un blog che parla di niente

Come quando fuori piove

A volte mi succede che qualcuno mi voglia far giocare a carte. Io odio giocare a carte. Non perché perda, anzi, di solito non perdo, però penso che giocare a carte sia una delle attività più abiette che un essere umano possa fare, ancor più abietta che guardare un film. Io detesto il cinematografo, detesto stare lì a occhi fissi a guardare qualcosa con i tempi, con i ritmi che qualcun altro ha deciso, anche se poi, una volta che sono dentro alla storia, è difficile scuotermi dal mio totale assorbimento, dal mio totale asservimento alla narrazione, tanto che mi è difficile ritornare al livello della realtà e fare previsioni su quel che verrà raccontato (cfr. La fuga narrativa); tanto che mi è difficile de-sospendere l’incredulità e vedere il ridicolo, l’implausibile di ciò che mi viene raccontato finché la storia non è finita, a patto, naturalmente, che il film sia ben fatto e la storia sia ben raccontata. Ma giocare a carte, giocare a carte va ben al di là di questo, giocare a carte mi provoca un’ansia, un tremore che non capisco: sintomi di un malessere che non so da dove arrivi, malessere che è aggravato dalla consapevolezza dell’inutilità assoluta di quel che stai facendo, malessere che è aggravato dalla consapevolezza della totale abiezione del gioco delle carte, un gioco che non fa bene a nessuno, un gioco che porta solo odio per quei re, e quelle regine, e quei fanti assassini, per quei jolly, mostri notturni degni dei peggiori incubi, e per quelle carte da nulla, quei tre, quei cinque, quei sette di fiori.
Io lo giuro, se mi capita ancora in mano un quattro di quadri, io lo ammazzo.

15 Comments

  1. tommaso

    di gente che scrive bene come te ce n’è poca, peccato.
    però menomale ce ne sia poca che la pensa come te in merito a cinema e gioco delle carte 😉

  2. B

    Hai ragione, con quelle carte lì ci vengone sempre delle discussioni, e poi con la storia che si deve andare per forza a punti uno è costretto a restare lì a oltranza. A carte si gioca solo in montagna, quando fuori nevica e c’è il cielo cupo e si fuma vicino al camino con le gote rosse e i maglioni che ha fatto ai ferri mia nonna. E le carte si lasciano lì, nella casa della montagna, anche se anno dopo anno non si gioca più. Però l’Uomo che sa giocare a carte io lo trovo di una virilità assoluta, non saprei dire il perchè. Però non ne conosco, ecco.

  3. Peter Ban

    Io non mi limiterei al quattro di quadri, io farei una strage.

  4. Silas Flannery

    Ecco. Preferisco di gran lunga l’Olocausto del popolo ebraico, così, senza fanti.

  5. Vaniglia

    E io che mi pensavo che per voi maschietti le carte fossero una cosa fichissima già solo per il fatto di poter gridare: “SCOPA!” senza essere insultati da noi donzelle…

  6. Spuzza

    Quando ci gioco con mio nonno, oh che ansia. Lui è davvero troppo bravo, e sapere che ogni mossa che farò è stata già ampiamente prevista mi butta nello sconforto più totale.
    Cose che ci perdi ogni volta 10 anni di vita.

  7. leonardo4it

    Pensavo, da quando vado al cinema praticamente non gioco più a carte. E poi cosa dire del due di coppe quando briscola è bastoni. Dopo le zanzare tocca al due di coppe quando briscola è bastoni. A cosa serva il due di coppe quando briscola è bastoni non lo capirò mai. Ma ormai non gioco più a carte, vado al cinema

  8. laperfidanera

    Io faccio solo i solitari, e in genere odio i re (che bloccano tutta la colonna) e gli assi.
    E non dico “come quando fiori piove”, ma “non fiori ma opere di bene”: l’hai capita? non = picche, e denari+cuori fanno “opere di bene”.

  9. LadyLindy

    vale la pena che esistano le carte, solo per poterci giocare coi nonni.

  10. B

    Laperfidanera, a me i solitari fatti così come dici tu mi sembrano leggermente da iella, che mi verrebbe da fare le corna sotto il tavolino del solitario ecco. Spero che tu quella frase te la dica tra te e te. Però nemmeno io dico Come Quando Fuori eccetera ad alta voce, perchè mi sembra di essere una principiante, se lo dico. Però se non me lo dico dentro di me almeno due volte, non so mai come devo metterle giù, le carte. Forse se ne accorgono tutti lo stesso, che gioco che faccio una pena immane, magari.

  11. mgg64

    a me è venuta voglia di una partita a briscola…tiro il 10 di denari…mo che tocca fa?

  12. laperfidanera

    Cara B, bentrovata. In primis io non credo 😀 agli esorcismi/talismani/iettatori et similia, come invece ci crede la maggior parte dei giocatori (carte, lotto, roulette, lotterie …). Comunque io non gioco con nessuno, neppure a rubamazzetto, mi limito ai solitari, in cui non è rilevante il seme della carta (so che nel poker sì è importante, e nell’ordine citato da Bonino). L’ordine deciso da me lo uso solo, quando mi ricordo, nel riporre nella scatola le carte, sempreché si trovino, a solitario finito, divise per seme. Ciao.

  13. ZeroDx

    Voglio fare un film sulle carte. In 3d.

  14. ella

    Condivido in pieno! Pensa che l’ultima volta che ho giocato a carte è stato un rubamazzetto con mia nonna, avevo circa 8 anni… Poi mai, mai, più mai.

  15. frank

    che poi nella cattedrale di saluzzo al fante di fiori gli han fatto una vetrata e ho scoperto che si chiamava chiaffredo. ma dev’esser stato più buono degli altri fanti, e delle regine e dei re, ma anche del quattro di quadri che a loro nessuno gli ha mai fatto una vetrata in chiesa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

© 2024 e io che mi pensavo

Theme by Anders NorenUp ↑