un blog che parla di niente

Quando sono morto.

Quando sono morto, ero lì che camminavo, ero tranquillo, ero in mezzo al mercato di Cuneo che camminavo, poi sono morto. Non mi sono accorto di niente, ero lì che camminavo in mezzo al mercato di Cuneo, stavo andando da un cliente, stavo pensando alle mie cose, chissà cosa pensavo, e poi sono morto. Me ne sono accorto dopo, che sono morto, c’è voluto del tempo, è stata una cosa istantanea, ma non te ne accorgi subito che sei morto, se muori in maniera istantanea. Morire è un’idea che ci mette del tempo a insediarsi nella tua testa, non è facile capire, e abituarsi al fatto di esser morti. Non è facile per niente. Ero lì che camminavo, ero in mezzo alla gente, stavo pensando alle mie cose, chissà cosa pensavo, e mentre pensavo mi son accorto che intorno a me non c’era più nessuno. Ohibò, mi son detto, dovevo essere soprappensiero, ero in mezzo a un casino di gente, e in un secondo, forse meno, forse una frazione infinitesima di secondo, son spariti tutti. Non vedevo nessuno, continuavo a camminare, mi guardavo intorno, e tutta la gente, centinaia di persone credo, che c’era prima intorno a me, non c’era più. Stranissimo, mi son detto. Guardavo intorno, sembrava che in quella frazione di secondo tutto il mondo vivente fosse sparito. La signora col cagnetto che c’era davanti a me non c’era più, l’avevo notata, doveva essere ancora lì, e invece non c’era più. Non c’era più il tizio pelato che avevo notato da lontano. Ma non è il caso di fare un elenco di chi non c’era più, perché non c’era più nessuno. C’ero solo io. Continuavo a camminare, guardandomi in giro, e non c’era più nessuno intorno a me, i banchi del mercato erano abbandonati, sembrava fossero stati abbandonati in una frazione infinitesima di secondo da tutta la gente che c’era. Sono uscito dalla piazza, non c’era nessuno neanche nei negozi, sotto i portici, mi sembrava di essere rimasto l’unico uomo sulla terra. E invece no, l’unico uomo sulla terra non ero io, perché ero altrove, ero morto, ma me ne sono accorto molto tempo dopo. Perché morire, si fatica tantissimo ad abituarsi. Morire è un’idea che non piace, in generale, alla gente, neanche a me. Mi era capitato di pensare, qualche volta, al fatto di morire, e qualche volta, in gioventù, mi era anche saltato brevemente per la testa di provocare artificialmente la mia morte, ma in quel momento lì, quando mi son accorto che son morto, molto tempo dopo che è capitato, molto tempo dopo quella mattina in cui stavo camminando in piazza a Cuneo, quando mi son accorto che son morto m’è dispiaciuto. Non lo so, mi sembrava di avere ancora delle cose da fare. E invece no, ero morto, e non me n’ero manco accorto. Non aveva senso, morire così, in mezzo a una piazza, circondato dalla gente, mentre stavi pensando alle tue cose. Eppure era successo, e non avevo idea di come era capitato. Avevo continuato a camminare, e non c’era nessuno. Non aveva mica senso che tutta la gente che c’era fosse sparita. Eppure era sparita. Tutta la gente. O così mi sembrava. Ai miei occhi erano spariti tutti, e invece ero sparito io. Adesso lo posso dire, che qua, l’aldilà, esiste, anche se ne dubitavo, prima, quando ero vivo. L’aldilà esiste, ed è uguale al mondo di prima, solo che non c’è nessuno. È un po’ una noia, l’aldilà. Stai da solo con te stesso, i primi giorni giri di qua e di là per cercar qualcuno, poi capisci finalmente che non c’è nessuno da nessuna parte, e ti fermi. E tutto quel che hai da fare è pensare, e ricordare, finché non ti viene in mente che sei morto. Quando ero vivo, non ci avrei mai pensato, che dopo morto avrei pianto così tanto.

(Non so cos’è questa cosa qui: l’ho scritta d’un fiato senza rileggere, per testare un sito che si chiama Write or Die, Scrivi o Muori*. Fortunatamente ho scritto, e non sono morto.)

39 Comments

  1. chiagia

    bellissimo

  2. khenzo

    Che ideona il sito, c’è pure la musichetta a metterti ansia

  3. Popinga

    Una domanda: se il discrimine è che non c’è nessuno, come fate voi di Cuneo a capire se morite per strada dopo le otto di sera?

  4. cristina

    che figata, complimentissimi. davvero. bravo. ^_^

  5. AB

    E ma che noi l’aldilà, meglio stare aldiquà per un po’ di tempo ancora…

  6. Smeerch

    Capolavoro.

  7. B

    Secondo me hai scritto una cosa bellissima che non ci avevo mai pensato: che nell’Aldilà, per quanto noioso, solitario e disperante possa essere, uno piange soltanto per se stesso, finalmente. C’è della soddisfazione anche in questo, certe volte.

  8. bloggo

    Silenzio in Piemonte, mi vien da dire 😉

  9. Alessandro

    Popinga: è vero, non ci avevo pensato. Chissà come ci si accorge della differenza.

  10. Alessandro

    Bloggo: se ci somiglia, a Silenzio in Emilia, mi hai distrutto tutta un’impalcatura che avevo in testa, e mi dispiace moltissimo (non l’ho mai letto).

  11. kudoku

    Ma è bellissimo!
    Solo una domanda: ma gli altri morti dov’erano? A un corso di adattamento alla nuova situazione?

    Comunque complimenti!

  12. Peppermind

    Gran pezzo.

    Ehm… è un apprezzamento: gran pezzo di bravura, ecco.

  13. chiaratiz

    a me questo pezzo è piaciuto molto, anche se non sono per nulla d’accordo sulla cosa in sè: secondo me morire è tutto il contrario di quello che scrivi tu e quindi il pezzo mi è piaciuto ancora di più; per quello: ché io non avrei nemmeno potuto pensarlo, un pezzo così, anzi l’avrei pensato tutto al contrario. (PS: ho visto il sito e volevo anche provare ma mi fa paura)

  14. ¿Emiliano?

    Il tuo spirito ironico sempre m’ha colpito, stavolta, però, m’hai davvero stupito, un intuizione t’è bastata per dar vita alla morte, un’immagine poetica e fantastica del mistero più grande.
    Dovremmo ricordare ogni istante che, da un momento all’altro, potremmo non essere più qui.

    Grazie del promemoria!

  15. esseredisgustoso*

    è con quel sito che hanno scritto il lodo alfano.

  16. cica

    Bello, bellissimo! L’immagine del mercato di Cuneo improvvisamente deserto è una cosa che ti fa veramente capire che sei morto. Io non l’ho mai pensata così, la morte. Ho sempre pensato che in realtà non siamo mica vivi, che è solo un frammento di pensiero, la vita. E che la morte non è diversa dalla realtà di ogni giorno. Ho sempre pensato che dopo vivi come adesso, solo che non hai problemi da risolvere e l’unico pensiero è andare al mercato. Adesso mi fai pensare che sia inutile andarci e devo rivedere tutte le mie teorie…

  17. frank

    47!

  18. Spuzza

    Voglio provarci.. ma sicuramente il mio risultato non sarà eccezionale come il tuo… complimenti 🙂

  19. Van

    È che, alla fine, si finisce sempre per scrivere delle banalità. Sotto ricatto.
    C’è gente che per scrivere e far divenire legge delle banalità ci prende dei soldi.
    Se unissimo le due cose, potremmo scrivere delle banalità sotto ricatto, mentre ci pagano.
    Farsi pagare per essere ricattati.
    Ecco, scrivicelo un post sul lavoro inutile sotto ricatto. Che certe volte fa pure comodo, saperle ste cose.

  20. Pech88

    @Esseredisgustoso: mi stavo ribaltando dalla sedia!!

  21. luigi

    va bene così

  22. schatten

    Almeno ti sarai goduto il mercato (mitico) di Cuneo in tutta tranquillita´, prima di realizzare che eri morto.

  23. Saamaya

    datemi un pizzicotto…!

  24. Van

    La cosa strana è che sono solo in casa. E che mi sono affacciatto alla finestra senza vedere nessuno, per ben 5 minuti. Ora è tornato mio fratello a casa: o siamo morti entrambi o son vivo. Ai posteri l’ardua sentenza.

  25. segretario del partito dei pensionati

    Splendido.

  26. leonardo

    ah bene cioe’ quando uno muore prima o poi lo impara. pensavo che mi rimaneva il dubbio. quello pelato in piazza ero io ma eri troppo impegnato a scrivere e non mi hai riconosciuto. cosa complicatissima perche’ in effetti non mi hai mai visto

  27. lorologiodoro

    Mi inchino davanti a cotanta saggezza

  28. al

    Leggo la gente morta… brrr che freddo!

  29. rob

    Be’, e scrivi più spesso senza rileggere, sì

  30. quandononsivuoleaprirelaporta

    e come fai a sapere che eri morto tu e non gli altri? Cioè, il concetto di vivo è strettamente collegato agli altri… se tu sei morto, loro sono vivi. se loro sono vivi, tu sei morto. questo perchè la vita è basata su un assioma di merda: c’è sempre uno sfigato. 🙂

  31. quandononsivuoleaprirelaporta

    …se arrivo a mille con i miei commenti di pupù, mi lasci in eredità una copia del libro dei fincipit???? 🙂

  32. quandononsivuoleaprirelaporta

    psdelps: (@)—- Un fiorellino per te. ti volevo bene :_( le persone migliori non si incontrano mai!!!:) (corna)

  33. Chri

    Ipotizzo: Se uno muore il tempo si ferma.. il proprio tempo (nella “vita da morto”) non quello dei vivi…

    Deduco: chi muore nel medesimo istante si trova nel medesimo aldilà; es: in caso di strage avresti compagnia, ma sempre le stesse persone… pff che palle

    Quindi: si rimane con le stesse esigenze, gli stessi pensieri ecc del momento in cui si è morti per tutta la “vita da morto”..

    Soluzione: ecco perché a sto punto meglio morire mentre si dorme, nn te ne accorgeresti mai..

  34. ominobuffo

    caspita, mi dispiace un sacco. per davvero.
    tra l’altro non immaginavo che nell’aldilà ci fosse internet.

    ora che ci penso, se mi passi il tuo indirizzo skype posso mollare il lavoro e mettiamo su una web-medium agency! sai che figata!

  35. simona

    Perché mi hai fatto scoprire quel sito malefico? 300 parole in 20 minuti, me ne sono avanzati un paio di minuti, ma mi è venuta un’ansia che guarda, meglio evitare.
    Bravissimo, a parte il link al malefico.

  36. emma

    proprio cosi, direi che hai colto il punto.

  37. Tuttelestelle

    La cosa più buffa, la cosa più forte di tutte è che ciò che scrivi è vero !
    Solo che le persone sono sempre le stesse, o variano leggermente: non è vero che non c’è nessuno per strada.
    La tua anima vive in una specie di limbo che qualcuno chiama purgatorio, anche se non è proprio la stessa cosa, perchè la chiesa modifica tutto a suo vantaggio.
    Si rivivono esperienze della vita, in maniera diversa, ma il succo è sempre quello.
    Amici che avete commentato siete tutti morti 🙂 o quasi.
    Write or die serve a liberare il subconscio, a scrivere ciò che avete dentro in “scrittura diretta”
    Buon viaggio 🙂

  38. transit

    Quando sono morto, io lo sapevo. Fin da piccolo. Anche se quando moriva qualcuno non dicevano: è morto, o, è morta.

    Per certi versi, non a caso Edgar Lee Masters scrisse L’antologia di Spoon River che sono dei morti che parlano in versi come fossero dei viventi prosaici)non quando sono morto mi sono arrabbiato un pò.

    Quando sono morto è come un film giallo. Nessuno, nè i giornali, nè le persone che incontri per strada e nè, innanzitutto, i tuoi amici, possono permettersi di dirti chi è l’assassino. Che nei film l’assassino si scopre sempre alla fine, cioè il bravo investigatore alla fine scopre quel brutto delinquente dell’assassino. Se in un film o in un libro, l’assassino si scopre subito, allora non è un giallo, ma solo un altro colore.

    La diffrenza tra i films e i libri e i morti assassinati nella realtà, è nella velocità. Nei films e nei libri alla fine dei libri e dei films l’assassino si trova subito.
    Invece, nella vita reale in cui tutto è materiale e sta lì, gli investigatori, non solo hanno il viziaccio di brancolare nel buio, ma ci mettono un sacco di tempo che è una cosa che diventata a puntate, tipo soap opera.

    E’ per quaesto che quando sono morto già lo sapevo. E’ che mi scocciavo assai di tirarla per le lunghe. Semmai poi una volta di qyeste vi racconterò come finì.

    Ah! ah! ah! scusate, non so perché, ma mi viene da ridere, dire… come finì. Semmai andrò a rileggermi Edagar. E, buon riposo.

  39. vecchioblues

    bel pezzo, ispirato. alla fine assume un tono molto profondo, ammetto che mi ha fatto piangere.

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