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Andare a farsi benedire una mattina a Pompei

A Pompei mi è capitato che il navigatore satellitare che ho nel telefono si è inciampato e mi ha detto di svoltare in una strada che non esisteva. Sarà stato il vulcano, mi son detto, e ho tirato dritto, anche se poi il navigatore insisteva, e cosa vuoi fare, ho fatto una bella inversione a U e son tornato indietro, a vedere dov’era che ci voleva far passare, anche perché, sembrava, quella era l’unica via per uscire dal paese e tornarcene a casa, e mancavano nove ore di viaggio, era meglio partire, per poi arrivarci, a casa.
Poi quella strada esisteva davvero, era piccola e sembrava più l’ingresso di un parcheggio che una strada, e alla fine era obbligatoria la svolta a sinistra, e c’era un cartello giallo che diceva BENEDIZIONE VEICOLI, io e mia moglie ci siam guardati, dove siam finiti, ci dicevamo con gli occhi, e a me venivano dei moti spirituali dall’interno che speravano che non fosse obbligatorio, che non fosse un imbuto in cui mettersi in coda e poi finire davanti a un prete, come a Margarita, che il giorno del santo patrono le macchine agricole, e le moto (non le auto, forse perché di auto ce ne son troppe) fanno la sfilata davanti alla chiesa e il prete le benedice con il coso dell’acqua santa, lì, l’aspersorio. Ecco, speravo, speravamo proprio che non fosse così, non tanto per la benedizione, che non poteva farmi male, anzi magari mi poteva anche far bene visto com’ero messo, ma per le mezze ore perse, ché qua non si scherzava più, qua bisognava proprio tornare a Cuneo.
Rallentavo, procedevo a passo d’uomo, travolgere un posto di blocco benedicente non mi sembrava proprio il caso, e poi, a un certo punto, la strada si allargava in uno spiazzo, e dall’altro lato vedevo che proprio in quel momento una benedizione di auto era in corso, il prete aveva benedetto l’esterno, poi aveva fatto aprire la portiera, benediceva il volante, i sedili, poi le portiere e io e mia moglie ci siam di nuovo guardati, e dentro la mia testa sentivo la voce.
«Facciamo solo il fuori o facciamo anche dentro? Se ascolta me, facciamo anche dentro, costa un po’ di più ma vien fuori un lavoro ben fatto, che poi magari uno si fa benedir la macchina solo fuori, ma è dentro che stai, non stai mica fuori, aver la macchina benedetta solo da fuori, stia a sentir me, è come lucidare una mela che dentro è bacata. Via, cofano e bagagliaio inclusi nel prezzo, su su, mi voglio rovinare».
Poi abbiamo proseguito piano piano, al fondo della strada abbiamo girato a destra, e poi di nuovo a destra, e poi quella, avevamo capito, era davvero la strada verso casa.

5 Comments

  1. SpeakerMuto

    Cosa ci insegna tutto questo? Che le vie del Signore sono spesso imperscrutabili, ma un buon navigatore è una benedizione.

  2. chiaridiluna

    chissà cosa e chi dovrà trasportare quella benedetta macchina.
    hai visto se c’era la foto di padre pio o una corona del rosario?

  3. Transit

    Le strade una volta fatte vanno percorse. Ci sarà un motivo valido che fatta una strada prima o poi vai in capo al mondo e solo dopo averla percorsa poi ridiscendi. A quel punto sei a casa vuoi o non vuoi. e le strade dell’antica Pompei stanno lì come monumenti alle pietre laviche. e questi basoli di lava levigati non si smuovano da terra nemmeno se scende la lava e li squaglia. ecco perché torni a casa, percorrendo le stradine cieche dell’antica Pompei. E poi basta sgattaiolare e ti ritrovi a Margarita. Ed è bellissimo. Con quel cielo azzurro, certe nuvole bianche come cammelli nel deserto e gli sprazzi di pioggia e una lenza di sole Margarita ti coglie l’intima inquietudine di partire, ritornare e stralunati sognare le onde del mare riverberi di vita, dischiusa rosa di maggio. Il resto colonnati e suppellettili, mentre affiggi la calamita del santo con le stimmate e la solita diceria: Non correre.

  4. B

    Spero che non siate scesi dal veicolo, così la benedizione ha preso anche voi. Ma comunque, se anche per caso aveste deciso di scendere per fare quelli che erano lì per caso e che non ci credono a queste cose, sappi, Alessandro, che in quello spiazzo lì è tutto benedetto, quindi vale.
    Lo so perché io ci sono arrivata a piedi in quello spiazzo perché avevano bucato una gomma del veicolo su cui ero ospitata, e avevano mandato me a cercare qualcuno in soccorso, per punizione, perché io non so cambiare nessuna gomma di nessun veicolo, e c’è della gente che sostiene che invece si DEVE saperlo fare e basta. E così cercavo disperatamente qualcuno che mi aiutasse e l’ho trovato, questo qualcuno, proprio in quello spiazzo benedetto, ecco.
    Comunque secondo me son proprio le mele bacate quelle che vanno lucidate, che le altre non ne hanno bisogno.

  5. luigi

    Parlare di un rituale sacro cn tanto sarcasmo mi fa rabbrividire…benedire l auto e ke ce d male? Mangiat e cunese che e megliio… speriam che la proxx volta che vien a pompei t vada tt bne e nn dev ricrederti sulla benedizione…dio e grande e immenso attenzione le vie del signore sn infinitema hann anch buche…bbuon viaggio.

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