Questo blog ha la disgraziata abitudine di comunicare le cose che gl’interessa comunicare per mezzo di storielle.
Disgraziata, l’abitudine.
Perché capita, che le storielle vengan prese per storielle, e non per il loro alto contenuto metaforico.
E di ciò mi dolgo, ché tutta la comunicazione si perde per strada.
Adesso vi spiego, perché parlo per storielle.
Gli si avvicinarono allora dei bloggers fidati e gli dissero: «Perché parli loro in storielle?».
Egli rispose: «Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Così a chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro in storielle: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono. E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice:
Voi udrete, ma non comprenderete,
guarderete, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo
si è indurito, son diventati duri di orecchi,
e hanno chiuso gli occhi,
per non vedere con gli occhi,
non sentire con gli orecchi
e non intendere con il cuore e convertirsi,
e io li risani.
Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono. In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l’udirono!»
Quindi, prestate attenzione.
Che poi altrimenti andate all’inferno, e a me mi dispiacerebbe, ché ve lo avevo anche detto.
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