un blog che parla di niente

La provincia di Cuneo e la morte di Marilyn Monroe.

Nella mia qualità di ricercatore ho avuto occasione di visitare diverse parti del mondo, come l’Unione Sovietica, gli Stati Uniti d’America, la Finlandia, Busto Arsizio, e vien da sé che nel corso dei miei viaggi, non da turista ma da ricercatore, ho potuto confrontarmi con molte persone dalle provenienze e dai caratteri molto diversi, ed è capitato, come succede spesso alle persone, di trovare con alcuni una comunanza di pensiero che va al di là della geografia e della storia personale di ognuno; esistono delle persone con le quali sentiamo di avere molto in comune nonostante i nostri vissuti, nonostante le differenze di modi di vivere, ed è questa ecumenicità della simpatia che mi ha impedito di sprofondare nel pessimismo più nero, è proprio questa vibrazione psichica solidale che mi ha tenuto in vita fino a oggi.

Mi è successo l’estate scorsa di ricevere una telefonata intercontinentale da una di queste persone con cui mi sono sentito subito di condividere un sentire, una persona della quale non posso rivelare il nome per proteggerne l’identità, e in questa telefonata, J.D., lo chiameremo così, mi diceva che sarebbe passato per l’Italia e che sarebbe stata una buona occasione per incontrarci. Per farla breve, ci siamo incontrati per alcune sere in un vecchio e non più fumoso bar della città di S. per metterci a parte l’un l’altro delle nostre ricerche, e per condividere esperienze di uomini che sanno, esperienze che possono essere un fruttuoso mare per continuare le nostre ricerche. Il contenuto dei nostri discorsi non è pertinente agli scopi di questo breve apologo, se non per un piccolo passaggio che vado ora a raccontare.

Mi diceva J.D., di professione agente dell’Ufficio Federale di Investigazione degli Stati Uniti, che gli era successo, qualche tempo prima della nostra chiacchierata, di collaborare con l’Agenzia Centrale di Intelligence, e che gli avevano raccontato di come era veramente morta Marilyn Monroe, e alla sua incredulità il suo interlocutore aveva risposto producendo copia a suo dire anastatica del relativo fascicolo, che J.D. aveva avuto l’opportunità di visionare. Mi diceva J.D. che gli avevano raccontato che tale fascicolo, teoricamente classificato come segretissimo, circolava liberamente negli uffici dell’Agenzia per impressionare i nuovi arrivati, e che altrettanto teoricamente lui, J.D., non l’avrebbe dovuto vedere, ma si era instaurato un clima tra lui e l’agente con il quale collaborava, che rendeva impossibile nascondersi qualunque cosa. Mi diceva J.D., che quell’agente, del quale per ovvi motivi non ha mai fatto il nome, è stata l’unica persona al mondo, escluso me, con il quale abbia mai avuto l’impressione del comune sentire, l’impressione di comunanza di intenti e di pensieri, ed è proprio per questo che siamo entrati nel discorso dell’Affaire Marilyn, parlando di quell’agente, che secondo J.D. era un altro di noi eletti, persone che condividono un’unica mente, persone che faranno avanzare l’umanità.

Diceva il fascicolo, mi raccontava J.D., non cose fantascientifiche come ogni tanto si sente dire da persone che fanno i bene informati ma che invece sono soltanto degli scalzacani che rimestano negli abissi del pensiero umano, dicendo per esempio che Marilyn, come molte altre personalità, non sarebbe morta ma le sarebbe stata data la possibilità, che ella anelava, di una nuova vita al di fuori dei riflettori, del sistema dei media, della popolarità, e che la sua morte sarebbe stata inscenata dall’Agenzia, o che fu Kennedy, con il quale la Monroe aveva appena interrotto una – si dice – tenera amicizia, a farla uccidere. Queste, dicevo, ed è la mia convinzione da molti anni, da quando ho scoperto che esistono persone collegate da un unico filo mentale, queste sono illazioni che non stanno né in cielo né in terra, propugnate da squallidi individui che la scienza non sanno neanche dove stia di casa, anche se si capisce che l’aura di mistero che ha avvolto la morte della Monroe abbia potuto ingenerare fantasie nelle menti non elette, anche grazie a quelle famigerate cinque ore del 5 maggio 1962 che sarebbero passate, si dice, tra la scoperta del corpo senza vita dell’attrice alla segnalazione alle autorità.

Io lo so, mi diceva J.D., che cosa è successo in quelle cinque ore, io lo so, diceva lui, e io la racconto come l’ho sentita, io lo so, diceva, che la faccenda del suicidio con i barbiturici è stata tutta una montatura dell’Agenzia, a copertura della realtà, realtà scomodissima che avrebbe potuto danneggiare una grande industria, e la provincia di Cuneo. Sì, mi diceva lui, e così la riporto, che la Monroe quella sera non prese affatto i barbiturici con l’intenzione di suicidarsi, anzi, quella sera non prese alcun medicinale. “Acute Barbiturate Poisoning”, diceva l’autopsia, ma se solo sapessero, se solo sapessero che quei valori sballati del sangue di Marilyn Monroe non erano affatto stati causati da barbiturici. Se solo sapessero, queste menti non elette, che i farmaci le sono stati iniettati solo dopo, per sviare le indagini, se solo sapessero quel che c’era scritto nel fascicolo dell’Agenzia, che ha ricostruito accuratamente gli eventi di quella disgraziata sera, se solo sapessero che cosa c’entra la provincia di Cuneo nella morte di Marilyn. Se solo lo sapessero. Ma non glielo diremo.

La provincia di Cuneo. Una delegazione. L’azienda Ferrero. Un dono. Qualche giorno prima che Lei morisse. Quella sera, vicino al suo letto, diecimila incarti di barrette Kinder.

[Estratto dai diari del Prof. Saverio Artom, pp. 1443-1449]

[Gli errori di battitura o di errata interpretazione della calligrafia del compianto Prof. Artom sono da imputare interamente al sottoscritto. La rispondenza alla realtà dei testi del professore è in corso di valutazione.]

[E questo è il mio contributo al Post Sotto L’Albero 2008 (si scarica qui), scritto su carta il 5 dicembre 2008 sull’Intercity 533 Campidoglio in ritardo di venti minuti e inviato in digitale in ritardo di un giorno rispetto alla scadenza prevista. Mi ha pregato, cosa dovevo fare.]

11 Comments

  1. bloggo

    qui di fianco c’è pieno di Warning saranno più di mille aiutoooo

  2. La Cosa

    Eio sei in aria come una funivia!!!!!!!!!!!!!!!!!

  3. Misskappa

    E’ un pò come la storia della morte di Jennis Joplin.
    Dicevano eroina per condannare il movimento dei figli dei fiori ma a me un tizio di Dallas (che chiameremo Walker)ha rivelato che sul suo comodino erano stati rinvenuti ventiquattro chili di bucce di semi di zucca e che certamente la provincia di Mantova avrebbe dovuto mettersi una mano sulla coscienza (se ciò fosse trapelato)

  4. maeandro

    Quel che è fatto, è fatto. Ed è bellissimo. Però non infierire sulla Ferrero. Non si sa mai potrebbero essere vendicaticativi e non far vincere più nessuno per anni. Sarebbe stato bello se sul comodino fossero rimasti alcuni piatti sporchi di minestrone ed alcune buste di fagioli con il marchio del Consorzio di tutela del fagiolo di Cuneo.

  5. vitzbank

    io l’ho sempre sostenuto, che dietro quel viso innocente da bambino ariano, c’è dietro qualcosa di diabolico

  6. vix

    eio che mi pensavo che eri solo un po’ matto.

    (grandissimo pezzo, monsu’)

  7. J.B.F.

    Non possono essere state le barrette, frutto della rivoluzione sessuale del ’68.

    F.to Jessica Beatrice Fletcher (nata MacGill), spesso abbreviata in J. B. Fletcher

    si veda

  8. Alessandro

    Via, l’anacronismo è il sale della vita. Che poi il Prof. Saverio Artom non fosse tutto a posto lo sapevan tutti, non è che dobbiamo stupircene adesso che è morto, con risp. parl.

  9. kutavness

    Vedi che le province bisogna abolirle?

  10. vitzbank

    a proposito di province, Alessandro, permettimi un po’ si spam a scopo meramente conoscitivo.

    http://vitzbank.wordpress.com/2008/12/11/la-qualita-della-vita-a-brindisi/

    Ciao

  11. papè

    in provincia di cuneo, anche se non c’entra nulla, per meno di 1 mt. di neve siamo stati ore senza luce, e quindi senza riscaldamento e ora,dopo 24 ore, siamo ancora senza acqua. abito in un paese di pianura e non su un cucuzzolo sulla montagna. in altri posti del nostro “belpaese” sicuramente avremmo avuto cibo e acqua a volontà.
    eiochemipensavo fa qualcosa.

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