un blog che parla di niente

Un pippone che secondo me è soddisfacente anche se il pensiero di Dostoevskij non è proprio la prima cosa a cui pensate quando vi alzate al mattino

C’era il professor Gianlorenzo Pacini, docente di letteratura russa all’Università di Siena, che ha curato e tradotto un libro per Feltrinelli che è una raccolta di lettere di Fëdor Dostoevskij* che han chiamato Lettere sulla creatività, e nella prefazione di questo libro, sempre del professor Gianlorenzo Pacini, il professor Gianlorenzo Pacini parla del pensiero di Dostoevskij, e in effetti, la prefazione, si intitola proprio Il pensiero di Dostoevskij.

Dice Gianlorenzo Pacini nella prefazione che se esista un pensiero di Dostoevskij e come lo si debba interpretare costituisce un tema di un dibattito che si viene svolgendo da più di un secolo intorno all’opera dello scrittore russo e che ancor oggi si deve considerare tutt’altro che concluso. Dice Gianlorenzo Pacini che non ha intenzione di ripercorrere le tappe della discussione ma che si limiterà a osservare che oggi, finalmente, esiste un accordo quasi generale nel riconoscere una valenza filosofica al fenomeno Dostoevskij, cioè l’esistenza di un “Dostoevskij-pensiero”, ma come si articoli questo pensiero, se sia dotato di una sua coerenza interiore, se abbia una sua attualità e in qual rapporto si trovi con il pensiero filosofico contemporaneo, a quali settori della realtà umana si riferisca e dove esso vada cercato […], ebbene, tutto questo è ancora oggetto di una discussione che negli ultimi anni si è arricchita di nuovi e notevolissimi contributi.

Riassumendo, ci dice Gianlorenzo Pacini nell’introduzione al libro Lettere sulla creatività da lui curato e tradotto per Feltrinelli, che dopo un secolo di discussioni si è giunti alla conclusione che un pensiero di Dostoevskij esista quasi di sicuro (anche se non son proprio tranquilli tranquilli), ma non hanno idea di quale sia, se abbia un qualche senso, e di dove si trovi.

Tutto questo mi è sembrato meraviglioso.

34 Comments

  1. caino

    e questo penso si possa dire di chiunque non sculetti davanti a Greggio e Iacchetti.
    right?

  2. Nemo

    Tranquilli, un pensiero filosofico di D. esiste, e lo stiamo cercando. Se lo avvistate, telefonate al… 😀

  3. Federica

    Beh, sono a buon punto, insomma.

  4. Gab

    La cosa preoccupante è che il Dostoevskij-pensiero è un tema ancora così vago che un po’ tutti cercano di trascinarlo a forza nella propria parrocchia. Per i ciellini D. è un mito, tanto per dirne una, visto che di lui filtrano solo l’aspetto mistico e lo fanno passare per una specie di invasato clericalconservatore (cioè uno di loro), ma in URSS facevano lo stesso con il suo passato socialista o, come direbbe oggi la stampa, anarcoinsurrezionalista (socialismo nella Russia imperiale del 1800 era praticamente quello). Io ho studiato letteratura russa e ho fatto addirittura un corso monografico su di lui assieme a dei ciellini: vi assicuro che avevano il cervello talmente lavato dal misticismo che nemmeno Pete Doherty con l’eroina.

  5. regulus21

    E allora perché si continuano ancora a leggere i suoi libri?

    Certo, se si legge la Tamaro, allora anche Dostoevskij ha un perché…

  6. il barbun

    Pare che il C.e.r.n. stia costruento sotto il Cervino un acceleratore di lettori per tentare di catturare il Dostoevskijno.

  7. kutavness

    Per curiosità: quante pagine sono servite all’esimio Prof. Pacini per scrivere tutto ciò?

  8. eio

    Tutto questo pensare mi inquieta

  9. Christian Frascella

    Molto utile la prefazione di codesto emerito [qui c’era una parola che potrebbe valere una denuncia per diffamazione. siccome non condivido ho preferito editare il commento. scusatemi. NdEio]. E spero Pacini mi perdoni “l’emerito”.

  10. marchino

    Salve, sono il pensiero di Dostoevskij, mica che per caso avete visto passare un corpo, eh? No, eh? Come? E’ morto? E adesso?

  11. massimo

    a dire la verità basta leggere L’idiota è lo si capisce subito quale sia

  12. eio

    è solo la prima pagina, dai. però io mi son messo a ridere mentre la leggevo, non ne potevo più 🙂

  13. Andrea Martines

    Se lo trovano i giornalisti prima di noi, mi sa passeremo l’autunno a fare foto posticce dei fratelli K(aramazov).

  14. SdL

    amo i professori vaghi e inesaurienti

  15. eio

    volevo solo dire che fare questo post qua mi è costato 7 euro. poi non dite che non vi voglio bene, eh.

  16. Peyote

    Praticamente un tipo ha scritto un libro, senza chiudere il cerchio, per capire se esista o no sto pensiero?
    Un libro per dire “massì, forse qualcosa l’avrà pur pensato anche lui no?”

  17. Zia Petunia

    Ecco perchè il pensiero di Dostoevskij non si trova mai nei bigliettini dei baci Perugina…

  18. Lara

    sai quanti ce ne sono, così?
    e tutti, lì dietro a dire… “azz..è vero…sto prof è una bomba!”
    lecchini. portaborse. chiamali come vuoi.

    ci credo che ti sei sbellicato!!!!
    §_§

  19. aitan

    Qualcuno dovrebbe scrivere un lungo e denso saggio per stabilire se esiste un pensiero di Gianlorenzo Pacini

  20. kutavness

    Dicevo che quello di eìo dell’altro ieri era uno stream of consciousness di quelli pesi, ma in confronto a quello del qui presente Pacini impallidisce. Eìo, mi sa che la prossima volta dovrai superarti! (ma non so se ti conviene, più in là di così potrebbero insorgere danni cerebrali o devianze socio-psico-sessuali)

  21. PAdBN

    Certe volte la vacuità dell’accademia mi spaventa… altre volte è solo invidia… (commento che generalizza decisamente più del consentito)

  22. Vipera76

    Caro eio,
    Scusa se ti scrivo un commento non pertinente con il tuo post (fantastico come sempre:D) ma ci tengo a comunicarti tutta la mia gioia nel ritrovarmi citata nel tuo tumbrl. Ho molta stima e simpatia per te e adoro quello che scrivi…Cosa dire? Sono lusingata. Per una neofita della blogosfera come me è un’emozione impagabile. Grazie grazie grazie.

  23. Orazio

    Ecco dov’è finita la pagina che avevo smarrito! E’ stata rubata da Pacini! Se qualcuno può faxarmela, la reinserisco nella piece in cui avrebbe dovuto essere già da tempo.

    Cordialmente, Eugene Ionesco

  24. eio

    diciamo che messa così fa ridere, e quando ho comprato il libro mi son messo a legger la prefazione per strada e effettivamente ridevo come un cretinetto, però, d’altro canto, non bisogna dimenticare che le cose stanno effettivamente così, e non è come dice massimo sopra “a dire la verità basta leggere L’idiota è lo si capisce subito quale sia”, perché poi in ogni libro il Dosto, come lo chiamiamo noi amici del cuore, (vabbé mi son accorto che stava prendendomi la mano, lascio perdere) (le cose stan proprio come dice Gab, né più ne meno, Dosto, gli piglian una frase e ZAN, diventa roba loro)

    vabbé lassam perdere, ché io non so mica niente, di Dostoevskij

  25. ifix oh

    di questo post non ho capito veramente nulla…..pazienza, sopravviverò..non leggo “dostoieschi”..ke gnurant….

  26. eio

    Vipera: grazie a te 🙂

    ifix: vabbé non era neanche necessario sapere chi era dosto, eh.

  27. Gab

    “a dire la verità basta leggere L’idiota è lo si capisce subito quale sia”

    ???
    E sarebbe?

  28. massimo

    ironia…..

  29. Gab

    Ah, ironia. Che sbadato, è solo che se n’era accorto solo il sismografo.

  30. eio

    🙂

  31. Chicca

    mio dioooooo! Un dostoieschi pensiero…roba grossa! quasi quanto un Edgard-abito! ;:DDD

  32. Alessandro

    oddio che citazione! 🙂

  33. gladiatore

    a me nn importa il suo pensiero…mi piace leggerlo e basta

  34. Prof. Pacini

    A me l’osservazione del professore non pare tanto scontata o inutile. Non si puo’ pretendere da un romanzo che un’idea possa venire articolata e svolta allo stesso modo che in un ordinario saggio filosofico. Tutt’al piu’, e questo e’ il merito “filosofico” di D. (o per alcuni un difetto, dal punto di vista del verismo descrittivo), i personaggi si fanno portatori, con una coerenza disumana fino alle estreme conseguenze (particolarmente nei Demoni), di idee forti che guidano le loro esistenze ed entrano in conflitto dialettico con le idee incarnate dagli altri personaggi sulla scena. Il risultato? Una specie di dialogo platonico agito, con le parole e con i fatti. Non credo che D. volesse pubblicare “romanzi a tesi”, quanto illustrare attraverso la finzione narrativa la probematicita’ di certe posizioni filosofiche, nel momento in cui qualcuno se ne fa davvero carico e le mette alla prova nei contesti delle vita quotidiana. Non mi esprimo invece sull’epistolario, che non conosco…
    Per concludere ‘sto pippone, non conosco il professore, ma giudicarlo da una frase, decontestualizzata, contenuta nella prima pagina della sua prefazione, mi sembra azzardato.

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