un blog che parla di niente

Noi topi

Dicevo, l’altra settimana, sono andato a mangiare al centro commerciale. Non l’avevo mai fatto, non so se lo rifarò, non mi giudicate, è andata così. Una cosa che non ho detto è che quel giorno lì, già che c’ero, ho dato una scorsa al cestone dei remainders, dove mettono i libri invenduti prima di mandarli al macero. E’ un mercato interessante, quello dei remainders, e bisognerebbe parlarne, ma per il momento basti dire che è un estremo tentativo da parte degli editori di racimolare qualche soldo prima che i libri invenduti diventino effettivamente spazzatura. Lo so, fa orrore, ma è così. Dal punto di vista del topo, invece, meno. Anche nel cestone c’è da rosicchiare. In effetti, io che sono un topo, nel cestone frugo sempre, e non è raro che trovi qualcosa che mi era sfuggito al momento dell’uscita, vuoi perché costava troppo, vuoi perché ero soprappensiero, vuoi perché ne aveva parlato bene/male qualcuno che ha creato in me un pregiudizio. Però, per pochi euro, si può tentar la fortuna di comprar dei libri che a prezzo pieno non si sarebbero comprati, e a volte si scoprono delle vere perle, o cose che sembrano esser state messe nel cestone proprio per noi topi.

L’altro giorno, frugando brevemente nel cestone del centro commerciale, ho trovato una copia della rivista Aut Aut dedicata a Thomas Bernhard, e non ho potuto fare a meno di pensare che fosse stata messa lì proprio per me. Non posso credere che nel cosiddetto bacino di utenza di quel centro commerciale ci possa essere un’altra persona che possa essere interessata a una raccolta di saggi critici su Bernhard. Forse noi topi crediamo sempre di essere più unici di quel che siamo veramente, però, in questo caso qui, mentre andavo a depositare i miei tre euro nella cassa automatica, mi son sentito veramente un prescelto.

15 Comments

  1. paolo beneforti

    è un promo per “Firmino”? ;D

  2. bloggointestinale

    La cassa automatica? Oh misericordia, i remainders colla cassa automatica, che mondo alladeriva.

  3. opaca massaia

    Sono un topo da bancarella, anni fa ho comprato a mille lire l’uno tanti libri della Baldini&Castoldi, favolosi..ma adesso trovo solo i libri di Moccia, non ho pregiudizi, ma un euro mi sembra troppo…caro.

  4. CptUncino

    A una mia amica è piaciuto molto Firmino…
    Comunque Sor Eio concordo sia sulla cosa che ci sentiamo unici e sia sulla cosa che a volte non vorrei far vedere alla cassiera quello che compro.

  5. eio

    Oh, Beneforti, per capirti ho dovuto googlare e m’è venuta quasi voglia di cancellare il post. Certo che fare un libro, e apparentemente un libro di successo per giunta, basandosi su una metafora così trita, non lo so. Potrei capire un post, ma un libro? 😉

    Bloggo, io amo la cassa automatica, così posso comprar cose, anche libri, che mi vergognerei a farle vedere alla cassiera 🙂

  6. CptUncino

    mwahahahahah! ah! ah!

  7. giovanni

    ciao
    sei interessato ad uno scambio link?
    grazie
    Sette Note
    http://www.settenote.org

  8. eio

    questo commento qui sopra è uno scherzo, vero? 🙂

  9. baotzebao

    SìSìSì. SI’

    E’ sempre il Giorno di San Firmino.

    Saluti alla Signora Mamma

  10. il barun

    Ma te, “Firmino”, l’hai letto?

  11. il barun

    Son diventato nobile!

  12. Magica

    Io, quando trovo cose belle nella “quasi spazzatura” non penso mica di essere prescelta, ne ho la certezza!!!

  13. pandabu

    bé si in effetti è proprio l’era del topo. (–> http://www.wuz.it …ehe)

  14. Xantro

    I remainders sono una vera manna per chi pratica il bookcrossing. Per pochissimi euro dai una seconda chance a libri che lo meritano, e questo un passo prima della camera a gas. Pare di essere eroi, e anche a buon mercato: cosa c’è di meglio?

  15. Transit

    Quando mi vedono scappano. Chiunque. Oltre che paura faccio ribrezzo. La stessa cosa che suscitano lo scarafaggio. Se poi lo scarafaggio compare in gruppo la faccenda diventa ancora più schifosa e orripilante.

    Eh, io sono il topo, quello di terra, vicino al mare e spesso mi si può vedere presso le fogne e le cloache che appunto sfociano in mare.

    Vi sembrerà strano, ma ho fatto amicizia con un tizio che si chiama Scarafaggio. La nostra è una conoscenza antica, di vecchissima data. Io e lui, cioè il Topo e lo Scarafaggio facciamo paura solo a farci vedere. Eppure ce ne stiamo sempre per i fatti nostri. Diciamo che siamo sempre a scandagliare le tenebre e il buio della notte e delle fogne. Le persone di qualunque età, non appena ci vedono, anche non aggredendole, ma solo perché scappiamo da un posto all’altro per raggiungere una tana o una via di fuga, sono talmente terrorizzate che sembrano tutte fotografie. Infatti, rimangono così impaurite da immobilizzarsi.

    Certo ci sono anche quelli che reagiscono impugnando una scopa o qualsiasi cosa per metterci in fuga o ammazzarci, ma noi, anche se non ne facciamo motivo di rivalsa e tanto meno di ribellione, fidiamo sul numero; noi siamo milioni e milioni. Anche se ne ammazzi uno per educarne cento, la cosa non funziona. Può sembrare strano, una stranezza a 360 gradi, ma poi tutto rientra nella normalità, ma a conti fatti è una normalità malata in cui compaiono tante patologie.

    Però, non è di questo che voglio parlare. Io sono uno che ha viaggiato e viaggia. E’ un eredità che ho ricevuto dal mio sangue e dal sangue delle rotte e di vecchie e nuove terre. A me, e a quelli come me, manca solo di partire per altri mondi. E perciò, colonizzare.

    Io sono il Topo e vi assicuro che siamo cresciuti in numero,furbizia, intelligenza e qualità fisiche. Anche senza volerlo, l’essere umano, sia il ricco sia il povero, sempre schiacciato dal ricco, ci spingono a fortificarci.

    Oltre a questa spinta indiretta degli umani e delle mafie politiche e affaristiche del potere, noi vogliamo assolutamente vivere. Anche perché ci odiano, ci schifano, ci fanno apparire agli occhi del genere umano come dei mostri schifosi.

    Ma non era nemmeno di questo che voglio parlarvi. Vi dicevo del mio amico Scarafaggio, beh, io e lui spesso ce ne stiamo lì in qualche vicolo del porto o nella stiva di una nave a parlare di quel che vediamo ogni giorno. Poi, ognuno se ne va per la sua strada in cerca di fortuna e della benzina che ti fa andare avanti, cioè la pagnotta compreso il companatico.

    Ecco, quando io e Scarafaggio ci vediamo e dissertiamo, notiamo molte cose che riguardano gli esseri umani che incontriamo tra i porti e le navi in partenza. A me a a lui finora è andata bene, nel senso che non ci hanno ammazzato con la scusa che siamo portatori di malattie come la peste e altro.
    Beh, io e Scarafaggio ci siamo detti che nonostante siamo diventai più esperti e forti e lasciatecelo dire, anche ironici e ridanciani, di peste in giro e altre malattie veicolate da noi, non ne scoppiano da un pezzo.

    E poi, dove non arriva la guerra, arriviamo noi. Anzi, poiché non giunge più la peste portata da noi come nel Seicento e Settecento, arriva sempre più la Guerra. Nonostante il nostro essere immondi, la Modernità da inizio Novecento a oggi, è la Guerra. Però, facciamo più paura noi topi e scarafaggi che la Guerra.

    Eppure non era nemmeno questo di cui volevo parlare. Dovreste vederci come ce ne stiamo tranquilli a chiacchierare io e lo Scarafaggio, specie di sera, quando cala il buio e si accendono le luci o nel buio, gli uomini, certi uomini, tessono le loro trame.

    Io e lo scarafaggio vediamo e ascoltiamo di tutto tra la terra ferma e le navi in partenza, mentre quelli che rimangono sulle banchine salutano i loro cari e forse un giorno li raggiungeranno sperando in qualcosa di meglio.

    Vediamo bambini che piangono per la fame. Uomini altezzosi senza arte ne parte che approfittano tre volte tanto delle loro mogli, sorelle o fidanzate. Ci sono quelli che lo fanno su grande scala e quelli al livello più asso.

    Quando tra primo e ultimo livello l’unione si intreccia e si fortifica,lo schifo e la spudoratezza e il non vergognarsi, aumenta a dismisura; a quel punto verità e falsificazione, si nutrono e assumono fattezze immonde, ma parlano il linguaggio della ragionevolezza della Neolingua del turbo capitalismo o anche globalizzazione liberista.

    Intanto le malattie e la paura e il ribrezzo, solo a guardarci, li suscitiamo noi. Vorrei continuare, ma ci stanno dando la caccia tra sanificazione, derattizzazione e bonifica.

    Certo tra i passeggeri ci sono quelli che tra i vicoli e sulla nave continuano a fare i mafiosi e i camorristi, cioè i prepotenti, ma costoro pur essendo proletari e sottoproletari, hanno scelto di passare dall’altra parte, anche se dicono di odiare chi ha soldi e potere. Ma anche a costoro interessa il potere per il potere, i soldi e schiacciare sempre più gli onesti.

    Proprio ieri all’alba ho fatto più che un sogno, un brutto sogno, anzi era un incubo … fuori una fabbrica c’era uno schieramento possente di polizia schierata a difesa di operai che volevano entrare nella fabbrica per lavorare e ce n’erano altri, nemmeno tanti, anzi davvero pochi che volevano dire agli altri operai di non entrare a lavorare il sabato e la domenica per fare lo straordinario;

    questi ultimi operai(erano topi e scarafaggi da far schifo e incutere paura e terrore oltre che ribrezzo … o forse i topi e gli scarafaggi erano gli operai in entrata, nemmeno con gli sguardi bassi di chi sta rubando la dignità di altri operai; quelli ad esempio licenziati, o in cassa integrazione da cinque anni o … non parlare parole mutanti introiettare la sporcizia di chi comanda, sfrutta e condanna a morte.

    Si, erano queste le cose di cui volevo parlare sul ponte della nave, nei tuguri della stiva. Però pur essendo un topo non sono un topo di biblioteca. Il fatto è che nelle biblioteche e nelle librerie il formaggio non lo trovi nemmeno a cercarlo. Certo, in certi libri ci sono dei formaggi vari e saporiti, ma tocca sempre vederli e toccarli con l’immaginazione e la fantasia e io come topo topo il formaggio lo voglio tra le zampette e i denti aguzzi da roditore. Non ditemi niente, ma devo scappo in una vecchia salumeria. E se mi viene, è lì, insieme ai formaggi, agli affettati e alle mozzarelle che annusando leggerò e scriverò. Un giorno, forse, diventerò un topo di biblioteca.

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