un blog che parla di niente

Pino

Dici che i sassi sono tutti uguali, ma poi, se li guardi bene, non ce n’è uno, non uno, che sia uguale a un altro.
Lo diceva anche la cassiera del supermercato, solo che lei non parlava di sassi, lei si riferiva ai carrelli.
Diceva, lei, mentre noi eravamo lì che ne prendevamo uno, e io cercavo di prenderne uno che avesse tutte e quattro le rotelle e che girassero tutte, diceva che quello lì che stavo scegliendo io sì le aveva tutte e quattro, e sì giravano tutte, però quel carrello lì, diceva, tirava un po’ verso destra.
Diceva lei che ormai li conosce tutti, e quello lì che tirava da una parte e con cui stavamo partendo per far la spesa si chiamava Pino.
Mentre facevamo la spesa ce ne siam accorti, che aveva ragione, che quel carrello lì tirava un po’ da una parte, e più lo riempivi, più tirava da una parte, e siam rimasti impressionati, ci siam detti che dopo, all’uscita, saremmo andati da quella cassiera lì per farle i complimenti. Mentre eravam lì che sceglievamo i vini abbiam sentito chiamare Pino, noi ci siam girati, non capivamo più niente, e ci siamo accorti che c’era una signora che chiamava Pino, diceva Pino, Pino, nella nostra direzione,poi abbiam visto un bambino che arrivava di corsa e lei gli diceva Quante volte ti devo dire di non allontanarti.
Poi siamo andati a vedere se erano arrivati i tomini freschi, che l’altra volta non c’erano.

9 Comments

  1. SpeakerMuto

    Se la signora mettesse il figlio dentro il carrello sarebbe una congiuntura astrale: Pino su-pino.

    OK, me ne vado.

  2. Hombre

    se tirava a destra era Pinochet

  3. B

    Certe volte ci son certuni che, a forza di prendere in giro gli altri per cinicità innata, se lo meritano. (Che poi uno si vergogna e si mette con la testa giù perché altrimenti i certuni lo fanno vergognare davanti a tutti gli altri e alla fine: o si ride con le gole squarciate o sennò…)
    I certuni fan tenerezza e son creduloni, son appuntiti, ma alla fine son solo degli aghi di pino (tra il silenzio dei funghi).
    Son degli anni che le cassiere aspettano di vendicarsi di te (è dai tempi delle foto della carne di gufo), Alessandro. Secondo me.
    E poi i tomini ci son sempre stati, è che faceva parte della vendetta.

  4. mgg64

    fiuuuu! per un attimo ho pensato ti strappasse il carrello dalle mani..
    (a me speaker mi ha fatto ribaltare dalla sedia..niente lo volevo dire..)

  5. Frator

    Quando salivo da borgata Sassi a Pino (torinese) canticchiavo sempre questo refrain: “Pino solitario ascolta son tornato per parlarti ancor, sono solo come te ma un ricordo resta in me,
    un ricordo che non svanirà”. Era una specie di rito andare a Pino, un rito epicureo: infatti c’era una trattoria-piola che non c’è più che spacciava certi tomini bagnà ‘n t’loli (cosparsi d’olio direbbe il gourmet) che ti metteva in pace con il mondo e in guerra con lo stomaco.
    Passato remoto. Nel presente vado a mangiarmi uno yogurt greco!!!!

  6. Lucia

    Mi piacerebbe anche a me conoscerli tutti, i carrelli.

  7. Roberto

    Che di sassi non ce n’è uno uguale all’altro puoi scommetterci. Nessuno meglio di me può confermartelo.

  8. Silver Silvan

    Non c’é niente di più riprovevole che fregare le battute agli altri. Che le freghino a me, poi…

  9. Alessandro

    Ciao! Io penso che sia più riprovevole andare a casa di uno che non conosci e accusarlo di cose che non ha fatto, ma lì son valutazioni personali, penso. Ciao!

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