un blog che parla di niente

Categoria: Fincipit

Il nostro bambino

I genitori, son fatti così.

Prima son persone normali, magari anche intelligenti e tutto quanto, e poi, nel preciso momento in cui diventan genitori, non capiscono più niente.

Il mio bimbo qua, il mio bimbo là, sembra che al di fuori, nel mondo esterno, non esista più niente che attiri la loro attenzione; sembra che si chiudano all’interno di un loro spazio privato, dove esiste solo più il loro bambino.

Io personalmente, da attento osservatore della realtà circostante, mi son ben reso conto di questi mutamenti che invariabilmente si ripetono tutte le volte che qualcuno varca la soglia che separa l’umano dal genitore, e allora, in questi mesi, qui sul blog, ho fatto finta di niente, ho fatto l’indifferente, e ho menzionato ben poche volte che il nostro bimbo aveva fatto questo, aveva fatto quello, che aveva fatto il complemese, e cose così. 

Ho cercato di essere discreto, ecco.

Però oggi non posso proprio esimermi: il nostro bambino compie sei mesi.

(no, non regalategli niente, piuttosto regalatevelo)

(questo sì che è altruismo, direi)

 

 

Superficialità, squallore, lassità cerebrale, assenza di cuore e quant’altro.

Ieri mattina ero in giro a piedi per lavoro e già che c’ero son passato in libreria, cosa volete, col fatto che io ordino sempre dei libri, col fatto che ne compro sempre, io passo sempre in libreria, ma cosa andate a pensare, che io vada in libreria per dei secondi fini?

Ma che maliziosi, io in libreria ci vado sempre, compro un sacco di libri, ne leggo persino meno di quanti ne compro: è che magari mentre sto leggendo un libro mi accorgo che è uscita una cosa assolutamente irrinunciabile che non può aspettare, e cosa devo fare, vado in libreria e me la compro, interrompo quel che sto leggendo e leggo la roba nuova. E poi mentre la leggo di solito esce un altro libro assolutamente irrinunciabile allora me lo compro, interrompo quello che era nuovo ma adesso è ormai vecchio e comincio a leggere quello più nuovo.

Poi comunque in libreria di libri nuovi che aspettavo con trepidazione non ce n’erano, e mi è caduto l’occhio sul bancone, e sul bancone avevano messo il libro dei fincipit, e in mezzo alla libreria ce n’era una pila, e poi m’han detto, guarda, l’abbiam messo anche in vetrina.

Mi son sembrati dispiaciuti quando gli ho detto che quel libro lì ce l’avevo già, eh, ed è dispiaciuto anche a me dirglielo, visto che ce n’avevano tante copie.

(prima o poi lo so già che vado in libreria e me lo compro solo per il gusto di farlo)

Poi son andato in un’edicola dove non vado molto spesso, ma ero lì, son entrato dentro per comprar una cosa, l’edicolante non mi ha lasciato parlare mi ha detto E’ arrivato il suo libro!

Son cose che fan piacere, che questo libro qua è ovunque, eh, e non ci avete nessuna scusa per non comprarlo e per fargli pubblicità coi vostri amichetti. Diteglielo.

Poi son venuto a casa e ho trovato questo bellissimo commento (il 21 su questa pagina) che poi me lo faccio stampare in foglia oro e lo appendo sul lettino, perché mi ha fatto stare allegro tutto il giorno:

Mi raccomando, correte a comprare questo bel libro: minkia, che orrore… I soldi per i libri sono sempre ben spesi: buona questa! Eppure io biasimo parzialmente gli autori: avranno un buon guadagno, avendo assecondato le esigenze di questa povera epoca idiota. Come ho già detto in un altro blog, io sono la prima a scherzare, a ridere, a prendere per il culo, ma, obiettivamente, dovrebbe essere vietato concepire una cosa simile. Qui, come in tanti altri contesti di questa società idiota e incivile, non c’entrano nulla la levitas o il dionisiaco (che si possono ritrovare nei grandi classici): qui (non tanto nel “libro” in sé) stiamo parlando di superficialità, squallore, lassità cerebrale, assenza di cuore e quant’altro. Questa è la mia opinione: cioè quella che davvero conta.

In chiusura, il libro visto da una prof. (anzi, mi accorgo adesso che ne ha postata una seconda parte).

Grazie a tutti, eh.

Oggi è il giorno

Sempre cara mi fu quest'ernia al colonVi sarete accorti che negli ultimi tempi avevo qualche difficoltà a scrivere su questo blog; io spero mi perdonerete ma ero veramente teso nell’attesa della data di oggi. Sì, perché oggi, 23 ottobre 2007, esce Sempre cara mi fu quest’ernia al colon – il libro dei fincipit, su cui abbiamo cominciato a lavorare a gennaio di quest’anno: fate il conto dei mesi, e capirete la tensione per arrivare finalmente a un prodotto finito.

Dentro ci sono tanti e tanti fincipit, son duecentoquattordici pagine, in parte inviati dai lettori di questo blog (in calce ai post Ogni inizio è una fine e Fincipit, vi ricorderete), in parte completamente inediti.

Voi non ci crederete, ma se dobbiamo dar credito a un piccolo sondaggio che abbiamo fatto tra di noi (Alessandro e Stefano, i due che han curato il libro), questo qua è il libro più importante della nostra vita (finora) e sempre secondo noi, che siam gente non coinvolta quindi assolutamente imparziale, anche voi dovreste leggere questo libro, o per lo meno comprarlo (e dovreste anche dirlo a tutti i vostri amici, eh).

Oh, il libro è proprio bello.

Davvero.

C’è pure la prefazione di Stefano Bartezzaghi.

Da oggi in tutte le librerie.

Sempre cara mi fu quest’ernia al colon. Il libro dei Fincipit
di Alessandro Bonino e Stefano Andreoli
Editore: Mondadori
Collana: Biblioteca umoristica Mondadori
ISBN: 8804572388
ISBN-13: 9788804572381
Pagine: 214

Questo è il sito del libro, e qui c’è un’intervista che mi ha fatto Giancarlo Tramutoli in occasione dell’uscita.

Grazie a tutti.

P.S. il libro c’è già su BOL, su IBS e su Libreria Universitaria.

Bartezzaghi sui Fincipit

Anche il buon Stefano Bartezzaghi, dopo Clotilde Veltri, si lancia sui Fincipit, con un buon articolo (anche se senza link), con rimando dalla home page di repubblica.it.

Per chi si fosse collegato solo adesso, noi, continuiamo a fincipitare dentro i commenti di questi due post (Fincipit e Ogni inizio è una fine), per quella faccenda che ci stiamo facendo il libro, eh.

aggiornamento: stasera, venerdì 22 dicembre 2006, secondo le mie fonti, Enrico Bertolino dovrebbe parlare di Fincipit su RaiTre, durante la trasmissione Glob, ore 23.35 circa. Peccato che non mi abbiano interpellato, eh.

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Fincipit

Lo sai che è uscito il libro dei fincipit?

C’era una volta.
– Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori.
E allora visto che fate i saputelli non vi racconto nessuna cazzo di storia, stronzetti presuntuosi.
(Amanita –
qui)

All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne
confortate di pianto è forse il sonno
della morte men duro?
No.
(
Kimota qui)

Rossella O’Hara non era una bellezza. E infatti nessuno se la cagava.
(
Starkqui)

Nel mezzo del cammin di nostra vita,
mi ritrovai per una selva oscura,
fortuna che il mio SUV c’aveva il GPS.
(
Marchinoqui)

Quando Zarathustra ebbe trent’anni, lasciò il suo paese e il lago del suo paese e andò sui monti. Lì trovò l’amore della sua vita, il Superuomo.
(
Gigi Massiqui)

***

Era una notte buia e tempestosa e avevo scritto un post che si chiamava Ogni inizio è una fine.

Il post conteneva tre modi di concludere brevemente una storia.

In un caso, si prendeva l’incipit di un’opera, e la si faceva concludere lì. Era nato il Fincipit (definizione coniata da Stark).

Il primo a segnalarlo sul suo blog è stato Davide L. Malesi, che lo definisce “pratica collettiva dell’importanza della brevità in letteratura”.

Luoghinoncomuni lo battezza Story Trimming: “La cosa è interessante, si prende una storia e la si condensa il più possibile, con il risultato che, a volte, ne esce una storia completamente nuova, o magari solo lo spunto di una storia. Nel non detto, nell’omissione stà in fondo tutta la magia, in un attimo il lettore è obbligato ad inventare il resto.” o anche Snoopying: “Snoopying perché alcune storie assomigliano molto a quelle che Snoopy scriveva sul tetto della sua cuccia.”

Mi pare che i tentativi di Luoghinoncomuni siano più onnicomprensivi di Fincipit, e siano più adatti al concetto che avevo in mente, ma i commentatori hanno spinto sul concetto di Fincipit, e quindi, così sia.

***

Dicono del gioco (in puro stile da bandella di bestseller):

Giavasan: “Il gioco del momento è puramente letterario e si chiama Fincipit. L’ha inventato Eìo e ha una sola regola: si prende l’incipit di un romanzo o di una poesia (ma anche di una canzone o di un film) e lo si cambia per fare in modo che la storia termini lì, subito, stravolgendone la logica.
Io lo trovo perfettamente in sintonia con lo spirito dei blog.”

Parolibero: “un incipit letterario celebre che finisce appena nato.”

Gattostanco: “L’inizio originale di un romanzo (poesia o altro) troncato dalla divertita e creativa genialità del blogger.”

Albamarina: “Consiste nel prendere l’incipit di un romanzo, di una canzone, di un poema o della lista della spesa, per dire, e lo si fa finire lì inventandone la… sconclusione.”

Random Access Life: “storie che iniziano finendo o finiscono iniziando.”

La vita istruzioni per l’uso: “Ma che meraviglia! Io amo questi giochini…”

8e49: “Secondo me, la giornata di oggi, va ricordata per questa cosa. Provoca assuefazione, ma val la pena di andare, leggere, partecipare.”

Botulinux: “il piu’ impostore fra i tessitori c’ha gabbati tutti. giochiamo tutti assieme al fincipit.”

Marcoscan: “è un gioco in cui si sceglie un romanzo, poesia o quant’altro, lo si decapita, e gli si attacca un corpo nuovo, in genere quello di un lillipuziano sotto l’effetto di stupefacenti.”

Senzavolto: “un modo inventato da eiochemipensavo per condensare una storia nelle sue battute d’inizio. Il fascino del non detto, lo charme del colpo di teatro, un sudoku per menti letterarie.”

Kurai: “Eìo lancia una delle sue idee vulcaniche. Si prende l’incipit di un libro, e lo si conclude, subito. Il grado zero della letteratura, lo zen dello scrivere.”

n3mo: “Eio va incontro ai lettori svogliati e senza tempo, che non hanno inutili ore da passare leggendo un libro o una poesia, nè di vedere un film o ascoltare una canzone trascinandosi stancamente fino alla fine dell’opera. Ora c’è Fincipit™ (Stark © 2006), il gioco che partendo da un incipit di qualsiasi storia, la stronca in poche battute. E’ divertentissimo, lo considero già droga pesante.”

Zu: “giochino che sembra fatto apposta per la vil razza bloggante.”

Tambu: “Il nuovo tormentone della blogosfera, creato da eìo e battezzato da Stark, è troppo bello per non farsi prendere dalla manìa.”

HUGINNogMUNINN: “come si legge sulle fascette dei libri: “…non riuscirete più a smettere”.”

ComeCampaMattia: “imperversa il Fincipit dappertutto.”

Pensierineccesso: “A quando un libro sui Fincipit?”

Farfintadiesseresani: “Si tratta del gioco di società del momento, qui nella blogpalla. L’ha cominciato Eio. Le regole sono semplici: si prende un incipit famoso (romanzo, poesia, canzone, cinema, quel che si vuole) e lo si conclude in una riga. I risultati spesso sono divertenti, e soprattutto raccontano microstorie nuove e parecchio diverse dall’originale.”

Terzadicopertina: “Fincipit. l’ultima follia da blogger.”

Ilpaesechenonc’è: “Eio ha fatto un guaio, ha creato i FINCIPIT, ovvero come far partire una storia (anche famosa) e farla finire subito. Vale anche per le canzoni.”

Strelnik: “mirabile esempio di viral-post attivo”

Catepol: “un giochino letterario di tutto rispetto che non mi stupirò se diventerà mania collettiva”

Swinging Literature: “Prendete un incipit famoso e troncatelo, non dando adito al romanzo di proseguire. Leggendo gli esempi che trovate qui, oltre che scompisciarsi dal ridere, dà la dimostrazione dell’evoluzione di quelle forme brevi la cui venuta fu auspicata da Calvino nelle Lezioni Americane ” a prescindere dalle indicazioni che il mercato editoriale dà”. ”

Sintetismi: “ora te prendi il libro che ti piace di più e ci dici come inizia. Poi, subito, ci dici pure come finisce, visto che è risaputo che qui non abbiamo tempo da perdere e ci annoiamo presto”

LadraDiCaramelle: “Cos’è un fincipit? Praticamente prendete un incipit famoso – libro, poesia, canzone, quel che volete – e scegliete una fine alternativa che sia breve, secca, incisiva e se ironica meglio.”

Altre prove di seduzione: “Eiochemipensavo ha lanciato l’idea dei Fincipit, sostenendo (giustamente!?) che ogni inizio è una fine.”

Principe aggiunge grafica (animata, perdinci) al fincipit.

Lo segnalano anche: Principe, La Spostata, Stefanomd, Il Grande Maestro Morelli, Samuele Silva, Andrea Beggi, American Beauty, Bloggo Intestinale, NIUVS, Fullo, il Blog di un Blogger, SevenHeaven, Fmf, Filosoffessa, Zio Mantellini, Dario Salvelli, TLUC, Setfocus, MarcoBertoli, TheEyes, il buon Sir Squonk.

(post in aggiornamento)

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Ogni inizio è una fine.

Dopo una notte di sogni inquieti, Gregor Samsa si ritrovò uguale al giorno prima, ed andò a lavorare.

***

C’è un romanzo in cui il protagonista è cattivo, ma talmente cattivo che lo scrittore che scrive il romanzo, non ci riesce, a scrivere il romanzo, e allora, non lo scrive.

***

Un film di 007 comincia con James Bond inseguito da una pletora di nemici che gli sparano, mancandolo. Tranne uno, che lo colpisce al cuore. E zan.

(continua copiosissimamente nei commenti)

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