un blog che parla di niente

Mutande

Questo mi ha fatto venire in mente che c’è un mio amico, non so bene se fidarmi, c’è un mio amico che dice che quando va a comprare le mutande lui le compra sempre di due misure in più: le commesse gli fan delle storie, gli dicono che gli stan larghe di sicuro, ma poi lui gli spiega che in particolari situazioni quelle della sua misura non gli stanno. Dice che dopo loro vogliono subito andare a casa sua a controllare.

27 Comments

  1. laprincipessaraffreddata

    Io, del tuo amico, non mi fiderei…

  2. frank

    rischio di essere scatologico

  3. metropoleggendo

    da che mondo e mondo le mutande si prendono… “in crescenza”

  4. maeandro

    Per natura son portato a credere al tuo amico. Avrei diffidato se raccontasse che le commesse lo invitano subito ad andare a provarle in camerino.

  5. ella

    …e questa mi sembra una bella caduta di tono. Non è grave però c’è (la caduta), peccato perchè finora in questo blog non ne avevo ancora incontrate.

  6. Alessandro

    ella: ti è andata bene che non sei capitata qui nel mio periodo scatologico. (era l’estate scorsa, ma poi è finito perché mi si stava fisicamente ritorcendo contro)

  7. donata

    non oso pensare cosa fisicamente ti si potesse ritorcere contro

  8. B

    C’è una mia amica che sostiene che le mutande bisogna comprarle di almeno 2 taglie più larghe perchè così non “segnano” sotto i vestiti, però lei è magra e allora ha tanto da spaziare sulle taglie e io dico sempre Bella forza! Però in effetti, se fossi una commessa, consiglierei la stessa cosa ai maschi, perchè io provo compassione certe volte per le persone dentro le cose attillate, come se recassero la propria perenne sofferenza concentrata lì, o là, adesso non è che abbia tanta importanza il “dove”. Forse uno dovrebbe fare come per il tempo, che se pensa che pioverà si porta dietro l’ombrello, ecco. E’ anche vero che ci sono quelli che escono con l’ombrello sempre, ma quelli sono gli Inglesi e loro c’hanno un sens of umor tutto loro che io non sempre li capisco. A me non mi è sembrato “greve” questo post, Alessandro, ma piuttosto frutto della meraviglia, non so bene se per la notizia in sè, per l’aneddoto sfizioso ecco, o se invece per l’assenza di annessi e connessi con la tua vita. Che uno i riferimenti grevi li deve saper fare, altrimenti sembra sempre un po’ Alice ecco. A me piace che tu sia Alice.

  9. Alessandro

    Secondo me il greve è nell’occhio che guarda. Che poi me lo dovete dire voi dove sta il greve, perché ce lo mettete voi, se c’è, il greve, perché a leggerlo, io adesso lo faccio leggere a un bambino di cinque anni che passa di qui, e lui il greve, ci scommetto, non lo vede. Quindi il greve, secondo me, sta negli occhi di chi guarda, anche tenendo conto che il bambino di cinque anni non sa leggere.

  10. B

    Alessandro, io avevo scherzato tra il “grave” del commento di ella e il cambio di vocale. Secondo me la coda di paglia uno se la sente, se ci casca sempre (rima) o ognuno c’ha le proprie paure e grevità, come la Legge di Gravità, anche il bambino di cinque anni, che magari al riferimento alle mutande del tuo posty c’ha paura che tu glielo racconti perchè lui si fa spesso la pipì addosso, tu che ne sai? Bisogna stare attenti anche alle paure escatologiche dei bambini che non sanno leggere, secondo me. Io ci metto il greve quando a me mi dicono: “Eeeh ci vogliono, sì”, se io provo a fare la furba a dire alla commessa due taglie in più della mia, speranzosa che Essa mi dica: “Ma noooo”. Ecco. Mi ci sento io, io proprio, da sola, Greve, Sarà grave?

  11. donata

    letto ed aggiornata sulla pulizia della tastiera e sugli scacazzamenti delle rondini cuneesi…un po’ meno sullo scatologico (ma appena ho tempo approfondisco).
    ma la lettura di questo post (quello del link), mi ha fatto venire un brividino. vabbé lo dico, tanto te capisci il problema dell’autobiografismo: la mia nonna piemontese era di borgo san dalmazzo, ecco ora l’ho detto, e tutti i natali la zia che ora sta a limone ci manda una scatola di cuneesi arione che sono buonissimi e mia sorella dice che quelli verdi sono più buoni, mentre invece per me sono tutti uguali, ma buonissimi. i fogli dell’involucro (verdi e rossi) li tengo da parte fino a settembre quando c’è la festa della rificolona e a me è sempre sembrato bellissimo fare la rificolona a firenze con i fogli dei cunesi anche se nessuno se ne accorge a me sembra bellissimo.

  12. biondatinta

    la storia del tuo amico mi sembra un po’ improbabile. devo dire però che avendo fatto la commessa in un negozio di costumi mi son capitati uomi che non sapevano che taglia portassero e chiedevano a me di leggere la taglia risvoltandosi il pantalone nel punto dove c’è l’etichetta. ecco, però se mai lo era, non l’ho mai apprezzata come tecnica di abbordaggio. ps carino questo blog!!

  13. LorenZo

    Io sono uno di quelli descritti da biondatinta. Ma non è una tecnica per abbordare. È che ho smesso di memorizzare quelle informazioni che si possono facilmente trovare altrove, come la taglia stampata sull’etichetta o il costo delle sigarette – tanto il tabaccaio lo sa di certo. Così risparmio memoria per altre cose meno accessibili o più importanti, o anche per viaggiare più leggero… E comunque, non è scritto da nessuna parte che mutande, nudità e sesso siano cose grevi. Quindi gli aggettivi che attribuisco a tali cose, in genere, variano a seconda dei casi. Non sopporto quelli che comprano i giudizi al supermercato e poi li appiccicano alle cose. Cioè non sopporto la critica prêt-a-porter.

  14. Alessandro

    Torno sull’argomento ancora un momento perché mi tocca, in qualche modo, e in qualche modo, che questa cosa mi sia stata detta, mi fa piacere, perché era un po’ che non mi veniva, di scrivere un post che fosse puramente una puttanata, e non ce la facevo da quando mi è stato chiesto, in qualche punto alla fine dell’anno scorso, di far ridere esplicitamente. Da allora, l’idea stessa di scrivere una puttanata scatologica o genitale (lo scatologico è il genitale sublimato dal catechismo, si diceva) mi aveva fatto soltanto ribrezzo, e oggi, ecco, non so se son riuscito nell’intento, ma l’ho fatta di nuovo, quindi son contento, al di là della felicità degl’utenti. Spero di averci messo un po’ di leggerezza e di non aver disturbato più di tanto. Domani se mi viene qualcosa in mente vi faccio piangere. Ah, uhm. Non so se ho tempo. Hm Hm. Va be’, ci provo.

  15. Franco

    Secondo me il mio amico è ancora peggio del tuo amico, lui è stato capace di spendere dieci euro per un paio di slip che da emmegross (discount di intimo) costano, uguali, novantanove cent. La cosa assurda, è che se glielo dici devi vedere come si incavola, inizia a dare di matto e spesso se le tira via e te le sbatte in faccia gridando: LO VEDI LO VEDI O NON LO VEDI CHE SONO 100% COTONE e poi sono firmate “incubus”, mica lo so se esiste ‘sta marca. Comunque la nostra amicizia mica è finita eh!

  16. biondatinta

    mi intrometto per dire che qualche sana cazzata ogni tanto ci sta. guai a non avercene di cazzate. a me è sembrato un aneddoto di costume e società abbastanza interessante.ciao!

  17. Franco

    Mi stai a far venire dei dubbi sulla personalità… Io ci campo sulle puttanate:)

  18. Mammamsterdam

    Ma è ovvio, a me quella cosa là del tuo amico succede molto spesso e non solo con la roba mia ma anche quella del marito e dei figli. In particolare con i maglioni di lana che mi si restringono di ben più che due taglie, ma immagino che il tuo amico saggiamente non usi mutande di lana, ma di cotone.

    Poi che riesce a convincere le commesse ad andargli a tarare a casa il ciclo di lavaggio, o sono gentilissime loro o è dotato di un grande fascino personale lui (oddio, conoscendo le donne a volte più che di fascino si tratta di pena, che ti dici, ma guarda un po’ sto poveraccio che sicuramente ha vissuto fino ai 35 con la mamma che gliele stirava, le mutande, e adesso che vive solo non ne esce.)

    Urca, sembra quasi un post pure questo.

  19. Alessandro

    più che un post è un detournement 🙂

  20. donata

    buongiorno stanotte ho avuto una visione: un perizoma gigante, penso sia un effetto collaterale di questo post

  21. La Cosa

    Si, si, Mitì raccontagilela quella delle mutande, è troppo divertente 😉

  22. simona

    di solito si dice sempre “un mio amico” per citare se stessi

  23. Alessandro

    eccerto. io sono mio cuggino, e anche mio amico 🙂

  24. simona

    alessandro, perchè qui le persone si stupiscono che qualcuno possa scrivere “puttanate”? 🙂

  25. Alessandro

    è perché le ho abituate troppo bene 😉

  26. Magica

    Penso che fai bene a non fidarti molto di questo amico, è probabile che sia un vanitoso e gli vada di pavoneggiarsi con le commesse – e con gli amici. Vabbè che in Italia il puro cotone fa tanto must ma gli elastani, lycra e tutte le fibre sportive e moderne sono pure comodissime, dai … eppoi anche il cotone ha la sua propria elasticità.

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