un blog che parla di niente

Al di là del vetro

Quando è morta mia nonna facevo le medie, e mi ricordo di quei due giorni passati in camera mortuaria, senza niente da fare se non salutar gente, dire le stesse cose a tutti, e ogni tanto, pregare o far finta di.
Stavo lì nell’ingresso, dove da un lato c’era la porta della sala d’aspetto, e dall’altro il corridoio che portava alle sale mortuarie. Davanti alla porta d’ingresso c’era una vetrata, e al di là del vetro stava un inserviente.
Mi annoiavo, un po’ leggevo, un po’ guardavo quel che c’era, quel che succedeva. Succedeva poco.

Mi ricordo di un momento in cui avevano chiamato l’inserviente, l’avevo visto mettersi il camice e i guanti di lattice, l’avevo sentito parlare, avevo capito che da sopra, dall’ospedale, era arrivato un morto, e bisognava vestirlo e metterlo nella cassa. Avevo sentito armeggiare, avevo provato a guardare, ma la porta era chiusa, l’avevo visto uscire e poi rientrare, e poi l’avevo visto rientrare al suo posto, al di là della vetrata.
Che lavoro, pensavo. Chissà come si fa ad abituarsi.
Al di là del vetro, l’avevo visto togliersi il camice e i guanti, poi l’avevo visto chinarsi per cercar qualcosa, poi si era rialzato in piedi e ho visto che si stava mangiando un bel panino.

21 Comments

  1. Anonimo

    Non si capisce perché non ci son ristoranti vicino ai cimiteri. Andrebbero benissimo.

  2. Giancarlo Tramutoli

    L’Anonimo, di cui sopra.
    Per dire che la vicinanza con la morte favorisce reazioni vitali: appetito, sesso, gioia di vivere.

  3. il matto

    Ma le mani se l’era lavate prima, sì?

  4. Alessandro

    i guanti se li era tolti. le mani, lavarle, non mi pare.

  5. cica

    Ehi, ti stai preparando spiritualmente per il giorno dei morti?

  6. bertu

    Elefante biondo e piccolo…

  7. maurogasparini

    se fosse uscito dalla camera mortuaria sbocconcellando un polpaccio

  8. Spuzza

    il mio sogno è lavorare in un cimitero.
    pulire i fiori, sistemare le lucerne e stare in compagnia dei morti.

  9. biondapiccola

    Stavolta sono io la persona orribile: ero all’università, arriva la mia professoressa visibilmente sconvolta, colle guance rigate dalle lacrime. Ho pensato Sarà disperata per la crisi, la Gelmini, Tremonti, il decreto 133 e tutto il resto, e non curante le chiedo: Professoressa, scusi, ma c’è lezione oggi?

    Mi sa che è morto suo nipote. Tatto da elefante.

  10. La Cosa

    E beh, che c’è, a me le autopsie fanno venire una fame tremenda!!!

  11. Ale

    eh beh?

  12. l'uomo blogettile

    passavo (con l’auto) tutte le mattine alle 7 da un cimitero per tagliare il traffico della mattina.la cosà strana è che la strada passava proprio all’interno del cimitero, tra le cappelle! Anche lì c’è un paninaro accanto al fioraio!

  13. Alessandro

    Questa è bellissima 🙂

  14. mafalda

    quando è morto il mio babbo ero scossa e infastidita da tutti quei gesti che facevano le persone che con la morte ci avevano a che fare quotidianamente. trovo urticante la metodicità dei becchini.
    (allegriaa)
    maf

  15. Davide

    Io prima di essere una persona orribile sono un idiota. Quando è morta mia zia hanno sistemato la stanza di mia nonna per la veglia. Quando hanno smantellato tutto per portarla in chiesa ho saluto i becchini con un solenne “arrivederci”. -_-“

  16. il matto

    Suvvia, non siate funebri; non è di morte che si parla qui, ma di panini.

  17. Alessandro

    poi dipende anche da cosa c’era nel panino però

  18. il matto

    Che poi non ho capito il sogno di Spuzza. Pulire i fiori del cimitero con che cosa, con Pronto legnoVIVO? O_o

  19. La Cosa

    Ale ti sembra strano o ti fa schifo?

  20. biondapiccola

    Ora che ci penso, anche da me davanti al cimitero c’è il porchettaro.

  21. phoebe

    Penso che diventi come scrivere al pc, una cosa abituale. Anche se certo, magari un panino non me lo mangerei.

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