Una volta ho detto a un mio amico inglese che
Mettere il latte nel tè è da barbari, ché non si sente più il gusto del tè
e lui m’ha risposto
Te io non ti dico mica come devi fare gli spaghetti quindi lasciami stare e non mi rompere i coglioni
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Se non fosse inglese io sarei d’accordo con lui, ma gli inglesi sono dei barbari, si sa, e tacer non si può. Vogliamo parlare della marmellata sulla pasta? O del pudding? O della carne fredda? Meglio di no che già non sto bene 🙂
ma infatti da quelle parti una volta ci stavano i barbari
Fortunatamente viviamo ancora in un paese dove la cucina è una delle cose che rimane rinomata. 🙂
Cmq, condivido il parere del latte 😛
e comunque se non avete mai assaggiato il cornish pie non sapete un cazzo.
(trattasi di specie di crostata con la pasta anche di sopra, mi sembra che il mulino bianco fa delle cose così ripiene di pezzi di mela, giusto per capirsi, solo che quest’affare barbaro è ripieno di carne di manzo puzzolente. io all’epoca non avevo neanche la scusa che ero vegetariano…)
Molto gentelman, molto 😉
(sei vegetariano?)
:-*
fior della sera
spaghetti dolci sono meticciato
lo suggerisce già marcello pera
una volta sono andato a cena da un’amica inglese. C’era un pasticcetto di rognone. Una cosa sublime… (leggi il contrario!!!)
io ho sempre detestato i funghi perché la prima volta che li ho mangiati è stato in inghilterra. robe viscide che poi li ho vomitati tutti. poi adesso mi sto riprendendo, grazie anche al risotto ai funghi in bustina.
fior di condòr
liofilizzati dentro delle buste
li chiama funghi solo il signor knorr
fiorin di comàr
quel che tu dici non è affatto vero
li chiama in quel modo lì anche il signor star
fior di prigione
chimici entrambi, ben sintetizzati
noi che possiamo dire? ci hai ragione!
Placida: (Sì!) 😉
il mio amico cià la faccia da uligàno, però non m’ha mai picchiato. è un gentleman, mica borsette… 😉
ebbè? che facciamo? campanilismo allo stato puro? dov’è la famosa tolleranza dei blogger?
Eppoi, l’anglosassone intenditore beve il te assolutamente senza nulla.
Provateci voi a sentire il sapore del te senza nulla e poi ne riparliamo…
Salùt,
NdA
fior nella stanza
il blogger mica detto la possieda
e non è così bella, “tolleranza”
in irlanda, la mia prof
diceva che mettere un po’ di latte serviva a non mettere lo zucchero.
non ho mai capito però cosa volesse dire…
..però si sa che gli irlandesi farebbero qualunque cosa per fare uno sgarbo agli inglesi
NdA: se l’anglosassone lo beve, sicuramente deve aver dell’acqua, quindi il sapor lo sente sì. rimango dell’idea che il tè vada bevuto senza latte, senza limone, senza zucchero. poi fate voi. anche folletto, te non sei inglese, perché metti il latte nel tè? pura esterofilia? 😉
Nay, condivido il TUO parere del latte: SENZA 😀
…oddio non ho capito il tuo controcommento! Son cotto?
Comunque sempre un piacere incrociarti.
NdA
Folletto: ah, ok. adesso mi sei di nuovo simpatico 🙂
Nda: fa niente, anch’io, intanto. uguale per me, infatti vengo spesso anche da te. 😉
Sul carso triestino, e in tutte le zone limitrofe, (ma ho ragione di credere che non sia un’esclusiva di quelle parti) esiste una vera etica del bere. Da quelle parti il vino, tipicamente Terrano, è alquanto pesante, rosso e robusto, tradisce gli ignari e soddisfa i palati meno fini. I commensali lo accompagnano a salumi, uova e formaggi nelle osmizze, ovvero in luoghi dove si consumano gli alimenti nei locali del produttore.
Ebbene, accade talvolta che qualcuno durante il pasto “allunghi” il vino con l’acqua, ovvero provi a mitigarne gli effetti alcolici. In quei casi non è raro intercettare il parere di qualche saggio del luogo che ricorda come il tagliare il vino con l’acqua possa avvenire in modo etico o non etico: aggiungere l’acqua al vino vuol dire rovinare il secondo e la cosa non è etica, chi all’acqua aggiunge il vino semplicemente nobilita la prima e compie un’azione etica. Relativismi…