un blog che parla di niente

Mi mangiassero i grilli

Andavo in terza elementare quando ho scoperto che le ostie intinte nel miele sono buone. Era un sabato pomeriggio caldo e assolato, c’era catechismo. Suor Camilla ci aveva portato in una stanza umida e si stava esibendo in uno dei suoi assoli sui sette vizi capitali. Avevo fame, la nonna non aveva cucinato niente a pranzo. Mi infilai il mignolo nel naso, stuzzicai con l’unghia qualche capillare. Aspettai che il sangue fosse colato fino al mento, poi chiesi il permesso di uscire.
Sgusciai fuori.
Andai in bagno e mi lavai con acqua fredda, bloccai l’epistassi. Bighellonai per i corridoi scuri, stipati di incomprensibili porte chiuse. Uscii nel chiostro e mi sdraiai su un muretto, al sole. Lo stomaco mi si contorceva come un lombrico: non avevo fatto neanche colazione perché la nonna aveva buttato i biscotti dalla finestra.
Entrai in chiesa, era vuota. A quell’ora le vecchie vestite di nero si incollavano alle telenovele brasiliane. Spostai con fatica il trono in mogano e raso rosso su cui padre Franco si assopiva ogni domenica. Lo portai sotto il tabernacolo, ci salii sopra e tirai fuori la pisside. Avevo un vasetto di miele all’eucalipto in tasca.
Ero nascosto sotto l’altare e stavo masticando il mio ultimo biscotto, uno strato di miele fra due strati di ostia, quando spuntarono i sandali di padre Franco e i suoi piedi nudi. Smisi di masticare tenendo mezzo biscotto in mano, all’altezza della bocca. I piedi si fermarono davanti a me, potevo osservarne i talloni neri. Trattenni il fiato. I piedi ruotarono di 180 gradi, mostrandomi le unghie lunghe e gialle. Il miele mi scendeva sulle dita. Padre Franco si abbassò, la sua testa comparve sotto l’altare, alla rovescia. Mi fissò a lungo, aveva le sopracciglia grigie intricate come un rovo. Non sbatteva mai le palpebre. Poi, quando il miele era colato fino al gomito, mi afferrò per un orecchio e mi trascinò verso il portale, lungo il corridoio delimitato dalle panche. L’orlo del saio gli accarezzava le caviglie mentre il mio orecchio diventava molle e scarlatto come i bargigli di un gallo. Sul sagrato si fermò, mi tirò verso l’alto fino a sollevarmi in punta di piedi e mi diede un calcio sul culo così violento che il sandalo gli volò in aria. Aspettai che se ne fosse andato e, piangendo, corsi sotto l’altare a riprendere il barattolo di miele e il mezzo biscotto che mi era sfuggito di mano.
Da allora, sono ateo.

Ho cominciato a leggere questo libro, di cui avete appena letto l’incipit. Per ora, mi sta piacendo davvero molto. Ho anche scoperto che l’autore ha un blog.
Scusate, oggi non ho voglia di scrivere. Magari più tardi mi viene, chissà.

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19 Comments

  1. alebino

    e ti credo! Come si fa a prendere a calci un bambino!
    A me la suora in prima elementare raccontava del demonio e dell’inferno, lo descriveva come un posto pieno di gente cattiva, diabolica… noi bimbi uscivamo dalla cripta piangendo.
    Mah!

  2. valeria

    è il sandalo che vola via che dà il tocco a tutto il racconto. bellissimo. 🙂

  3. eìo

    e questo è solo l’incipit. leggete il resto del libro 🙂

  4. LORD VOLDEMORT

    NON ESISTE L’ INFERNO LO SAPETE? LA BIBBIA PARLA CHIARO…

    P.S. SONO ANDATO ANCH’ IO DALLE SUORE! SONO TERRIBILI. UNA MI HA PRESO PERFINO A CALCI! IO PERò LE FACEVO DISPERARE!

  5. LORD VOLDEMORT

    C’è QUALCUNO? TEMPUS SEVERUS EST!

  6. eìo

    Ciao Voldemort!

  7. Alice

    Eccolo!
    Ma come, te lo sei lasciato scappare così?

  8. eìo

    eh, cosa vuoi, non c’ero…

  9. Andrea D'Agostino

    Ciao eìo.
    Piacere di conoscerti e grazie.
    Sono contento che i Grilli ti stiano piacendo e spero lo facciano fino alla fine. Grazie per aver consigliato il libro e aver pubblicato l’incipit. Grazie assai.
    Toglimi una curiosità, come ne sei venuto a conoscenza?
    E per finire, ho letto del concorso fotografico. Posso partecipare offrendo un paio di libri? Il primo, una copia dei Grilli. Come secondo, lasciami il tempo di decidere quale. Sei d’accordo?
    A presto.
    Andrea

  10. eìo

    Che bello averti qui. Bene, già mi onoro di avere Giancarlo Tramutoli come commentatore quasi abituale, e Gianluca Morozzi una volta sola, e anche Adrian Bravi. Potremmo trasferire il sito di Fernandel qui da me, che dici? 🙂

    Come conosco il tuo libro è presto detto, sono abbonato a Fernandel, la rivista.

    Per quanto riguarda l’offerta ti ringrazio moltissimo, e ovviamente accetto 🙂

    Speriamo solo che le foto comincino ad arrivare a ritmo più sostenuto che non vorrei aver più premi che partecipanti 🙂

    Ancora complimenti. va avanti bene 🙂

  11. stark

    Uffa, fior di scrittori contribuiscono al montepremi, e io giocoforza sono fuori concorso. Valgono le foto prese su una metro giapponese? 🙂

  12. eìo

    certo che sì! valgono doppio! 🙂

  13. Andrea D'Agostino

    Oplà, allora ti devo una copia dei Grilli più una copia misteriosa. Te le mando appena torno in Italia, al momento sono in Spagna a fare l’Erasmus. Cioè fra un paio di settimane.
    Ma se sei abbonato alla rivista, hai mica letto manca l’acqua? Era un racconto uscito due numeri fa, se non sbaglio coi calcoli.
    Vado a cucinare una tortilla, insomma una frittata. Sta’ bene.
    Andrea

  14. eìo

    Certo che l’ho letto! era in apertura del numero scorso, mi pare! ti scrivo in privato!

  15. Andrea D'Agostino

    Aspetto.

  16. lottatore mascherato con gli occhiali

    la mia suora però aveva un grosso neo sulla guancia pieno di peli. quando cercava di regalarmi un atto di affetto, mi regalava anche del male, pungendomi.

  17. Andrea D'Agostino

    Ognuno ha avuto le suore che si meritava.

  18. eìo

    a me le suore non m’hanno mai picchiato. ma ci son stato solo all’asilo, e mi ricordo che mi davano della carne che era immangiabile, masticavo masticavo e poi a volte riuscivo a deglutirla tutt’intera, a volte direttamente sputavo 🙂

  19. eìo

    hey ma il lottatore è vmf. benvenuto! 🙂

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