un blog che parla di niente

El Dia de los Muertos

Genitori di compagni di scuola, o di amici, che incontri mentre stai sistemando dei fiori sulla tomba di famiglia. Si parla del più e del meno, ma soprattutto, in conformità con l’ambiente, si fanno discorsi, come dire, cimiteriali. Parlano con me, e tra di loro, e sembra quasi che facciano a gara tra loro per vedere chi conosce più gente, tra i morti del cimitero. Mi dicono che son fuori gara, io, ché loro, essendo di un’altra generazione, di morti nel cimitero ne conoscono molti più di me, come è e come sarebbe giusto. Io mi chiamo fuori, ché alla loro gara non voglio partecipare, ché io, di gente, di gente morta, in quel cimitero, non ne conoscerò quanta loro, ma per me è abbastanza, gli dico, ne conosco già abbastanza. Ne conosco già abbastanza.

8 Comments

  1. AB

    Non curartene, parlano solo per sentire la propria voce. Tu sei li per un altro motivo, non per sentire la loro voce.

  2. emma

    certe gare finiscono tutte allo stesso modo.
    e abbastanza e` abbastanza.

  3. Lucam

    Che poi secondo me si può solo contare le persone conosciute in vita che non sono più vive. Nessuno può dire di conoscere gente morta.
    Nei cimiteri ci sono solo persone vive che guardano immagini di persone che erano vive. Le persone morte possono non essere, ma se esistono di sicuro non stanno nei cimiteri. Se non per andare a trovare i vivi…
    Insomma io se da morto avrò potere decisionale al cimitero non ci starò e nessuno potrà dire che mi conosce, se mai che mi conosceva da vivo.

  4. maeandro

    Ieri al cimitero mi sono accorto che quelli del comune hanno estumulato alcune tombe di persone che erano sepolte nella nuda terra da oltre un tot di anni. Me ne sono accorto perchè erano molto vicine alla tomba della mia famiglia. Erano infatti tombe vecchie ma nemmeno molto perchè fra di loro ve n’era una di una vecchietta che avevo conosciuto quand’ero ragazzino. Era una “matta” che viveva di carità e di sussidi e che aveva perso il lume della ragione quand’era ancora ragazza a motivo del mancato ritorno del sul amor dalla grande guerra. Ricordo che passava gran parte della giornata vicino al monumento ai caduti e girava con una grande borsa di falsa pelle nera e dentro la borsa aveva di tutto compresa la foto del suo amore. Era spesso ospite a casa mia per il pranzo e ricordo che io e mio fratello più grande la tempestavamo di domande tanto era strana. Un giorno per ridere di noi che la curiosavamo, volle farci provare il tabacco da naso che Lei fiutava. Fu un’esperienza indimenticabile. Adesso chissà dov’è!
    E vicino a Lei c’erano alcune tombe con le dediche dei familiari scritte in quel modo di inizio secolo scorso così bello da leggere. Ora solo nome cognome date e fotografie. Chissà dove hanno gettato quelle targhette?.

  5. cica

    Io, al cimitero di Cuneo, vado sempre a vedere la tomba di una che non conosco, che è morta un secolo fa e che sulla lapide i genitori le han scritto “Alla nostra disgraziata figlia”. Invece quelli che conoscevo, molti non li vado mica a vedere.

  6. frank

    al cimitero mi fermo sempre a guardare la tomba di uno che non conoscevo, ma so che era un cercatore di funghi, tanto entusiasta di esserlo che sulla tomba c’e la foto di lui tutto contento che ha in mano tre fungoni.

  7. juzaam

    bellissimo post

  8. Mitì

    Anch’io ne conosco già abbastanza, in quel cimitero lì…

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