un blog che parla di niente

Brescia

Ieri sono passato a Brescia. Brescia, la leonessa d’Italia, eccetera. Cioè, non è che ci sono passato, diciamo che ho visto l’uscita dell’autostrada, e il cartello che diceva Brescia. Pur non essendoci mai stato, ho un bel ricordo, di Brescia. Riguarda una canzone, uno strumentale, che a un certo punto si fermava, e c’era una voce che diceva Brescia. Quante volte mi son trovato a imitare quella voce, negli anni, quante volte dal nulla mi son sentito dire Brescia, con quella voce lì, strascicata, che c’era in quel punto di quella canzone lì. E questo è il mio ricordo di Brescia, anche se poi ho scoperto che la canzone, in realtà, diceva Pressure.

19 Comments

  1. Stark

    COLIONE

  2. Paolo Marani

    Ma vacci a bressia, a bere un po di latte contaminato alla DIOSSINA a causa dell mega-inceneritore, che poi non era nemmeno diossina, ma “do you’ve seen” …

  3. arcureo

    Ah quindi non è il pezzo dei Queen “ànder brescia”?

  4. astrid

    ma ricordiamo anche “I’m de Brescia” (Under Pressure)

  5. Castorovolante

    Ohi, ma passi a brescia e non ti fai offrire neanche un pirlo???

  6. jacktisana

    si vede che l’aria di Brescia è mitopoietica

  7. LorenZo

    🙂 Pooota!

  8. Scoiattolo Zoppo

    In qualità di bresciana la sfido a duello per pulire nel sangue quest’onta!!

  9. transit

    puoi anche dire gattino o gattina o micia se nomini Brescia.
    c’è una signora qui che ho visto in passato che si chiama Brescia, lei non è la città di brascia o la città del tondino, ma questa è un’altra storia. me per sapere qualcosa di Brascia l’ho incontrata di sfuggita che a pensarci ho detto: Ah, Brescia. Ragazzino lavoravo a Ischia in un locale notturno. Conobbi sulla spiaggia o per strada una ragazzina, tutta emozioni e baci e impaurita del guaio e di cui non ricordo il nome. Sopra il castello aragonese l’abbracciai, la baciai e le misi le mani sotto la gonna. Lei sospirò. Aveva paura che le distanze potessero accorciare i nostri corpi. Solo pomiciare tipo petting, disse. Lei, città industriale del profondo Nord, non voleva rimanre sotto ‘a botta ‘mprussinata, pe’ ‘na sciammeria estiva di due muccusielli. Sorrisi, comme ‘n’ommo di conseguenza, invece uscivo tutto scassato dalla storia con Patrizia, e dissi: Vabbuò c’aggia fa. Ma Brescia stava ancora al nord Italia. E nessuno parlava di camicie e cravatte verdi. Ma anche questa è un’altra storia, storia di oggi, storia di merda. Poi sotto la naja c’era un ragazzo di Brescia che disse che il suo lavoro era quello del contadino. Aveva una faccia irlandese. Uno di Brescia con le mani e la forza di un irlandese. cattolico. ma non emigrante negli Stati Uniti. A quel tempo la squadra per cui tifo comprò un giocatore dal Brescia. La cosa si è ripetuta tre anni fa. Questo giocatore è più forte di quell’altro giocatore che era un ala tutto fumo e niente arrosto. Poi la mia squadra del cuore che lo slovacco prima di spartirsi c’era la cecoslovacchia tutta unita. adesso giro intorno a brescia, ma non trovo la targa di entrata che dice: Benvenuto a Brescia. Che io amo Brescia, di ricordi. credo. ma senza nulla a pretendere.

  10. Alessandro

    urca quanti bresciani. sapevo che esisteva brescia, ma non sapevo esistessero anche i bresciani! e poi che cos’è un pirlo? 🙂

  11. Minerva84

    Mwah ah ah!

  12. msspoah

    e prima di Pressure diceva una cosa in dialetto meridionale che significa “per terra”.

  13. Vaniglia

    Ho letto sta roba e mi son detta:”Urca…” e poi subito dopo: “Anch’io, anch’io!”, (solo perché talvolta, effettivamente riesce bene anche a me, pari pari, anzi, forse peggio), solo che sta volta non so… Mi sento interdetta, un pò bloccata, forse sarà che a Genova l’aria di Cuneo è rarefatta e quella di Brescia è ancor più rara (ma meno ‘fatta’)… E la sottoscritta non è né rara né fatta… Giusto un pelo abulica. In sintesi: … Ecco.

  14. Castorovolante

    Un pirlo? è come uno spritz, ma più buono.
    (e col campari)

  15. Vaniglia

    @Castorovolante… Ma il tuo blog è una presa per i fondelli?

  16. Castorovolante

    @Vaniglia: No, è un refuso, serviva il .com… 😉

  17. Pat

    Oh, che bello, un po’ di str…
    SANE str…
    Non ti dico in che blog ero capitata prima.
    Comunque, anche a me era successa una roba così. Cantavo tutta felice una canzone che diceva:”… Oh uendessen go macinin…”

  18. marco_ask

    buahahahah!!!

  19. transit

    Io so …

    Nacque l’infante, uno tra i tanti. crebbe nei giorni. tra gli alti e bassi.
    lavorava. Comprò due giornali e lesse:
    Brescia ’74
    Un altra strage impunita.

    Io so …

    Strage di Piazza della Loggia
    Brescia, tutti assolti
    36 anni senza verità.

    Io so …
    Qualche giorno prima aveva letto una bella notizia. Per volere del Comune nel cimitero più grande e nominato della città era entrato in funzione il servizio di cremazione. L’infante adulto disse alla moglie: niente funerale religioso. e, prenotami. contento, e seppur con l’amaro in bocca,le transaminasi alte e il fegato sottosopra per la rabbia e il dispiacere, morì. in questi casi io muoio, poi non sò se riesco a rinascere pur senza una coltellata mortale. muoio perchè dopo due guerre e la sconfitta del nazifascismo, i nazifascisti insieme ai servizi segreti dello Stato italiano uccidono; ancora, impuniti. e i criminali sono gli immigrati sulla gru. come è possibile che dopo 36 anni non si è giunti alla verità?
    Io so …
    prima però lesse ancora un altra notizia.
    era una domanda sparata in prima pagina da un noto giornale straniero che scriveva: Come è possibile che sia ancora lì. Si riferiva al Presidente del Consiglio.
    Io so …
    Lesse altre due notizie che ormai non erano più notizie: la spazzatura nelle strade di città di mare e provincia e il crollo di un edificio del sito archeologico più famoso al mondo di cui la popolazione locale aveva dimenticato l’esistenza.
    Io so …
    Da un lato la strage di Brescia senza colpevoli, dall’altro lui che siede ancora lì con lo scettro del Potere. Quale Potere? Maschera, Regia e Trucco della P2. E la sinistra? Incapace di lottare o complice di stragi, fango, crolli, immigrazione/emigrazione, ruberie, zoccole grosse e piccerelle, munnezza e disoccupazione. E figli studenti e figli operai senza presente e prospettive. Però è aperta sempre la strada del paradiso e del chiedere, genuflettendosi. E poi, e poi, e poi Brescia insanguinata come nei chiaroscuri di Caravaggio.

    * * *

    Brescia la cui piazza brucia,
    specie da sotto.
    Brescia a volo di rondine.

    Brescia attonita.
    Brescia addolorata.
    Brescia freddata carne.

    E tu, amore, chissà dove sei.
    forse, sparsi qui per terra
    e sopra le inferriate ci sono

    pezzi di tuo padre e tua madre,
    di fratelli e sorelle e persone
    che conosci, lavori e parli.

    Brescia pugnalata alle spalle.
    Brescia uccisa e infangata.
    Brescia delle luci spente.

    Brescia che piange lutto.
    Brescia devastata dagli ultrà
    di quell’altra città del Nord.

    Brescia che non sale sulla gru.
    Brescia con lo sbocco sul mare.
    Brescia dalle piogge equatoriali.

    Brescia trascinata per i capelli.
    Brescia della piena occupazione.
    Brescia buia nelle strade larghe.

    Brescia su cui cala il sipario.
    Brescia così lontana.
    Brescia nei vicoli del Sud.

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