C’è qualcosa nelle vite singolari, cioè nelle vite che ognuno di noi normalmente fa tutti i giorni, che per sua virtù propria ha il potere di sbalestrare qualsiasi discorso. Nei fatti noi, quasi tutti, non siamo altro che delle collezioni ambulanti, una collezione di cose in bilico dove ci sta dentro un po’ di tutto, un po’ di prati, pioppeti, lavori, hobby, nuvole, carriole del nonno, automobili, mamme.
Per esempio in questo periodo ho conosciuto un ragazzo che è molto appassionato di lavatrici, dopo un po’ che ci conoscevamo mi ha chiesto che lavatrice possedeva mia madre. Allora gli ho detto che abitavo da solo e lui mi ha chiesto se avevo una AEG e io gli ho detto che forse una AEG ce l’aveva mia zia, ma a me sembrava di possedere una Candy. Lui era abbastanza contento che io possedessi una Candy, perché secondo lui era buona come lavatrice la Candy. Però poi, quando son tornato a casa ho controllato: io non ho una Candy, ho una Whirlpool, e non ci avevo mai fatto caso. Buona anche la Whirlpool.
Come se ci fosse Dio che un bel giorno ha steso per terra tanti lenzuoli, ha aspettato che ci vada a finire dentro della roba, un po’ di tutto, poi ha fatto su i lenzuoli come se fossero dei fagotti, e ogni fagotto è diventato una vita. Nel lenzuolo che è diventato la vita del mio amico ci ha messo cinque o sei lavatrici, nel mio lenzuolo zero. Per questo motivo per lui la lavatrice è musica, per me è “fare il bucato”.
Comunque questa cosa che sta in bilico alla meglio perché c’è dentro un po’ di tutto, e che a un certo punto diventa uno sfacelo e si rompe, quando ce la guardiamo addosso ci sembra che abbia una sua armonia incredibile, che sia una delle varie perfezioni dell’universo, anche se è ovvio che tutto è venuto su alla meglio.
(Questo non l’ho scritto io, l’ha scritto Ugo Cornia, nel prologo al libro Vite Sbobinate di Alfredo Gianolio. Perché l’ho messo qui? Perché Questo avrei voluto scriverlo io.)
Technorati Tags: alfredo gianolio, lavatrici, ugo cornia, vite sbobinate
Epperò hai scritto altro. Ne puoi essere orgoglioso. Ciao blogstar, come dice Mino Reitano “Non cambiare mai”. “Mutande a parte” (questa era il lato B).
Bellissimo brano, e bellissimo meme.
Mi piace l’idea del lenzuolo. Mi piace troppo!
Quando una cosa è bella, è bella.
Comunque hai fatto benone a riportarla.
Cavolo, mi tocca ordinarlo (che già mi aveva incuriosito perché citato da Nori…)
“Fare il bucato” è vietato nelle comunità per tossicodipendenti. Ecco perché i panni sporchi si lavano in famiglia.
PS
Mi concilia molto il pisolino postprandiale il ron ron della lavatrice, come quando piove.
Bellissimo!!!
cavoli ho qualcosa da stendere in lavatrice io….
molto bella davvero l’idea del lenzuolo
(ora però m’è venuta la curiosità di andare a vedere che lavatrice ho, che mica me lo ricordo)
(ma quando convinci tramutoli ad aprire un blog suo?)
IO ho una Candy… E fa un rumore pazzesco… orrido.
‘sta cosa che dio mette i lenzuoli in terra e aspetta che ci vada la roba dentro mi fa sospettare che gli esseri umani siano fatti di guano.
… è un dubbio che mi viene sempre quando una mosca mi gira attorno con fastidiosa insistenza.
Bella bene l’immagine di Dio che stende i lenzuoli per terra e la madonna che grida: “Aoh! E che cavolo, li ho appena lavati!”
Io ho una lavatrice Miele, che fa un suono dolcissimo.
… sì, ma i panni non escon fuori tutti appiccicati? E la centrifuga non fa un fastidioso ronzio… pungente?
🙂
E, naturalmente, non ci metto il detersivo ma il polline.
E, quando centrifuga, svolazza qua e là per la cantina.
Nella sua lavatrice, il terrorista, ci mette il sovversivo.
La lavatrice Miele ha il cestello a nido d’ape, immagino.
L’animatore gay… il diversivo.
L’attore holliwoodyano…. il deterdivo.
Mi accodo… La lavatrice Miele lava solo panni con fantasie floreali.
Meraviglioso…
Anch’io avrei voluto scrivere una cosa simile!! bellissimo!!
io vorrei una miele.
… Eio la Luna.
com’è ‘sto libro? – prenderlo per una introduzione, non vale la pena. comunque, come cornia abbia un tasso deleuze del 90%, è proprio curioso -e anche bello. [anche se per questa cosa dell’introduzione, non si è sforzato molto, devo dire, a leggerla].
Hemingueyano e gogoliano assieme. Semplicemente lavati e stesi, (da me s’intende). “l’anima, quando sogna, -scrive Addison- è teatro, attori e auditorio-. Molto prima di lui, il persiano Omar Khayyam aveva scritto che la storia è una rappresentazione che Dio, il numeroso Dio dei panteisti, progetta, mette in scena e contempla, per distrarre la propria eternità; molto più tardi di Addison, lo svizzero Jung, in affascinanti e, indubbiamente, esatti volumi, paragona le invenzioni letterarie alle invenzioni oniriche, la letteratura ai sogni.” (Se ti dicessi che papa Heminguey è onirico! (cosa che penso)Sarei certamente incomprensibile.) Michele
Lancerei un gioco tra i lettori dove ognuno descrive cos’è finito nel proprio lenzuolino… che ne pensate?
il libro, è bello. ha solo questo problemino che non si può comprare da nessuna parte se non alla libreria incontri di sassuolo. oppure glielo si può ordinare, ma l’ultima volta che son passato dal loro sito era down…
bellissima l’idea di Dani. volete dire cosa c’è nel vostro lenzuolino?
Nel mio lenzuolo c’è la calma della salma, che è la virtù dei morti (sia la calma che la salma). Che solo quando dormo sto più tranquillo senza “dormendo” (gerundio di Dormentare: tormentarsi nel sonno, SIN. Incubare).
Lascio questo mio solo per vantarmi di essere l’unico possessore dell’edizione originale http://www.anobii.com/books/Vite_sbobinate/9788889080009/01a8974aca1a00369c/ Vabbè che essendo edito da una libreria di Sassuolo giocavo in casa.
non so mica perché non l’avevo inserito ma ce l’ho anch’io eh, in effetti questo pezzo l’ho ricopiato proprio da lì.