un blog che parla di niente

La signora con una grande distanza tra il naso e la bocca

(grazie a tutti quelli che hanno scaricato l’ebook Volevo essere un neo-distruzionista ma la mamma non mi avrebbe lasciato, spero vi sia piaciuto. Rimarrà ancora in download gratuito per un po’, poi lo tolgo, mi sa.)

Mentre stavamo atterrando all’aeroporto di Firenze, c’erano nuvole e nebbia, si vedeva dai finestrini che c’erano nuvole e nebbia, mentre stavamo atterrando abbiamo sentito un colpo di motore, e l’aereo, l’inclinazione dell’aereo, improvvisamente aveva preso a puntare verso l’alto, e io ho pensato che non ce la faceva mica ad atterrare, che ci aveva provato, ma non ce la faceva, e Lei, che dormiva, sul sedile al di là del corridoio, si era svegliata, le avevo detto di star tranquilla e Lei aveva richiuso gli occhi.

L’aereo era mezzo pieno, o mezzo vuoto, e la signorina del Check-in, una signorina molto lenta, ma molto molto lenta, ci aveva chiesto se volevamo il posto vicino al finestrino, noi gli avevam detto che era uguale, ci bastava star vicini, poi siam arrivati sull’aereo, ci siam accorti che sull’aereo, che era mezzo vuoto, ci aveva dato due posti ai due lati del corridoio.

L’altoparlante diceva che era il pilota che parlava, e diceva che c’erano nuvole bassissime proprio sulla pista di atterraggio e che non si vedeva niente, che si aspettava un attimo e si riprovava, e il signore di fianco a me, Pannella, l’ho chiamato Pannella perché somigliava a Pannella, il signore di fianco a me, Pannella, diceva Gli strumenti diobono, non ce li ha gli strumenti, a cosa servono gli strumenti se poi devi vedere, e la signora davanti a me, la signora che avevo chiamato La signora con una grande distanza tra il naso e la bocca, l’avevo chiamata così perché tra il suo naso e la sua bocca c’era una grande distanza, La signora con una grande distanza tra il naso e la bocca diceva che ormai era troppo tardi per dirottarci su Pisa e che ci avrebbero dirottato su Genova, e Pannella diceva che invece ci avrebbero dirottato su Bologna, e io non dicevo niente, io speravo che non ci dirottassero da nessuna parte.

Prima, all’aeroporto, in coda per il Check-in, una signora bionda con la pelliccia aveva cercato di passarci davanti. Si portava dietro suo marito come se fosse una valigia, un trolley. Tutte le volte che la coda avanzava, lei si portava un po’ verso destra, e un po’ più avanti di noi. Avevo cercato di non guardarla, facevo finta di niente, anche perché avevo cominciato a parlare coi signori che c’erano davanti. Magari aveva pensato che fossimo un gruppo unico, e aveva desistito, avevo pensato. Invece no, ho visto poi che ci aveva superato da sinistra. Tutto il gruppo. Lei, la sua pelliccia, e suo marito.

Dopo un po’ si vedeva e si sentiva che ci stavamo di nuovo avvicinando a terra, e si vedevano le luci sempre più vicine, e Pannella aveva detto che era Cesena, di sicuro era Cesena, che ci avevano dirottato a Cesena, e io invece siccome il pilota non aveva detto niente, siccome il pilota non aveva neanche fatto un rapido sondaggio per vedere se preferivamo, noi passeggeri, Bologna, Cesena o Genova o Pisa, io pensavo che stessimo riprovando ad atterrare a Firenze. Non Pisa, perché ormai era troppo tardi, aveva detto la signora con una grande distanza tra il naso e la bocca.

L’aereo aveva poi toccato terra, e la voce dall’altoparlante aveva detto Benvenuti a Firenze, ci scusiamo per il disagio, Lei si era svegliata, non aveva sentito niente, sentiva solo Pannella che diceva Non hanno neanche il coraggio di dirci dove siamo, E ditecelo che siamo a Cesena, è ovvio che siamo a Cesena, e vedeva la signora con una grande distanza tra il naso e la bocca – una di quelle signore a cui cederesti volentieri il posto sull’autobus ma capiresti che sarebbe una di quelle signore che se tu ti alzassi per farle posto ti risponderebbe Ma come si permette – e vedeva la signora con una grande distanza tra il naso e la bocca che tirava giù le sue borse e valigie, e la pelliccia, mentre l’aereo stava ancora procedendo ad altissima velocità lungo la pista, e noialtri, tutti, eravamo ancora tutti lì schiacciati contro i sedili.

Ah, la bionda con la pelliccia, avevo pensato. Non l’avevo mica riconosciuta.

E quando l’aereo aveva toccato terra, molti avevano applaudito, forse non erano i soliti italiani che applaudono quando l’aereo atterra, forse erano italiani che avevano tirato un lungo sospiro di sollievo quando l’aereo aveva toccato terra, e avevano sentito la voce che diceva Benvenuti a Firenze, e Pannella diceva Ma cosa cazzo c’hanno da applaudire, gli strumenti, non sanno neanche usare gli strumenti questi qua.

E la signora, ancora prima che l’aereo si fermasse, aveva preso suo marito e si era diretta verso l’uscita, noi eravamo ancora tutti seduti, tutti gli altri, anche Pannella, che continuava a dire che eran poco seri, a farci credere che era Firenze, quando si vedeva benissimo che non era Firenze, a guardar fuori dal finestrino.

E la signora con una grande distanza tra il naso e la bocca, con la pelliccia e suo marito al seguito, sono scesi per primi, e noi invece ce la siam presa comoda, abbiam lasciato uscire tutti, siamo usciti anche dopo Pannella, e io avevo tanta voglia di raccontare a Lei quel che era successo mentre Lei dormiva, ma Lei aveva già capito, mi faceva segno che glielo avrei raccontato dopo, mentre ci alzavamo e seguivamo Pannella che parlava con il comandante e con le hostess cercando di convincerli che non eravamo affatto a Firenze, ma a Cesena, e loro non volevano crederci.

Siamo scesi, sulla navetta eravamo in piedi vicino alla signora con una grande distanza tra il naso e la bocca, alla sua pelliccia e a suo marito, e quando la navetta è arrivata al terminal degli arrivi loro son usciti subito, e sono andati in tutta fretta al controllo passaporti. Quando noi ci siam passati, loro erano già spariti.

Li abbiamo poi rivisti che erano lì, che aspettavano i bagagli. Noi, solo bagaglio a mano, niente bagagli da aspettare. La signora con una grande distanza tra il naso e la bocca ci aveva guardato andare via arricciando un po’ il naso.

16 Comments

  1. stark

    BENTORNATO

    (Qua a Cesena, peraltro, mai stato, l’aeroporto)

  2. sid

    BENTORNATO

    (Qua a Padova, invece, l’aeroporto c’è. piccolo ma c’è)

  3. khenzo

    Firenze, Cesena, dettagli

  4. Gennaro

    Che brutta signora. Bentornato Eio, son contento che sull’aereo non ci fossero terroristi.

  5. leonardo

    Che figata solo bagagli a mano andar via appena scesi

  6. La Cosa

    Bentornato 🙂
    A Como solo idrovolanti 😉

  7. marcoboh

    l’ha arricciato, il naso, ma c’è arrivata fino alla bocca? 🙂

  8. lindalov

    Questo post è lungo come la distanza che c’è tra il naso e la bocca della parruccona bionda con la pelliccia.
    Mi hai fatto venire l’ansia. Vado a prendermi uno xanax.

  9. Petruschov

    La signora con una grande distanza tra il naso e la bocca mi sa che diventerà una di quelle vecchine che quando sono in fila dal panettiere gli si accendono gli occhî di una luce rossa, e lo scopo della loro vita diventa abbattere gli ostacoli che si frappongono tra loro e il bancone.

  10. Franco

    Ma non è che Pannella qualche minuto prima ha fatto una capatina in bagno magari con una bustina di tabacco drum e qualcosina di scuro avvolto nella pellicola?
    Chissà quanti centimetri ci passavano dal naso alla bocca…
    Mi sto immaginando un mostro.:)

  11. papè

    lungo atterraggio, lungo post. bentornato e che il 2010 sia un buon anno.

  12. Blue

    bello

  13. zerodx

    la mirabolante cronaca della sconfitta della signora con una grande distanza tra il naso e la bocca: superare la coda e arrivare dopo il successivo! epico!

  14. disma

    io pensavo che alla fine l’assassino era quella che dormiva, come nell’enigmista, che lì l’avevo capito subito che era l’assassino e allora volevo applicare lo stesso schema a questo post, non ha funzionato.

  15. LorenZo

    Il commento di disma alla fine mi ha fatto morire dalle risate. Bello cmq il post. Ho apprezzato particolarmente le ripetizioni speculari. Ho apprezzato. Apprezzato ho. Ho?

  16. Qfwfq

    E io invece, in mezzo a una tempesta avevo due cinquant’enni a fianco che piangevano un sacco dalla paura, mentre il mio amico dal sedile dietro imitava un pecoraio del mio paese che ha una voce molto nasale. Era brutto perchè mi veniva sì da vomitare, ma sganasciavo troppo. Alla fine quando ho visto l’hostess e il pilota che scendevano coi trolley lungo il corridoio del terminal, ho pensato che avevano il ghigno di quelli che se la fanno di nascosto sotto le coperte. C’est la vie.

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