Uno che si sentiva sempre osservato. Tutto dove andava, si accorgeva che c’era qualcuno che lo guardava. Che poi fosse vero o no, non si sapeva, e forse c’era qualcosa in lui che lo faceva sentire osservato anche quando non lo era; forse sì, c’era qualcosa in lui che quando era in compagnia, per caso, di qualche essere umano, quando incontrava qualche faccia, lui sentiva che quella faccia lo stesse osservando, come se gli altri umani non avessero altro a cui pensare se non a lui. Quindi lui, quando camminava, viaggiava sui bus e in metropolitana, perché sì, tutti i giorni lui era obbligato a camminare, viaggiare sui bus e in metropolitana, lui, quando era in luoghi in cui poteva essere osservato da altri esseri umani, cercava di stare in una posizione che secondo lui era la più naturale possibile, teneva il collo dritto, gli occhi fissi davanti a sé, le braccia distese rigide lungo il corpo se camminava, o sulle ginocchia se era seduto su un mezzo pubblico. Cercava di non incontrare lo sguardo di nessuno, sempre la testa dritta il collo dritto le braccia dritte le ginocchia rigide. Sempre. Aveva deciso di fare così dopo che da tanto tempo si era accorto di essere osservato, se fosse vero che lo osservavano o no non lo sappiamo, ma così, in quella posizione che a lui sembrava tanto naturale, ecco che la gente aveva cominciato a osservarlo davvero.
Spero che in questo nuovo anno lei possa scrivere tanti pezzi come quello qui sopra.
Speriamo, caro Potts. Belli o brutti non è importante, vorrei solo ritrovare il modo di pensare.
genio puro
Mi piace davvero parecchio questo pezzo.
Complimenti.
ci posso fare un video?
Certo che puoi! Citami! 🙂
Certamente!
Spettacolare.
Mancavo da un po’ (e anche tu, effettivamente) e sto recuperando, prof.