un blog che parla di niente

Il mondo è una macchina del tempo piena di gnocchi e meringhe

Son cose che uno non ci pensa, le sa ma non ci pensa, oppure non le sa, e non ci pensa perché non le sa, però, anche se le sa, tutte le volte che le legge o le sente dire, lo colpiscono come lo colpivano le meringhe che faceva la signora che abitava vicino ai nonni, quella signora anziana che faceva delle meringhe che, mi venisse un crampo, non m’è più venuto da trovarle, delle meringhe così buone come le faceva quella signora anziana che abitava vicino ai nonni, quella che suo marito faceva il tabaccaio, poi lui è morto, e poi è morta anche lei. Ma torniamo un attimo indietro che mi son fatto prender la mano. Leggevo ieri un post del prof. Balbi, lo chiamo prof. per celia, è mio amico, uno di quegli amici a cui racconti per filo e per segno gli esiti delle tue visite urologiche prima ancora di raccontarli a tua madre, dicevo, leggevo ieri un post del prof. Balbi dove parlava della velocità della luce, e diceva che Siccome la luce impiega sempre un certo tempo a raggiungerci, ciò che vediamo guardandoci intorno sono quindi in realtà i fantasmi di cose passate. Una cosa lontana 300 metri vi appare come era un milionesimo di secondo fa. Bazzecole. Però, se guardate, che so, Moon and Half Dome di Ansel Adams, la Luna è 1.2 secondi più giovane delle montagne (perché la sua luce ha viaggiato per circa 1.2 secondi prima di raggiungere l’obiettivo). Se fotografate un tramonto sul mare, il Sole sullo sfondo è circa 8 minuti più giovane della schiuma sulla spiaggia. Son cose che uno non ci pensa, le sa ma non ci pensa, oppure non le sa, e non ci pensa perché non le sa, però, anche se le sa, tutte le volte che le legge o le sente dire, lo colpiscono come lo colpivano gli gnocchi di patate al ragù che faceva nonna al giovedì, e uno pensa agli gnocchi, e alle meringhe, e al ricordo che ne ha, e pensa che già allora, quando guardava gli gnocchi e le meringhe, li vedeva non come erano in quel momento in cui pensava di vederli, ma in un qualche momento imprecisato, bisognerebbe fare un calcolo, in un qualche momento precedente, e gli viene da pensare che le cose, non le vedi mai come sono adesso, ma le vedi com’erano un po’ prima, e anche te, te che ti sto guardando, e ti guardo tutte le volte che posso, non ti vedo mai come sei adesso, ma com’eri poco fa, non tanto tempo fa, ma non adesso. Son cose che uno non ci pensa, le sa ma non ci pensa, oppure non le sa, e non ci pensa perché non le sa, però, anche se le sa, tutte le volte che le legge o le sente dire, gli vien voglia non dico di meringhe, ma di gnocchi al ragù. Che poi è anche giovedì.

15 Comments

  1. Gregorio

    Beh, se il sole “esplodesse” adesso noi lo sapremmo solo tra 8 minuti. E questo è un vantaggio se hai già messo a bollire gli gnocchi!

  2. B

    Qui oggi Alessandro dice ciò: Io ti guardo in ritardo, e anche tu mi guardi in ritardo: ci amiamo sempre al passato prossimo. Gli gnocchi e le meringhe sono il passato remoto: sono certezze. L’Adesso si può solo scrivere, che poi voi lo leggerete, nel futuro.
    Come post del giovedì io ci piango sopra, perchè è bello.
    E così ci ho messo del tempo, troppo, a scrivere il commento, perchè le lagrime son imperfette, mentre le frasette degli altri sono troppo veloci, come gli imperativi: illusi!

  3. Ioguido

    “…Che poi è anche giovedì.” Tu dici, ma pensa che da qualche parte del mondo (il nostro, per non allontanarsi troppo con la testa) è già venerdì (ed io no).

  4. sterno

    la cosa che più fa specie è che ci è praticamente negata la possibilità di vedere il presente. non facciamo che interagire col passato. e poi dicono di liberarsi dei rimpianti.

  5. Raffaella

    Ma se esplodesse il sole avrei quegli otto minuti o poco più per fare quel paio di cosine prima del macello totale. Mi piacerebbe saperlo prima ecco, invece di stare qui davanti al PC. E’ un peccato.

  6. Bongio

    Certe cose sono belle, e anche se le sai e le hai già lette da altre parti, alle volte quando le vedi raccontate a modo, ti paiono belle come la prima volta. E’ un po’ la storia dell’indicare quello che tutti vedono, ma nessuno guarda. O giù di lì.

  7. LorenZo

    Questo è il post di più bello di Eio. Ever! Ultra-bello.
    Mi piace la filosofia della scienza che diventa poesia. Non è da tutti. Anzi è proprio rarissimo. Congratulazioni! Ancora.

    E ora please Eio, cosa ci dici a proposito di questo signor Verlinde?
    Ci tocca smontare e rimontare ancora? Uff… Leggere qui, notizia fresca fresca di oggi:
    http://bit.ly/9kmgEK

  8. Alessandro

    Visto stamani, LorenZo, me lo sono messo in instapaper per leggerlo con calma e meditarlo in un momento più propizio. Grazie dei complimenti, stamattina mi son svegliato alle cinque, come le altre mattine in cui avevo delle cose da fare prima del lavoro, solo che non avevo niente da fare (avevo due cose da consegnare ieri, e le ho finite ieri) e ho avuto un po’ di tempo per pensare alle mie cose 🙂

  9. LorenZo

    Pensa che ti ripensa è venuta fuori una domanda. Mettiamo il caso di un disco che suona la musica di un musicista scomparso. I rumori di fondo vengono dalla mia stanza in tempo reale, così come la mia voce che canta sopra la musica. Ma la musica da dove viene? Noi la sentiamo così come era 50 anni fa e come sarà per sempre… Facendo i dovuti calcoli è come se il musicista fosse distante 50 anni/suono da me. Se il suono viaggia alla velocità di 331.5 metri al secondo…il musicista di un disco registrato 50 anni fa è distante da me 1,576,800 KM. E la distanza aumenta ogni secondo, mentre ascolto la musica! Ecco perché il musicista non si vede… 🙂

  10. LorenZo

    Scusate, quelli nel commento sopra (1,576,800) erano i secondi. Invece la distanza tra me e il musicista è di 522,709,200 KM!!! Mezzo miliardo di chilometri! Che la luce percorrerebbe in circa 29 minuti. Dunque se aspetto guardando nella giusta direzione potrei anche vederlo. Il musicista. Mah.

  11. ipazia

    spettacolari!

  12. il Van

    Tipo che se io adesso scrivo questa cosa quà, voi la vedete com’era un milionesimo di secondo fa. Roba che se lo cancello ve ne accorgete minimo tre milionesimi di secondo in più di quanto avete impiegato per leggerlo completamente.

  13. maeandro

    Qui da me tutto viaggia più piano dei Vostri calcoli. Figurarsi che gli gnocchi di solito si mangiano di domenica quindi tre giorni dopo o quattro giorni prima, secondo i punti di vista.

  14. zerodx

    Se ne potrebbe fare una canzone. C’è pure il ritornello gia pronto!

  15. il barbun

    Tutto ciò è bellissimo, soprattutto le nonne, gli gnocchi al ragù, le orecchie delle ragazze e il complotto spaziotempogravitazionale!
    E non sono sotto psicotropi.
    Ma, se tutto quel che vediamo è già un ricordo, potrebbe pure essere la spiegazione scientifica della malinconia…

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