un blog che parla di niente

Scarrafoni

C’è questo proverbio napoletano che dice che lo scarrafone è bello a mamma sua, e ha senso: tutti i bambini son belli per i genitori, ma l’altro giorno mi è capitato che il figlio di mio cugino, che ha un anno e poco più, era qui con me, e quando è arrivato mio cugino, suo padre, lui ha sorriso, suo padre l’ha preso in braccio e lui gli ha dato subito un bacio. Questa cosa mi ha un poco sconcertato: non solo lo scarrafone è bello a mamma sua, ma è bello anche a figlio suo. Io per esempio mio cugino non l’avrei mai baciato.

10 Comments

  1. Amanita

    apposta gli scarrafoni fanno i figli

  2. cica

    Solo un commento per ora… pare che gli scarrafoni non siano davvero molto amati se non dalle loro mamme.

  3. frank

    e come si riconosce mamma scarrafona dal resto della famiglia scarrafona cugino scarrafone compreso?

  4. leonardo

    sei una persona orribile / 9 (ho perso il conto…)

  5. La Cosa

    Fammi vedere tuo cuginio e poi ti dico se val la pena baciarlo 😉

  6. Spuzza

    come è vero 😀

  7. splendidi quarantenni

    every scarface’s good to his mother, disse Shakespeare dopo una breve vacanza a Ischia. E come dargli torto.

  8. transit

    quando tenevo quattro anni e stavo col culo a terra in mezzo al vicolo e sotto un angolo, tra mura e strada, ho visto una mamma, un papà e un cucciolo di scarrafoni che se ne correvano belli belli, ero talmente preso dalla bellezza dello scarrafunciello, ci credevo a tal punto che ogni scarrafone è bello a mamma soia, che me lo sono mangiato.
    caspita se era croccante, afceva ciac ciac cric e croc. poi mi hanno portato all’ospedale dei Pellegrini che lì è tutto un via viai di pellegrini tutti struppiati e piangenti e impauriti. dopo ero ancora più bello agli occhi di mia madre che diceva: quanno è bello ‘o scarrafone ‘e mamma soia. e più dopo ancora mi hanno dato un aereplano che c’aveva la carica ma io l’ho scassato per vedere dentro cosa ci stava. la l’aeroplano non c’entrava nulla con lo scarrafunciello che ogni scarrafone è bello a mamma soia.

  9. silvia

    quello di transit è un post, non un commento!
    di chiaro stampo kafkiano!

  10. Transit

    Work in progress. Corpi di corpi cangiano. Metamorfosi.

    No no no quello che da piccolo ho visto correre veloce sotto il muro, nero e lucido, con le sue zampette pelosette(o era altro?)non era un cicles ma proprio uno scarrafone. probabilmente era orfano perché sua madre non si è fatta sentire. a me mi hanno portato in ospedale: lì, davvero, ci sono un sacco di cicles buttati dappertutto. di tanto in tanto lì puoi farti una pancia così.

    Prima di mangiarlo e masticarlo, intendo lo scarrafone, ci ho parlato un pò. Anzi, era lui che si sbatteva tanto nel cercare un dialogo. Lo tenevo per una zampetta, ma lui scalciava, per modo di dire, in maniera frenetica: insomma, lo scarrafone aveva capito che la sua nera e umida esistenza era agli sgoccioli. A un certo punto faccio per mangiarlo, ma sento una voce che dice: – Ehi, bello, ma tu non sai chi sono io. – Però gli altri adulti e bambini erano alle estremità del vicolo e la porta di casa mia e quelle delle altre erano chiuse. A quel punto mi è venuto di staccare una zampetta allo scarrafone. E ho sentito un urlo acuto.

    -Porca miseria ma allora sei proprio un sadico e un animale. Mi hai staccato una zampa, adesso claudicherò e tu lì a chiamarmi lo Zoppo del quartiere. Adesso però fermati e non commettere altre sciocchezze contro di me. –

    Mamma mia ma sei proprio tu a parlare, eppure gli scarrafoni da che mondo è mondo non hanno mai parlato, gli ho detto.

    – Sai come mi chiamo? –
    – No, ma dillo tu, perché gli indovinelli mi scocciano –
    – Sono lo scarafaggio più importante e noto della storia della letteratura: insomma un racconto scritto da un grande scrittore ebreo praghese mi ha reso famoso e immortale: io sono Gregor Samsa –
    -Embè c’aggia fa che sei Grigorio –
    -Innanzitutto un pò di rispetto per me e per Franz –
    – Grigorio, sentimi bene, finiamo qui questa specie di discussione, ma secondo me la fame e la curiosità hanno fatto venire le traveggole, cioè sono deperito e debole sento la tua voce che non esiste, ma è soltanto il frutto di un allucinazione da stomaco che non mangio … perciò, Grigorio ma finiscila di parlare perché tengo anche da fare, devo andare a giocare con i miei amici che stanno laggiù … perciò mò faccio un morso solo e ti saluto –

    E mentre ho inghiottito lo scarrafone parlante quello sbraitava come davvero fosse stato il famoso insetto nato dalla penna di Franz Kafka che io non conosco né di vista né direttamente. Non so se ci azzecca ma qui dicono: Mò pure il muschillo, cioè un insetto piccolissimo, tiene la tosse.

    Quando mia sorella Tellina d’o Mar uscendo di casa mi ha visto masticare e ingoiare, spaventata mi ha detto: – Cosa stai mangiando che qui nella credenza non ci sono neanche gli occhi per piangere? –
    – Mi sono mangiato a Grigorio Samsa – le ho detto ridendo.
    – Vuoi dire un biscotto un pezzo di cioccolato? – ha chiesto
    – Ma quale biscotto o cioccolatino. –
    – E allora parla cosa hai mangiato? –
    – A Grigorio Samsa ‘o scarrafone mi sono mangiato. Tellì forse non mi credi, quello parlava e si è lamentato pure –

    E così mia sorella urlava, chiedeva aiuto e correndo i ha portato in ospedale. A questa storia nessuno ha creduto mai.

    Ma le storie si sa sono tutte frutto di fantasia.

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