un blog che parla di niente

Quegli orologi al quarzo che davano insieme al detersivo.

C’era una mia zia, che in realtà non era una mia zia, ma era la moglie dello zio di mio padre, c’era questa mia zia che veniva tutti i fine settimana nel paese dove abitavo, veniva a trovarmi, delle volte mi portava dei regali, c’era questa zia che tutte le estati veniva nella casa che aveva nel mio paese, e tutte le mattine io andavo a comprarle il giornale, poi lei mi lasciava il resto, io mi ci compravo delle caramelle goleador alla liquirizia, o alla coca-cola, era una zia piuttosto anziana, a cui volevo molto bene, e mi ricordo che tutte le volte che veniva l’ora legale, o tornava l’ora solare, lei mi portava gli orologi a sistemare, quegli orologi al quarzo che davano insieme al detersivo.
Mi ricordo che era un periodo che io avevo appena preso la patente, lei era in ospedale perché si era rotta una gamba, io ero andato a trovarla, in ospedale a Fossano, ed ero rimasto lì cinque minuti a parlare con lei, poi avevo cominciato a sentire un odore di merda che io lì vicino al letto non ci potevo più stare, tanto era forte l’odore di merda. C’era con lei anche mio zio, lo zio di mio padre, che era più anziano di lei ma stava bene, di salute, in quel momento lì lui sembrava diverse generazioni più giovane; era andato da qualche parte, e quando è tornato, erano passati pochissimi minuti, io mi son inventato che dovevo andare via che dovevo andare a far delle cose, e invece era solo che me ne dovevo andare di lì, perché c’era una puzza di merda, una puzza di merda che io non ce la facevo, e non potevo stare lì ancora un minuto, con quella puzza di merda. Allora ho salutato, Cerca di stare bene, zia, le avevo detto, e poi me ne ero andato. Poi dopo qualche giorno l’avevano portata in un ospedale un po’ più lontano, a Genola se non ricordo male, e a me Genola sembrava un posto in capo al mondo, ai tempi, perché a Genola ci passavi solo per andare verso Torino, ed era un po’ come dire che Genola era a Torino, per me, a quei tempi. Poi, dopo un paio di settimane, mia zia era morta. Era morta lì, in quell’ospedale di Genola, che non so neanche se era un ospedale o una casa di cura o una casa di riabilitazione o una casa di riposo, e io, adesso, mi ricordo dell’ultima volta che ho visto mia zia, che ero andato via subito per via della puzza di merda.
Me lo ricorderò per sempre, anche adesso che son passati degli anni, chissà quanti ne sono passati, adesso anche suo marito è morto, anche suo marito, che era più anziano di lei, ma che in quel momento, mentre lei era lì in ospedale, sembrava molto più giovane di lei: adesso anche lui è morto. Lui piangeva sempre, dopo che era morta sua moglie. Anche quando veniva a portarmi gli orologi da mettere a posto, quando veniva l’ora legale o tornava l’ora solare, perché, dopo che era morta sua moglie, mia zia, aveva cominciato a portarmeli lui. Sempre gli stessi orologi al quarzo che davano insieme alle confezioni del detersivo. Non era mai stato in ospedale, fino all’inizio dell’anno scorso, non ci era mai andato, né per malattia, né per incidenti, mai. Non era mai stato in ospedale. Poi, all’inizio dell’anno scorso, una gamba aveva cominciato ad andare in cancrena, e l’avevano ricoverato in ospedale a Cuneo. Gli avevano amputato una gamba. E la sera dell’operazione, lui era lì che cominciava a sentire i dolori, i dolori al piede che non aveva più, lui non se lo ricordava che non ce l’aveva più, la sera dell’operazione io ero andato lì da lui, con la mia sdraio, e un libro, mi ricordo che il libro era il libro di Max Aub, Delitti esemplari, e avevo passato quella notte con lui, senza chiudere occhio. Lui, fortunatamente, aveva dormito per la maggior parte della notte. Alla mattina, quando le infermiere mi hanno fatto sgombrare la stanza, mi sono alzato, l’ho salutato e me ne sono andato. Dopo qualche giorno è morto anche lui.
Adesso, quando viene l’ora legale o torna l’ora solare, a me viene il pensiero che dovrei sistemar gli orologi ai miei zii, ma adesso sono morti tutti.

30 Comments

  1. fatacarabina

    Mi piace 🙂

  2. Petruschov

    Io conoscevo una ragazza che l’ultima volta che vedeva una persona, vecchia o giovane, prima che morisse, lo sapeva perché sentiva uno strano odore, inconfondibile. Le avevo anche chiesto che odore fosse, di descrivermelo, ma non era mai riuscita, non aveva mai saputo dirmi di cosa sapesse. Ora, lei era una ragazza perbene, magari non mi ha mai spiegato che odore fosse perché si vergognava a dire “merda”.

  3. Laura

    Bello davvero…

  4. marcoboh

    bellissimo!

  5. Gilgamesh

    No, Petruschov, è un altro odore quello che si sente quando qualcuno sta per morire, ma ha ragione la tua amica, non si può descrivere a qualcuno che non sia in grado di sentirlo più di quanto sia possibile spiegare i colori a un cieco dalla nascita.

    Alessandro: un bel pezzo “stream of consciousness”, e nonostante sia scritto di getto è ben strutturato, soprattutto nel finale.

  6. paopasc

    Io c’ho un paio di orologi al quarzo di quelli dei detersivi ma mi sa che non te li porto a sistemare, anche se non siamo parenti. Adesso però chi me li sistema?

    bye

  7. Alessandro

    Un altro pezzo scritto a ruota libera, con accumulazione progressiva di pensieri senza badar troppo alla forma, usando Write or Die. http://writeordie.drwicked.com/

  8. Petruschov

    Anvedi Gilg, se stava a scherzà.

  9. sid

    mi piace questo post, zio.

  10. cicarito

    lò letto. il libro dico, lò letto, quello di max aub, dico, ma non lò letto in ospedale. in ospedale però ho letto il peso falso di roth. quel libro aveva proprio il colore di un ospedale. e non dico la copertina, ma proprio quello che cera scritto dentro, era del colore di un ospedale

  11. B

    Alessandro io non lo trovo brutto quel post e non conoscevo il tuo blog, a quell’epoca, perciò non é stata una questione di memoria (anche se di norma ne ho molta, diciamocelo a me stessa). Ho cercato l’autore e il titolo del libro che citavi nel post di oggi, il libro che leggevi assistendo tuo zio: Max Aub, Delitti esemplari. Mi aveva colpito che ti ricordassi titolo e autore, ma spesso ci ricordiamo le cose più impensate, nelle situazioni più vere. E’ un libro che non conosco. Ho cercato il libro allora… e ho trovato te.

  12. B

    https://diludovico.it/eiochemipensavo/2007/10/21/delitti-esemplari/
    Stili a confronto

  13. Alessandro

    B, quel post lì era abbastanza brutto, devo dire, però era scritto proprio in quell’occasione lì, quando ho passato la notte a mio zio. Complimenti per la memoria.

  14. Alessandro

    cortocircuito.

  15. disma

    pensa che ho provato ad usare write or die, dopo che l’ho visto sul tuo blog, ma non ho capito come funziona. che ci sono dei settaggi che non mi sono mica chiari

  16. frank

    ma ogni volta che usi writeordie scrivi di morte?

  17. frank

    una volta mi sono involontariamente trovato su eiochemipensavo cercando “mimimmi” su google e mi sono detto: ma pure qui su marte c’è bonino?

  18. maeandro

    Quegli orologi al quarzo che davano insieme al detersivo. Il pezzo è bello e mi piace più dell’altro “Quando sono morto”. Forse per la carica di umanità che esprimono questi vecchi zii che mi ricordano un paio dei miei.
    Sono combattuto sul raccontare una mia esperienza sull’ospedale e sulla merda ma per il momento soprassiedo perchè sono troppo pudico e mi sembra che il tuo sia un pubblico essenzialmente femminile.

  19. B

    Ma ma ma maeandro, ma pubblico femminile a chi??? Eh? Comunque concordo sul pudico e lo apprezzo. Raccontacela lo stesso magari però, dai, trovalo tu, un modo pudico.

  20. maeandro

    B: intendevo dire in senso numerico, almeno a spanne mi sembra che i commenti femminili superino i maschili. Per la storiella ti assicuro che non era niente di particolare.

  21. tracciadoppia

    Un po’ mi sono commossa leggendo questo post.
    A me l’ora legale fa pensare sempre a mia sorella, che si sbaglia tutti gli anni, così una volta manda la figlia di sette anni a messa un’ora in anticipo, un’altra volta l’accompagna alla festa di compleanno con un’ora di ritardo quando le candeline sono già state spente… E poi tutte le volte mi dice “Ma non mi potevi chiamare ieri?” e io “Dai la prossima volta te lo ricordo in tempo” ma poi anche io arrivo sempre in ritardo…

  22. Minerva84

    Mi son commossa un pò anch’io…

  23. thuna

    Dovevo prendere il treno per andare a trovare gli zii di varese. Arrivo in stazione e commento tra me: tutti indietro di un’ora sti orologi, esattamente di un’ora e mai mi e sfiorata l’idea del cambio dell’ora.

    Un blocco

  24. cica

    E allora degli zii non parlo, perchè la storia mi ricorda tante cose e mi viene il groppetto. Però la storia è umanissima.
    Ma per l’ora legale: invitato a pranzo coppia di amici, anni fa, e cincischiavo offrendo stuzzichini e aperitivi chiedendomi perchè diavolo erano arrivati tanto presto. E invece loro ci avevano famissima. Era cambiata l’ora e non me ne ero ricordata.

  25. pietroizzo

    il post mi ha molto colpito, un po’ per esperienze simili, un po’ per il carattere maggiormente “di getto”: poi dai tuoi commenti ho scoperto Write or die e adesso mi sa che lo userò moltissimo anche io… anche per scrivere le relazioni sul lavoro, toh!!!

  26. Mammamsterdam

    Eh, quando cominicano a morire gli zii e si cominciano a scrivere pezzi che, scritti come ti pare, mi fanno piangere, capisci che un po’cominciamo ad invecchiare pure noi.

    Solo gli orologi al quarzo proseguono imperterriti, come mai?

  27. simona

    i miei zii sono tutti morti, a parte una zia acquisita. non è che sono vecchissima, è che i miei genitori hanno quasi aspetattato andro/menopausa per infilare il girino nell’uovo da cui sembra sia nata.
    un bellissimo pezzo.
    (la radiosveglia è ancora da mettere a posto)
    (così rimbalzo le persone perché credo sia molto più tardi)

  28. Magica

    Bellissimo post.Anche i miei zii se ne sono andati e il ricordo non erano le sveglie a quarzo, ma le lettere che ricevevo da loro, oltreoceano. All´età di sei anni pensavo che via aerea volesse dire che le buste volavano per il cielo, sebbene molte arrivassero anche via mare…

  29. profemate

    Sono fortunati quegli zii che hanno dei nipoti per far rimettere gli orologi.

  30. RNiK

    Bello, ma un po’ triste. E sono le 9 di mattina di un uggioso venerdì. Ed è autunno.

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