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La corsa dell’evoluzione

L’umano, ho sempre pensato, nella sua evoluzione, mi dicevo, è sempre stato caratterizzato da una progressiva perdita di pelo. È vero, cosa vuoi fare, se guardi le scimmie, poi guardi i vari stadi dell’evoluzione, ci son sempre meno peli in ballo, e io, nel mio essere glabro, mi ritengo, e mi son sempre ritenuto, un passo avanti, un post-umano, e a ragione, secondo me. Li guardi, certi capelluti, certi barbuti, e non puoi non pensare che debbono esser rimasti un po’ indietro, son gente che, evidentemente, ha i geni pigri, che magari si son fermati a riposarsi un po’, si son fermati a bere una bevanda in un chioschetto, poi vuoi non fare due parole, e magari prendi anche un po’ di formaggio, un bicchiere di vino, poi passa il tempo, e quando guardi l’orologio è già tardi, la corsa per l’evoluzione l’hai bella che persa. Io, mi son sempre detto, son un passo avanti, son tra i primi nella corsa per l’evoluzione, di sicuro salirò sul podio, magari non primo, ma sicuramente mi piazzo bene. Poi l’altro giorno mi son guardato, ho un bel po’ di peli, sotto le ascelle. A cosa servano non so, ma di sicuro, un po’, nella mia corsa, mi rallentano. Uno di questi giorni li taglio.

17 Comments

  1. La Rejna

    che razza di parachiulo.

  2. Frator

    E pensare che quando avevo 14anni ero entrato in crisi per il primo capiente manifestarsi della caduta del pelo. Poi mi è passata questa voglia di crin(e)-(crin in piemontardo è maiale e si sa) e da allora la lavata di faccia mattutina avviene compiendo il giro del mondo. Altro che turista per caso…io lo sono di capo-collo!!! “Nel mio passato glabro” mi diceva un tale, con un presente imparruccato!!!

  3. Alessandro

    ma no ma come! ma come si permette signorina!

  4. SpeakerMuto

    Se il glabro rappresenta la civiltà, preferisco i pubi femminili anni 80, belli ‘gnoranti.

  5. luke

    sublime…

  6. nikink

    ma no che non ti rallentano, nella corsa: solo un po’ se la fai a nuoto

  7. Claudiappì

    Vado a fare subito la ceretta.

  8. Alessandro

    La ceretta è barare.

  9. cq

    Non avalliamo, per cortesia, questa disdicevole moda del depilatoatuttiicosti che a me, pare, è decisamente involuzione, altrocché.
    A me comunque i calvi piacciono, ma finisco sempre con calvi barbuti e peluti.

  10. Alessandro

    Non sia mai, come dicevo: depilarsi artificialmente è barare.

  11. Giovanni Arcari

    Lo psicoterapeuta ha fatto un lavoro straordinario, certamente da consigliare anche a chi ce l’ha piccolo. 🙂

  12. Heinz

    Come diceva il poeta «ammiro infinitamente quelle mosche, che non so se sono mosche, perché mi sembrano un po’ più piccole delle mosche, comunque quegli insetti che con estrema precisione si portano al centro della stanza, dove di solito penzola un lampadario, e stanno sotto questo lampadario, acceso o spento, e girano attorno, facendo dei quadrati quasi perfetti, che mi piacerebbe sapere com’è che li fanno, che non deve mica essere tanto facile girare così improvvisamente ad angolo retto volando. Camminando, magari, è anche possibile, ma volando, io non credo che volando sia così facile. Ma guarda fin dov’è arrivata l’evoluzione!»

  13. Gianni

    I peli sotto alle ascelle hanno la funzione di trattenere gli odori e di rilasciarli lentamente come un’aspirina retard a rilascio prolungato. In tal modo anche al cambio maglietta il batuffolo ascellare assicurerà pari dose di aromi con le medesime fragranze personali. L’importante, pe mantenere lo stile, è non lavarsi spesso, non usare deodoranti vari e mangiare panni al kebab per qualche giorno.

  14. skip

    Da quei peli sotto le ascelle potrebbero spuntare grandi ali, così potresti decollare e fare evoluzioni 🙂

  15. p.s.v.

    Guarda che poi fa un male cane quando ti ricrescono sotto le ascelle. E poi scusa, a quelli del pisello non frenano mica quelli? E anche quelli fa male quando ricrescono, che son pungiglioni

  16. Lucia

    Secondo me i peli un po’ servono, se ce li hanno messi. Magari non tutti, ma ultimamente ne stiamo estirpando troppi.

  17. Bonobo Power

    Qualche giorno fa, durante uno di quei pomeriggi caldi, di quelli in cui ti dici che di pomeriggi caldi così come quello non ce ne son mai stati, mi capita di assistere a una scena. Ero seduto davanti ad un tavolino di legno, sotto a una tettoia di edera, quando mi passa davanti sfrecciando un uomo tutto calvo e glabro con una ventiquattrore che svolazzava di quà e di là, con quel gran caldo che asfissiava, e mi son detto “che cosa avrà da correre quello là, in questo pomeriggio caldo come non ce n’è mai stati… Oste? Del formaggio e del vino! Come sta la moglie? A casa tutto bene? (…)”

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