato la mia adolescenza ed ogni tanto la incontro ancora adesso. nei momenti di bisogno lei c’è semper per consolarmi. è proprio tanto buona. mi piace soprattutto quando la spalmo su una bella fetta di pane fresco….

  5. livefast

    lacrimuccia vera. che bel post 🙂

  6. pietroizzo

    Mi viene di abbracciarti, ritto sulle zampe posteriori.

  7. cptuncino

    .
    (bello lo si è già detto)

  8. docpap

    Bello ma di quelli Belli con la B maiuscola! Un abbraccio forte forte ed una lacrimuccia ché m’hai fatto commuovere :’)

  9. Mitì

    :-*

  10. Daniele Aprile

    Sei riuscito a tirarmi fuori delle emozioni che si erano nascoste per bene. Grazie

  11. Gilgamesh

    Fin da piccolo, sempre avuto cani (mio padre ancora faceva finta di andare a caccia: bracchi, pointer, setter, spinoni e spaniel breton) e sempre avuto un buon rapporto con loro, anche con quelli “estranei”.

    Una volta portavo a spasso Tobia, un terranova enorme, e c’era il cancello di una villa dimenticato aperto e ne sono usciti quattro pastori tedeschi grossi quasi quanto lui.

    Ho tenuto il guinzaglio cortissimo e al primo che s’è avventato ho tirato un calcio, forte, sul collo, continuando a guardare gli altri.

    Per fortuna il primo s’è allontanato guaendo e gli altri son rientrati nel cancello. Ci siamo allontanati piano e senza mai voltare le spalle, io e Tobia, e al ritorno abbiamo fatto un altro giro.

    Quando a casa in giardino gli ho levato il guinzaglio e la martingala mi sono accorto che tremava ancora un po’ e mi son reso conto che anche io avevo sudato freddo e ancora ero teso. Ho abbracciato il suo testone nero e lui m’ha messo una zampa sul ginocchio, come faceva sempre.

    Il giorno dopo l’ho portato a nuotare, una cosa che adorava, a Marina Piccola. È morto due anni dopo e io mi sono trasferito in una casa senza giardino, e ho adottato il gatto della mia compagna.

    Non ho più avuto cani dopo di lui, ma i miei ora hanno un boxer tigrato: l’ho visto cucciolo e gli ho dato le prime pappe; nonostante lo veda tre volte all’anno mi fa sempre un sacco di feste.

  12. Indomabile

    idem, commossa. e la mia ultima cagnolina ora.. si chiama Birba.

  13. B

    I cani bastardini adesso si chiamano Meticci, lo so perchè io c’ho un meticcio, beige. Mia madre era venuta a prendermi in stazione tutta rossa negli occhi e mi ha detto Una disgrazia e io pensavo a mia nonna e quando mi ha detto che era morto il cane mi sono sentita sollevata e poi in colpa perchè dovevo soffrire molto di più, che era morto il cane di mio padre, che poi era anche in nostro cane, il Cane Familiare ecco,. E’ da quel giorno, da quando è morto il cane di mio padre, che le cose hanno cominciato a morire intorno a me, c’ho pensato qui da te oggi, Alessandro. Non si dovrebbero mai condividere i cani, perchè poi è come lasciarsi due volte, per sempre. E di dieci anni non ti resta niente, nemmeno un cane, solo come un. Poi i cani si susseguono, certe volte anche i gatti, e tu li devi sopprimere e ricordarteli. Anche l’essere più turpe si commuoveva per il proprio cane, quello coi baffetti, anche lui, sì. Chissà perché, i cani fanno lo stesso effetto, trasversale. Un po’ come piangere: piace a tutti.

  14. Cipriarosa

    mannaggiatte… mi hai fatto proprio piagnucolare, e piagnucolare in ufficio non è la cosa più bella che si possa fare…

  15. laprincipessaraffreddata

    ecco… non ho fazzoletti…
    bello, molto bello, grazie!

  16. Elena T.

    Commovente…anch’io avevo un amica che è morta 4 mesi fa, aveva partorito due mesi prima e mi lasciato un amico

  17. disma

    la cosa dell’iniezione è parecchio angosciante, anche al ulrich (pastore tedesco nome tedesco) l’avevamo fatta ed era una cosa proprio brutta. Non oso pensare in america. Pacche sulle spalle a te!

  18. Alessandro

    Bellissimo, Gilgamesh.

  19. AB

    La nostra cagnolina, che ora risiede a casa di mia mamma, è meticcia pur’ella. tanto dolce ed affettuosa con noi quanto sgradevole ed intimidatoria con gli ospiti. Eppure è così piccola che non capisco come possa spaventare. Sarà la bava che le scende copiosa dalla bocca o il rumore sgradevole che produce, proprio non me lo spiego.

  20. esseredisgustoso*

    io avevo un cane che si chiamava boomerang.
    e quando lo chiamavo non tornava mai indietro.

  21. rrro

    Avevo una Mano. Era un asciugamano. Si chiamava Mano. Era un asciugamano. Aveva una mano. Lui mi chiamava Faccia. Io lo chiamavo Mano. Eravamo faccia e mano, io e lui, che aveva una mano, l’asciugamano. Ehi Mano, che ci fai con quella mano, o’asciugamano? Ehi Faccia, e tu che ci fai con quella faccia, o’faccia? Io con questa faccia ci faccio le smorfie. E io con questa mano ci faccio le manfrine. Eh? Cosa? Le manfrine. Ah. Si, bello.
    Mano non è stato bene. A suon di manfrine, che tanto lo divertivano, a lui, si asciugò troppo. Io lo bagnavo ma lui era lì ad asciugarsi, così, troppo presto, e i riscaldamenti erano anche spenti. Lo misi dentro Lella, la bacinella, piena di Qua, l’acqua. Mano era di nuovo felice con Lella e Qua, nell’acqua. Ma anche loro presto si asciugarono, si asciugarono, loro, presto, anche. Ma. Così mi misi Mano in faccia, la mia faccia. Mano e Faccia di nuovo insieme. Misi mano ad asciugare le mie lacrime, perchè si bagnasse, lui. E io mi asciugassi, io. Di felicità. Avevo dato tutto a lui, ma niente. Mano era sempre più asciugamano. E così misi Mano ai soldi. Ehi Mano, mo mi hai rotto la faccia, quanto vuoi così pigli e te ne vai? Te ne, e vai? Ehi Faccia, non voglio i tuoi soldi, voglio stendermi. Ok Mano, se proprio lo vuoi ti stendo. Lo stesi. Lo stesi con due mollette, perchè c’era vento, anche se era lento. Ma poi fu veloce e una molletta saltò, se ne andò. Ciao molletta. Mano restò da solo con una molletta, e con il vento. Era felice. Mano era un asciugamano. E aveva una mano. Mano usò la sua mano, prese la molletta e la staccò. Mano se ne andò.

  22. Fabio

    Molto bello, davvero.
    E poi ci si ritrovo un sacco
    Anch’io avevo paura dei cani prima.
    Ora che la mia ragazza ha un sacco di cani li amo alla follia.

  23. Rita

    io qui, in questa città che non è la mia in un continente che non è il mio, anche io ho amico, che però è un gatto (ad essere sinceri uno dei gatti più brutti sulla faccia della terra) che vive sotto un cassonetto. ogni mattina faccio il giro lungo, per andare in ufficio, per controllare che sia ancora lì e per salutarlo Ciao amico. ci sono cose (e amici) che sono delle certezze, anche se hanno un sacco di malattie e vivono sotto i cassonetti. te ne accorgi quando spariscono per davvero.

  24. Neuromancer

    la mia ragazza va matta per i cani, vorrebbe adottarli tutti. due categorie serie e irriducibili, quelli che profondono un sentimento umanistico verso il cane, quelli che ne sono indifferenti senza equivoci di cinismo. purtroppo io appartengo a quest’ultima categoria. mi rassegno ad una lettura lo sa il caso.

  25. sid

    madonna Zio… mi hai fatto stare male. mi hai fatto venire in mente cose. però il post è bellissimo. veramente.

  26. Van

    Il mio è un po’ di tempo che si chiama Libero (cit.)

  27. B

    Io non avrei capito la cosa del maiuscolo, che come è scritto qui a me sembra sbagliato e fatto apposta. Io avevo un Amico non sarebbe maiuscolo se non si volesse dare enfasi alla parola “amico”, che l’enfasi è brutta e rovina il senso perchè lo anticipa. E quindi non ci voleva il maiuscolo se l’incipit era volutamente “generico”. Oppure é maiuscolo per creare aspettativa e contraddire il titolo (e allora è una bella idea, ma è solo un’idea). Viceversa mi piace il minuscolo, anche se sbagliato anche lui perchè dire: lui mi chiamava amico… amico senza virgolette (con la qualifica di “amico”) e senza maiuscolo (perchè è il suo nome proprio o perché Alessandro evita i due punti del discorso diretto mettendo il maiuscolo). C’è qualcheduno che ci prende in giro, qui, oggi. Da quando in quì si rispettano le regole grammatico-morfoqualcosa nell’arancione? Però vorrei capire, ecco. E poi mi piace ERTO, mi piace tanto.

  28. rrro

    Però bisogna dire che questo post di Ascanio Celestini sull’amico cane non è male, eh!

  29. B

    Qui c’è della gente arrotata che rovina le speranze e tira fuori della gente barbuta famosa nei soliti posti, sempre quella, che con l’arancione non c’entra, secondo me. O c’entra? Ma noo, dai!

  30. silvie

    nutella che cade con la scatola giù dal sedile, quel senso di colpa che non ti lascia mai.. quante cose mi hai ricordato, quanti occhi che non mi scorderò mai, che ho dovuto dare via, che non son riuscita a salvare, che non mi perdonerò mai.
    triste, delicato e bello quello che scrivi. molto bello.

  31. zerodx

    io avevo un cane, da piccolo, si chiamava Pluto. Era un nome da cani, pensavo, e il cane di Topolino si chiamava come lui, Pluto, un nome da cani. Poi morì di qualcosa ai reni.
    Ora son dieci anni che ho solo gatti. Però anche loro muoiono, o spariscono.

  32. Alessandro

    (Non so se c’entra, Celestini. L’ho visto una volta in teatro, ma non mi sembra che abbia lasciato strascichi)

  33. transit

    ho un amico poeta, ma è anche un poeta cane. ho paura di fargli critiche dure, ma anche quelle all’acqua di rose, però ho anche paura che i complimenti possano far del male al poeta, anche se il poeta è un cane in cerca di carezze. io come cane vado pazzo per le carezze. molto probabilmente il poeta è un cane, altrimenti non potrebbe essere un poeta. in fondo il poeta è un metallurgico accanto all’altoforno che squaglia le parole e le e reinventa nella loro sequenza. le parole perdono di senso quando seguono le scialbe costruzioni consunte e non dicono più nulla. le persone non facenti parte della canesca a quattro zanpe, non comunicano perchè le parole sono solo schemi. i cani invece con il loro fiuto di metallurgici vanno a scandagliare nel buio le parole della vita, specie quelle puzzolenti e quelle che fanno male. i cani fanno tutte quelle feste perchè non parlano le parole ma le pronunciano alla loro maniera di cani fedeli. i cani sono più fedeli di una fidanzata e di un fidanzato e di una moglie e di un marito. i cani sono degli emeriti imbecilli di uno stampo che se ne fa in abbondanza, innanzitutto perchè i cani si attaccano all’uomo che l’uomo dice che lui non è un cane, perchè rispetto al cane, lui, l’uomo, c’ha questa cosa invisibile e lui si sente superiore perchè c’ha questo bagaglio enorme della sensibilità, cioè l’anima.

    è l’anima, dicono gli umani, che ci differenzia e ci fa migliori rispetto alla bestia.

    anch’io sono un cane cretino; però, noi cani abbiamo fatto una scelta: la scelta di non parlare. e, tra noi, quelli che ci credono, andranno di certo nel paradiso dei cani.
    io, però, questo fatto del paradiso dei cani è una presa per i fondelli. i cani mica fanno digiuno di carne il venerdì? e, poi, i cani non si confessano. e, poi, i cani non parlano, ecco. sfido chiunque a dire che i cani parlano.

    eh già. ma per noi cani il parlare non è un fatto di anatomia, nel senso che non abbiamo le corde vocali e tutto l’apparato fonatorio sviluppato degli umani. semplicemente noi cani non vogliamo parlare. è un patto che facemmo tanto tempo fa, ma chiaramente questo nessuno lo sa. se parlassimo diventremmo uguali agli esseri umani e questo è davvero inaccettabile; però, qui sta la nostra grandezza, il nostro limite e quindi la nostra maggiore contraddizione: amiamo questo fottutissimo essere umano di merda. certo, di cose che non ci stanno bene ne avremmo da dire, ma si sa che il mondo è in continua evoluzione. noi cani, però, andiamo per la nostra strada. mondo cane!

    PS. ciao zio bonino.

    un cane anonimo

  34. esse

    Si si, molto bello una bella storia di cani in netta controtendenza con quella che si legge cercando “cane di me***” su google. Sfocio nell’autoreferenziale dicendo che una vicenda che parla di animali domestici, storie che finiscono e morte dei primi l’ho raccontata anche io tempo addietro. Comunque bello, bravo zio.

  35. maeandro

    …perché, nel frattempo, con quella ragazza, dopo dieci anni, ci siamo lasciati…
    Così sei riuscito a dirci che dopo dieci anni vi siete lasciati. E c’era bisogno di scomodare i cani?
    A parte gli scherzi, ti capisco benissimo.
    Dalla mamma abbiamo un cane di gruppo, un vecchio levriero, che mia sorella non poteva più tenere. E bisogna ricordarsi di portargli da mangiare perchè a mia mamma proprio di dar da mangiare al cane non passa per la testa.
    Mi fa un pò rabbia però vedere che il cane ha una preferenza per mia moglie, visto che da mangiare gliene porto io.

  36. misterblond

    La cosa che ho notato subito, leggendo il pezzo, è che sembra scritto da un bimbo, ma di quelli che scrivono bene! Non voglio sembrare offensivo, voglio solo dire che si capisce che è scritto col cuore. Anche i commenti sembrano scritti dai compagnetti di classe del primo bimbo. Siete meravigliosi!
    Credo che solo chi conosce il vero amore che solo i cani sanno dare, può apprezzare questo pezzo.
    Io ho vissuto una storia molto simile, con un bastardino al posto del collie e un pit-bull al posto del dobermann.
    Complimenti ancora

  37. Alessandro

    maeandro: quella storia lì la sapevi già, se non sbaglio. Questo post qua era per dire a Amico che io gli ho voluto bene, e che mi sento tanto in colpa per non averlo più visto. Ho voluto anche spiegargli perché. Lui avrebbe capito 🙂

  38. spuzza

    Mi sono commossa tantissimo.

  39. Alessandro

    A me nn sembra per nulla offensivo: significa che questo pezzo ha raggiunto il suo scopo. Sono contento.

  40. LR telepass

    Annibale era il nome del mio cane, da un’anno non c’è più, ne abbiamo trascorsi 15 insieme. Era nero, aggressivo-fifone permaloso e tenero.

  41. signoradicampagna

    Nutella, dolcissima, indimenticabile, unica. ricordo quando tuo cugino voleva uscire con Nutella perchè con lei al guinzaglio riusciva a cuccare. ricordo i suoi ultimi sguardi nel cestone, dopo l’operazione. grazie per avermi fatto piangere.

  42. La Cosa

    Ecco ho il magone, come quando mi tocca fare quelle iniezioni americane lì, in diciotto anni non ci ho ancora fatto il callo, non è professionale lo so, ma son comunque amici 🙁

  43. Zoe

    lacrimoni…

  44. Cinzia

    passavo per caso…mi hai emozionato.

  45. Cinzia

    senza la i scusa

  46. cica

    E si, è commovente. E tornano alla mente tante cose. Fred e Lula, i nostri pastori tedeschi presi appena ci siamo sposati, la prima cosa che abbiamo fatto perchè prima non avevamo mai potuto avere dei cani nostri. La lunga vita con loro e poi la fine… Prima Lula, con la paresi alle zampe posteriori. Mio marito le aveva fatto un’imbragatura in modo che lei potesse spingersi con le zampe davanti e le ruote dietro le permettevano da andare avanti e indietro. Poi Fred, operato tre volte di cheratite pannosa e alla fine, a diciassette anni, definitivamente cieco e sordo. E pieno sempre d’amore per noi e di tristezza per la sua Lula che non c’era più. Alla fine, quando ha preso la polmonite, una pietosa iniezione americana l’ha fatto addormentare.
    Se ci penso piango ancora adesso, dopo tanti anni.
    Dopo basta, basta cani, si soffre troppo.
    E allora prendiamo dei gatti. Poi, quando muoiono, ti accorgi che è uguale, uguale come il vuoto che ti lasciano i cani. Adesso ne abbiamo due, di gatti. Sembran cani, ti guardano con quegli occhi lì, che sembra che ti stiano parlando. E come i cani, ti consolano quando sei triste e han gli occhi ridenti quando sei contento.
    Le bestie son altre, non gli animali.
    Bravo Zio Bonino!

  47. pietro errante

    davvero bello

  48. maeandro

    Ti senti in colpa e Lui avrebbe capito? Lei, chissa?
    E’ vero, ti avevo già fatto in passato una battutina su questo fatto ma come vedi è più forte di me, ho sempre la forza di insistere.
    Comunque il mio silenzio non avrebbe cancellato che avevo notato l’accenno fatto e quindi facciamocene una ragione. Se in futuro lo notassi ancora continuerò a dirtelo e tu vedi di non offenderti troppo. Gli amici non lo fanno.

  49. Superciuk

    Dieci anni fa qualche asino ha avvelenato Brigitta.. e da lì, bona.. siam rimasti talmente male che non abbiamo voluto più passare una cosa simile.
    Oggi mio figlio mi fa invece una testa così che vorrebbe un cagnolino.. beh.. mi hai fatto ripensare alla corsa che ho fatto dal veterinario, ed è ancora bruttissima.. però ho il diritto di negargli tutto il bello che vien prima?
    Insomma mi hai fatto riflettere e commuovere.. un colpo basso, ma grazie mille.

  50. kumquat

    la mia amica ha undici anni e un po’. inizia ad avere un po’ di artrosi, e quelle cose che hanno le amiche quando iniziano a diventare vecchiette, ma fa sempre i salti a zampe pari nella neve e sa dove un gatto è forse passato un giovedì di quattro anni fa.
    con la mia amica ho dormito tutte le notti per molti di questi anni: di fianco ai piedi, o alle ginocchia, o verso mattina – quando nessuno la vedeva – anche sul cuscino di fianco a me. non si fa, ma dillo te a quella faccia pelosa.
    poi come succede sono andata via dalla casa dove ancora abita la mia amica, e da allora ci vediamo meno, ma soprattutto non dormiamo più insieme.
    lunedì sera sono rimasta a dormire da lei per una serie di coincidenze che avevano a che fare col freddo, e lei si è messa in mezzo fra me e lui e mentre leggevo, se smettevo di farle le carezze, mi dava queste zampate che mi fanno ridere, e allora ricominciavo. poi si è addormentata e poi si è svegliata ed è andata a bere e a dormire da un’altra parte, e allora ho spento la luce perché potevo addormentarmi anche io.
    secondo me è stata contenta, che sono rimasta a dormire da lei.

    (e poi va bene che l’ho letto adesso che non c’è più nessuno in ufficio, che piangere al computer le colleghe ti guardan strana)

  51. GennaroBat

    Che bello.

  52. frank

    ecco, leggendo queste cose senti la mancanza di un cane

  53. La Vet

    Anche se i veterinari, nei tuoi ricordi, non ci fanno proprio un gran figura il tuo pezzo è molto bello. Dovrebbero leggerlo tutti quelli che hanno paura degli animali e, magari, anche quelli che in un modo o nell’altro li maltrattano. Forse persino qualcuno di loro potrebbe imparare qualcosa da queste tue righe. Forse.

  54. biondapiccola

    Grazie, zio.

  55. Lilla

    Ti leggo sempre.
    Non commento mai.
    Questa volta, sì.

    Sniff.

    Lilla

  56. RNiK

    Stessa cosa di Lilla.

    Grazie.

  57. Frin

    Di quei post che quando finisci di leggere non puoi fare altro che dire “ohhhh” e sospirare un pochino.

  58. gabrybabelle

    stupendo,mi hai fatto tornare in mente uno dei miei cani un enorme incrocio fra un alano e non si sa bene che altro,poi ho ripensato ad Astra,lei non c’è più da tanto ma ha lasciato allegri figlioli in giro 🙂

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