Oggi esce il nuovo romanzo di Paolo Nori, I malcontenti, e siccome qui per Paolo Nori si ha una stima sconfinata, in redazione abbiamo pensato di contattarlo per un’intervista esclusiva, che lui ci ha gentilmente concesso.
io: Ciao Paolo, oggi esce il tuo nuovo romanzo, I malcontenti. È bello?
PN: Ci dovrei pensare.
Grazie a Paolo Nori per aver sopportato l’estenuante scambio di mail che ha portato alla realizzazione di questa intervista. Credo ne sia valsa la pena.
ahahahahha 🙂
ahahahaha sempre l’ironia giusta!
sicuramente almento una volta al giorno mi faccio due risate!
a me che oggi stavo male avevo preso dei medicamenti tutta sera, erano le otto di stamattina, mi ha telefonato il mio libraio mi ha detto È arrivato Nori quante copie ti tengo via? (dimmi te se è una domanda fare a una persona malata la mattina presto)(da stamattina io non so se voglio ancora bene a paolo nori).
comunque l’intervista è bella.
http://www.einaudi.it/libri/libro/paolo-nori/i-malcontenti/978880620056
«Ecco, intanto che scrivevo I malcontenti mi è venuto da pensare che io stavo cercando di raccontare la storia della relazione tra due quasi trentenni che provano a entrare, come si dice, nel mondo, e che questo tentativo, che ha a che fare con un festival strampalato, viene raccontato da uno che abita sotto di loro, uno che di questo tentativo vede in un certo senso solo i riflessi, i raggi che partono da quell’appartamento e arrivano fino a lui in forma di suoni, confessioni, reticenze e richieste d’aiuto.
E m’è tornata in mente la scena centrale di un film di Lubitsch, che è una scena in cui il protagonista maschile, innamorato di una donna misteriosamente scomparsa, invitato a pranzo da un amico, scopre che la moglie del suo amico è la donna di cui lui è innamorato. Questo pranzo viene raccontato da Lubitsch senza riprendere i protagonisti né la sala da pranzo: viene raccontato dalla cucina, in modo perfettamente esaustivo, attraverso i commenti di cuoco, cameriere e maggiordomo sullo stato in cui tornano indietro le varie pietanze, e lo spettatore ha l’impressione di essere davanti a un triplo salto mortale molto ben eseguito.
Ecco, intanto che scrivevo I malcontenti mi è venuto da pensare che la relazione tra Nina e Giovanni, a esser capaci, bisognava raccontarla come quel pranzo di Lubitsch.
Il mondo in cui si muovono Nina, Giovanni e gli altri personaggi che ci son nel romanzo è un mondo stranissimo, un mondo nel quale il compito di chi ha meno di quarantacinque anni non è di contribuire a un perfezionamento del mondo stesso, né (ci mancherebbe) a un ribaltamento o a un qualsivoglia cambiamento di rotta.
In questo mondo, quello che da venticinque anni si chiede a chi a questo mondo si affaccia, è di mettersi lì e di non rompere troppo i maroni.
E loro, bravissimi, si mettono lì e non rompono troppo i maroni».
Quanti siete, in redazione, che vi siete messi insieme per fare quella domanda lì? E non mi dire che ci dovresti pensare!
Sono arrivata qui con un’unica idea salubre nella testa: che i libri e la lettura potrebbero salvarmi dalla rottura di maroni, in senso molto ampio intesa. Me ne vado da qui con questa convinzione ancora più radicata e salda. Solo che in più, sto pure ridendo. Meglio di così.
Domani alle 18 lo presentano qui, a Bologna.
Mi sa proprio che passero’ di lì, per vedere com’è.
Ma lo avevo già deciso ieri.
Noi in redazione siamo moltissimi, siamo insieme una dittatura e una democrazia perfetta, qualcuno direbbe che siamo legione, ma io non arriverei a tanto, ecco.
lo compro. così. senza saper nè leggere nè scrivere.
ah allora vedi che c’e’ una redazione. e se adesso poi ti mandano i curricula? ci dovresti pensare.
leonardo, tu scherzi ma qualcuno l’ho già ricevuto.
immagino le riflessioni, i ma, i mah, i mmm, i bah! i beh! i forse, i non lo so e qualche litigata alla fine avete fatto un’ottimo lavoro di sintetizzazione. Bravi! questo post è meglio di una presentazione in libreria con tutti i crismi.
@Alessandro
mi riferivo proprio ad un post di non molto tempo fa ma non lo trovo piu’ o forse lo cerco male o forse ho bevuto o forse il tempo passa troppo in fretta. Non dovrei pensarci
oh, LubitSch.
Per chi fosse del posto, ma anche per chi non lo fosse, giovedì 4 sarà a Provaglio d’Iseo (Bs).
@ simone rossi
Il film è Angelo (1937).
Che delusione! Io mi ero già messo le cuffie (sono al lavoro) per sentire un’intervista audio , e invece è un’intervista scritta! Non potreste, per favore, mettere sul sito una bella versione audio?
oh, scherzavo, eh- intendevo dire che mi sarebbe piaciuto sentire anche la versione audio di questa bella intervista, se esiste-