un blog che parla di niente

Categoria: apocalissi (Page 2 of 3)

every sperm is sacred, every sperm is great

ieri mattina, il commento di vladimir sul risultato politico dei referendum sulla procreazione assistita, m’ha fatto venire in mente questa canzone, contenuta nel film Il senso della vita dei Monty Python. l’ho cantata tutto il giorno, con estremo sollazzo degli altri componenti del seggio. è in inglese, e me ne scuso, ma il senso si capisce anche se non lo masticate, l’inglese, credo.

There are Jews in the world, there are Buddhists,
There are Hindus and Mormons and then,
There are those that follow Mohammed,
But I’ve never been one of them…

I’m a Roman Catholic, and have been since the day I was born,
And the one thing they say about Catholics,
Is they’ll take you as soon as you’re warm…

You don’t have to be a six-footer,
You don’t have to have a great brain,
You don’t have to have any clothes on –
You’re a Catholic the moment dad came…

because…

Every sperm is sacred, every sperm is great,
If a sperm is wasted, God gets quite irate.

Every sperm is sacred, every sperm is great,
If a sperm is wasted, God gets quite irate.

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quasi omicidio

stamattina, arrivo al seggio, accendo il cellulare, non l’ho ancora rimesso nella tasca che già suona. è un cellulare di quelli che ti compare la faccia di chi chiama quando chiama. c’è la faccia di vladimir. Sei ai seggi, mi dice, Eh già, sono ai seggi, lo sai ben. Com’è l’affluenza, mi dice, Eh l’affluenza, l’affluenza è bassa bassa, gli dico, saremo intorno al quattordici per cento. Eh lo sapevo, è tutta una manovra, ci siam fatti infinocchiare, mi dice. Che lo sai cosa vuol dire, così lui, lo sai cosa vuol dire se questi referendum non passano. Te lo dico io come li interpreteranno questi risultati, sai cosa ci diranno, quale sarà il risultato politico di questi referendum. Lo han detto anche gli opinionisti dei giornali, che ci arrivano sempre dopo un po’, lo han detto anche loro, m’ha detto vladimir, che se i risultati son quelli che sono, vuol dire che gli italiani han deciso che a loro questa legge va bene così com’è, che l’embrione è una persona soggetto di diritti, e che il feto, a maggior ragione, deve essere tutelato almeno quanto l’embrione, cosa che la legge centonovantaquattro non prevede. allora questi qua, m’ha detto vladimir, diranno che allora bisogna rivedere la legge centonovantaquattro, la legge sull’aborto, di modo da tutelare il feto almeno quanto è tutelato l’embrione, ché gli italiani voglion così. e fin qua lo puoi leggere anche sui giornali, che gli opinionisti più solerti lo stan già dicendo, gli altri ci arriveran dopo.
ma c’è una cosa che non ha ancora detto nessuno, ma la diranno presto, m’ha detto vladimir, e questa cosa è che il fatto che gli italiani abbian deciso che l’embrione è una persona soggetto di diritti deve portare ad una riflessione su che cosa sia l’embrione, e di che cosa è fatto, questo embrione, diranno, m’ha detto vladimir. Te lo sai cos’è un embrione, m’ha detto vladimir, l’embrione è quando lo spermatozoo feconda l’ovulo e diventano una cosa sola, un momento ci sono spermatozoo da una parte e ovulo dall’altra, un momento dopo c’è l’embrione, e proprio in quel momento, in cui lo spermatozoo entra nell’ovulo, proprio in quel preciso momento, per la legge, per gli italiani, si forma un soggetto nuovo, una persona, soggetto di diritti, diranno.
ma prima, diranno quelli, bisogna pensare, m’ha detto vladimir, che se un embrione è una persona, allora i gameti, che sarebbero gli spermatozoi e gli ovuli, sono delle quasi persone, e anche queste, han detto gli italiani, bisogna tutelarle. che ogni gamete, è una vita potenziale, e l’uccisione di un gamete è un quasi omicidio.
allora faranno una legge che proibirà di disperdere gli spermatozoi, m’ha detto vladimir, ed ogni masturbatore diventerà un assassino, ogni pollutòre diventerà un assassino, ed ogni preservativo una fossa comune.
e le donne, che uccidono i loro ovuli una volta al mese, massacrandoli in una sanguinosa carneficina nelle cosiddette mestruazioni, saranno punibili.
poi è caduta la linea.

diceva spinoza, ma sul serio questa volta

C’è una cosa che m’è venuta in mente stamattina che mi sembra molto pertinente nella giornata di oggi, giornata di referendum, giornata di scontro tra laici e clericali, tra razionalisti e irrazionalisti. è una cosa che diceva spinoza, nel suo Tractatus Theologico-politicus. voi vi sembra che uno cita spinoza, allora è una cosa difficile. invece è una cosa molto semplice. diceva spinoza che, in uno stato non tirannico, ognuno ha il diritto di pensare come vuole e di esprimere liberamente il proprio pensiero, senza che l’autorità politica s’immischi nelle questioni che riguardano solo la coscienza dei singoli. La salvaguardia della libertà di coscienza richiede quindi una completa laicità dello stato. spinoza è vissuto nel milleseicento. e ancora non ci siamo arrivati, alle cose che diceva lui. spinoza, sembra strano a dirlo, è molto più attuale di rutelli.

lo capirebbe anche un bambino

Ludovico, otto anni:
– perché quattro sì?
– perché i referendum sono quattro, per abrogare quattro diversi articoli di quella legge
– e cosa dicono?
– uno dice che non si possono usare le cellule che si chiamano staminali degli embrioni per fare delle ricerche e provare a curare certe malattie
– beh, questo va abolito…
– appunto. Un altro dice che non si possono fare delle analisi sull’embrione per vedere se è malato e bisogna farlo nascere e diventare un bambino anche se è malato
– ma come? è assurdo… Nesssuno vorrebbe che un bambino fosse malato
– Beh, quelli che hanno fatto la legge dicono che non bisogna eliminare un embrione solo perché è malato
– Ma non è giusto. Costringono ad avere un figlio malato? Un embrione non è mica ancora un bambino!
– Beh, questo in effetti è il terzo articolo in discussione
– Cioè?
– Dice che l’embrione è come un qualisiasi essere umano e ha gli stessi diritti
– Beh, un po’ sì… Ma non proprio gli stessi
– Già, è quello che penso anch’io
– E il quarto?
– Il quarto dice che se due persone vogliono avere un figlio ma l’uomo non ha dei gameti… diciamo delle cellule che possano far nascere un bambino, allora si possono usare delle cellule di un altro uomo che si mettono nella pancia della mamma, e poi nascerà un bambino dalle cellule di un estraneo ma che avrà quelle due persone come padre e madre
– Vabbè, e allora? Cosa c’è di male?

lo ha scritto wittgenstein, qualche minuto fa

gente che ti parla alle spalle

io ero lì che salivo sui monti con polli, che ho scoperto che andare su per i monti è una cosa che mi piace che uno mentre cammina anche se è in compagnia può star solo, pensare delle cose. che uno andare su in montagna, l’aria si rarefà, l’umanità si rarefà, il pensiero s’approfondisce.
io ero lì che salivo, pensavo quanto sia futile salire in montagna, portarsi dei libri, che le altre volte che me li ero portati, poi eran rimasti lì, nello zaino, inusati.
poi eravam saliti, siam saliti tanto fino a duemilaquattrocento metri, che si sprofondava nella neve fino al cavallo dei pantaloni, ci siam messi su una rocca, ci siam seduti, abbiam mangiato, poi mentre che eravamo lì, m’è venuto in mente che io avrei volentieri letto una storiella a polli, ad alta voce. polli, m’ha detto di sì.
ero lì che leggevo, sento un rumore. continuo a leggere, vedo con la coda degli occhi uno stambecco, uno stambecco maschio, con lunghe corna, che s’avvicina. continuo a leggere, che lui si faccia i fatti suoi, vedendo che non siamo aggressivi, ci facciamo i fatti nostri. sento una voce, un po’ nasale, un po’ belata, un po’ come quella di eros ramazzotti col naso tappato, che dice Piero, piero, vieni qua, che c’è uno che legge quella storia di Marradi, di melegari e di Dino Campana, e l’altro Quella di Sibilla Aleramo, che in realtà si chiamava Rina Faccio? Eh quella, quella, gli dice il primo. Ma l’abbiamo già sentita un fracco di volte, fa l’altro Ma questo tipo legge quasi bene come giorgio A allora vengo. sento una terza voce, più acuta delle altre due, che dice Sbaglio o avete detto Marradi, che io ho conosciuto una capretta di Marradi che ci trovavamo e io la incapreStai zitto, gli risponde l’altro. e intanto io continuo a leggere, e sento le voci che discutono, se ne aggiungono delle altre, alcune che parlano di come leggo, con delle opinioni contrastanti, alcune che aggiungono aneddoti sulla vita del poeta Dino Campana, e un’ultima che parla delle sue conquiste sessuali. poi finisco di leggere, mi giro indietro, non c’era più nessuno.

nota: il racconto di cui si parla è tratto da Vite brevi di idioti, di Ermanno Cavazzoni.

aggiornamento: psst: ce n’è una versione online qui!

un’intuizione al giorno

l’uomo medio, m’han detto, ha in media un’intuizione al giorno.
poi non se la segna mica quest’intuizione che ha avuto, così se la dimentica.
avere un blog, aiuta a tener traccia delle intuizioni che si hanno, e l’avere dei lettori sprona a continuare a scriverle.
un blog, è molto utile per la crescita personale, per l’autostima. è molto utile specie in quei giorni in cui il momento migliore è stato scrivere qualcosa di nuovo sul blog.
io son contento che l’uomo medio scriva la sua intuizione al giorno sul suo blog. sta meglio lui, e la condivide con tante persone. ci son persone che nella vita vera sembran un poco grigie, invece i loro blog sono acuti e spumeggianti. questo perché il blog riporta soltanto gli unici cinque secondi interessanti distillati da ventiquattr’ore di grigia medietà.
l’uomo medio, m’han detto, ha in media un’intuizione al giorno.
e in genere, è una cazzata.

le sconcertanti rivelazioni del supino vladimir

vladimir, è un mio amico. un giorno mentre ero in montagna m’è venuto in mente di raccontare le sue eroiche gesta, e l’ho poi fatto, qui e qui. quella volta che l’ho visto in mercedes, dopo il suo tanto inveire contro le mercedes e i loro proprietari, m’ha messo tristezza. e l’unica volta che l’ho incontrato dopo, lui ha scansato la domanda. oggi quindi, quando stavo andando a casa dopo essere uscito dal lavoro, vederlo che anche lui stava facendo il mio stesso percorso, m’ha fatto venir voglia di rincorrerlo. m’ha guardato, s’è accigliato. ché lui sa tutto, lui lo legge questo blog, sa perfettamente che cosa io e i miei lettori vogliamo sapere. m’ha guardato, s’è accigliato. uela, gli ho detto, ei, m’ha detto lui. si vedeva, non era mica tanto felice di vedermi. raccontami tutto, gli ho detto. eh, raccontami tutto, m’ha detto lui, raccontami tutto è facile da dire, ma te non c’hai mica idea di quanto mi son sentito in colpa quel giorno là, mi sentivo come un ladro. quel giorno là ho girato un po’ sulla mercedes e andavo veloce veloce senza guardare non volevo che mi vedesse nessuno mi sentivo come un ladro, porca miseria, che lo san tutti che io le mercedes le odio, odio chi le guida, odio chi le produce, ed io, proprio io, io che ho espresso a tutti i miei sentimenti contro le mercedes, proprio io, vado in giro in mercedes. che quando ti ho visto che eri lì al semaforo allora io mi son fiondato via anche contro il parere contrario del semaforo, ché non volevo che mi vedessi. son scappato, mi son chiesto m’ha visto o non m’ha visto m’ha visto o non m’ha visto, poi, qualche giorno dopo, apro il tuo blog e mi son detto m’ha visto. porca puttana. così adesso lo san tutti che quel giorno là io ero in giro in mercedes, contro tutto ciò che ho di più sacro. io ho sperato, pregato, implorato che non mi avesse visto nessuno, e invece. e invece lo vedo scritto lì, con tutta la storia che io odio le mercedes, e mi son sentito una merda. ma veramente una merda. volevo non incontrare più nessuno, mi guardavo intorno, che lo so che quei che mi conoscono lo leggono il tuo blog, e non volevo incontrare nessuno. poi l’altro giorno t’ho incontrato, non t’ho detto niente. son svicolato anche quella volta lì.
vladimir, con quelle parole, m’ha mosso a compassione, tanto che io non volevo più saper niente di cosa ci faceva quel giorno lì in giro con una mercedes ma lui continuava a parlare, che lo sapete che vladimir quando comincia non si ferma più, che io quel giorno lì non ci volevo salire su quella mercedes, m’ha detto vladimir, avrei fatto tutto pur di non prenderla, ma ero lì, in ufficio, s’avvicina il capo, appoggia le chiavi sulla mia scrivania e mi dice Non mi porteresti mica a lavare la macchina?

quella interminabile saga degli interstizi

ieri sera mi son visto con ivan ilic, che è un mio amico che fa l’ingegnere, e mentre stavamo parlando della mia teoria degli interstizi m’ha raccontato una cosa molto interessante sulle leghe di carbonio. io ve la racconto qui della grossa, ché io ci capisco poco, ma fateci la tara e traete le vostre conclusioni, che a mio avviso sono molto interessanti.
ve la racconto anche molto breve ché anche se ivan ilic è mio amico da tempo immemorabile, lui è un poco logorroico, e questa sua qualità limita molto le mie telefonate al suo indirizzo, ché io ho il braccino corto, come mi dicono in banca.
m’ha detto ivan ilic che quando il carbonio viene legato ad altri elementi come il ferro, a seconda delle quantità, produce diverse cose, come l’acciaio o la ghisa, e questo lo sapevo anch’io. ma seguitemi bene che poi le cose si fan calde. a certe condizioni, m’ha detto ivan ilic, quando il carbonio viene legato ad altri elementi, gli elettroni tendono a saltare di un livello, non ho ben chiaro questo che cosa significhi ma voi datelo per scontato. poi lo so che ci son tanti ingegneri che leggono queste pagine e magari possono approfondire, gli ingegneri son precisini, secondo la mia esperienza. allora, m’ha detto ivan ilic, a certe condizioni, quando il carbonio viene legato ad altri elementi, gli elettroni tendono a saltare di un livello, producendo degli interstizi. la cosa che mi è piaciuta particolarmente è che, tecnicamente, questi interstizi prendono l’altisonante nome di vacanza.

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