A Cuneo c’è una libreria antiquaria di cui non dirò il nome, ma se lo si vuol sapere, si sappia che è anche citata dentro il libro Il salto dell’acciuga di Nico Orengo, edito da Einaudi nel 1997 (ibs). Quindi, se uno vuol sapere il nome, basta che vada in biblioteca, si prenda il libro, e se lo legga. No, non mi ricordo la pagina, però c’è tutto un paragrafo. E il libro è anche piuttosto corto.
È una libreria che è piena di libri fino al soffitto, sui tavoli sulle sedie, è tutto pieno di libri antichi, vecchi, vetusti, obsoleti, rari, anziani, centenari, bacucchi, usati, sorpassati, superati, fuori uso, fuori moda, incunabula, cinquecentine (boh, adesso lo chiudo, il dizionario dei sinonimi e contrari, eh).
Io in questa libreria ci son cresciuto, il proprietario lo conosco da quando son nato, dato che è amico di vecchia data di mio padre. Come fosse suo fratello, mi ha detto una volta.
Trattasi di libreria molto strana, che te entri, ti siedi su una poltrona, non compri niente e fai due parole con il libraio.
L’altro giorno ero in zona per lavoro, allora mi son detto vado a salutarlo, lui era lì e ci siam messi a parlare.
Naturalmente si parlava di cose personali, la salute e quelle cose lì, ma anche di libri, e ad un certo punto siam finiti a parlare di Lavorare Stanca di Cesare Pavese (ibs).
Mentre eravam lì che parlavamo, io ero lì che dicevo le parole Lavorare Stanca, entra uno che non conosco e dice Anche ciulare stanca, ma è molto più divertente che lavorare.
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Troppo bello, quanto sei spiazzante, ma forse solo a prima vista. Quella è la libreria dei sogni, quasi felliniana, surreale, con quell’intervento-parola-personaggio fuori schema dentro la scena descritta. Ma ci sta tutto dentro, e la sensazione è di vivissima vita.
Fior di mimose
il mondo è pieno zeppo di persone
che credono di esser spiritose.
Niente da fare, Fastweb mi blinda…
Ciulare per lavoro, stanca.
ROCCO SIFFREDI
fior tulipano
sempre meglio lavorare ciulando
che lavorare sol colla tua mano…
Ciulare per piacere, fa tanto educato/disperato
Ciulare da soli, acceca
Il lavoro debilita l’uomo
e pure la donna.
(L’onanismo era molto praticato nella casa di Biancaneve. Pratica bassa di autoerotismo che arresta i processi della crescita).
Se l’ozio stanca, figuriamoci lavorare.
L’ozio è il fratello del padre.
Se l’ozio è il padre dei vizi, il vizio è il padre dei vip.
verrà la morte e avrà i tuoi occhi
e pure l’ottico talora gli occhi tuoi
ce li ha nel suo dominio, li possiede.
però lui tocca pagarlo,
la morte invece no.
fior di baiocchi
li cerco nello specchio e non li trovo
aspetto ancor di rivederti gli occhi
oltre ad essere il padre dei miei cùgini…
Eh sì, Biancaneve era letteralmente circondata di gente che praticava lo nanismo.
A me ‘sto post fa venire in mente un libro che ho letto, anche lì c’è una libreria piena di… no dai, che se non lo conosci poi ti rovino la sorpresa, qualora lo volessi leggere.
L’ombra del vento (C. R. Zafon)
Ciao, Dani
Forse perché (credo) l’insegna (docet) è coperta da pile di libri….
non ho capito perché non hai citato il nome della libreria…
ahahahahahah! Questo tizio è un mito!!! 😀
scommetto che parli della libreria VECCHI LIBRI. è un vero salotto-ritrovo di amici dove puoi trovare di tutto.
Allora anche la libreria che frequento io è molto ma molto strana, che te entri, non ti siedi su una poltrona perché non c’è poltrona, ma ugualmente non compri nulla e fai due parole con il libraio. Però non è una libreria antiquaria.
Come lei sa, ne ho da poco visitata una simile in quel della California settentrionale – roba del signor Ferlinghetti, ecco, che a me non piace granche (quello che il signor Ferlinghetti ha scritto, ma la libreria piace assai). Dovrebbero fare un bel network internazionale, le librerie che ti fanno leggere a scrocco, roba da scriverci una Lonely Planet.