un blog che parla di niente

Quando passo in via Baretti

Ieri son passato in via Baretti, e quando passo in via Baretti mi vien sempre una sensazione spiacevole. Niente di importante, solo una sensazione di leggero fastidio, a passare in quella strada lì, perché mi vien in mente una volta che mi era successa una cosa.

Che quando facevo l’università, andavo in giro a installar le robe, a riparare i computer, quelle cose lì che fan gli studenti per prender due soldi, e una volta son andato a installar una roba in una tipografia che è proprio in quella strada lì dove son passato ieri, via Baretti.

Era una stampante, di quelle che fanno un sacco di cose, che allora eran anche pionieristiche, e a quella gente lì, nell’ufficio, gli avevo anche insegnato come si usava, che era una cosa che di solito non si faceva, la si provava che funzionasse e poi c’era il manuale, se avevan voglia lo leggevano, se non avevan voglia provavano a farla funzionare finché poi riuscivano.

Comunque ero stato lì un casino di tempo, una roba inconcepibile se pensi che dovevo solo installare una stampante, che poi mi avevan fatto andare anche di sabato, lontano da casa, quindi ero andato apposta e tutto quanto.

Mentre stavo per salutare, avevo visto la porta aperta che dà sulla tipografia vera e propria, e dentro, proprio vicino alla porta c’era una vecchia macchina per stampare, un bellissimo ammasso di metallo che io sarei stato lì a contemplarlo per ore.

Mi son sempre piaciute le macchine per la stampa, anche se non so i nomi tecnici, non le so distinguere una dall’altra, io starei lì a guardarle, non dico vederle funzionare, o farmi spiegare come si fa a farle funzionare, a me guardarle mi basta già, come soddisfazione della mia curiosità umana nei confronti dell’arte tipografica. In effetti quel giorno lì che sapevo che dovevo andare dentro una tipografia un po’ di eccitazione ce l’avevo, anche se poi quando son entrato son andato subito nell’ufficio di macchine non ne ho vista nessuna.

E quindi quando ho visto che c’era quella porta aperta mi è tornato, quell’entusiasmo, solo che appena han visto che ero lì che guardavo, me l’han chiusa subito in faccia.

Io da quel giorno lì, quando mi capita di passare in quella strada, via Baretti, mi viene una sensazione spiacevole, e ieri, che passavo di lì mentre leggevo un libro, a un certo punto mi son dovuto scansare, passava un fuoristrada, eran proprio i proprietari di quella tipografia lì, proprio loro che son la causa di quella sensazione spiacevole che mi viene quando passo in via Baretti.

Poi poco dopo per fortuna ho incontrato due bambini che mentre camminavano stavano ripassando ad alta voce le regioni d’Italia e allora m’è ritornato il buonumore.

16 Comments

  1. Anonimo

    ..poco dopo…per fortuna ho letto questo
    e allora m’è ritornato il buonumore.

    ciao
    🙂

  2. CptUncino

    ottio…stampavano secondo me le cartine per i libri di geografia delle elementari e allora hanno chiuso la porta che sennò i bambini delle elementari non riuscivano a ripassare bene.

  3. Christian Frascella

    Meno male che ci sono i bimbi, va’!

  4. varasca

    ti capisco bene, quelle macchine, in particolare quelle vecchie a 1 colore, nere tedesche unte e intonate, contengono il fascino steam-punk senza essere punk 🙂
    e soprattutto, ti lasciano vedere tutto quel che fanno, e uno si sente anche un po’ intelligente.
    cosa che non mi capita rispondendo al cellulare, per dire.

  5. Rossella

    che carini i bimbi ^___^

  6. mistral

    Sono diversi giorni che mi piace fermarmi qui da te, e leggerti. Oggi il tuo post, mi ha fatto sorridere, nonostante l’uggiosa giornata che incombe su questa città. Un piccolo raggio di sole che mi ha spinto a lasciarti un commento e chiederti se posso inserirti tra le mie rotte di navigazione. Credo che le mie apparizioni, nel tuo blog proseguiranno, non temere non è una minaccia. E perdona l’ignoranza, ma via Baretti non mi ricorda proprio nulla, ne deduco che non sia nella mia città natale.
    Alla prossima, sperando in una giornata migliore.

  7. gabry

    basta poco, che ce vo???

  8. liczin

    Anch’io sono affascinato da quelle belle macchine meccaniche. E magari ci stavano pure stampando delle riviste porno, o un libro di Alberoni, e l’hanno fatto per il tuo bene.

  9. chiara

    A me piace l’odore delle tipografie e il tepore che viene dalle macchine, (solo d’inverno però!). Dopo qualche minuto in tipografia io mi sento già ubriaca.

  10. tytania

    ma mica avran fatto apposta, dai!

  11. Magica

    Anch´io volevo dire che forse…non è stato apposta, ma solo forse…
    Però la delusione è rimasta e il fatto è questo. Meno male che c´erano i bambini !

  12. phoebe

    Ci credi se ti dico che non son mai stata in una tipografia?

  13. Novella

    Non è questione di capire o essere d’accordo, è che sono capitata qui per caso, oggi, e leggendo questo post, nel punto in cui ti fermi a guardare la macchina, e l’altro post nel punto in cui interviene tutto il ciclo cortese al pranzo con i piatti neri, mi sono sentita come se qualcosa fosse entrato nella mia testa e spiasse da lì.

  14. lulù

    La tipografia é all’interno di un cortile? Quasi all’angolo di Via Madama? Mi sà che li conosco…

  15. daniela

    io le ho viste le macchine della tipografia di via baretti!! conosco uno che ci lavora.. sono fatte a mano e in ottone. se vuoi ti ci porto una volta!

    e quando passi in via baretti.. citofonami! è un secolo che non ci vediamo..

  16. vito galloro

    quando sento via baretti, mi ricorda una mia amica che aveva un piccolo negozio di moda artigianale, almeno 20 anni fa. Si chiamava Gabr…..
    vito g.

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