un blog che parla di niente

contro il mondo, contro la vita

Con questo libro, il famoso autore umoristico francese Michel Houellebecq sveste i suoi soliti panni comici, e si appresta ad affrontare l’indicibile universo forgiato da Raymond Carver. Di Carver, se n’è già parlato da mel e da seia, e anche se in quei giorni avevo terribili problemi a commentare su splinder, credo che nei commenti a quei post si evinca la mia posizione nei confronti di Carver. Sembra che in questo libro, Contro il mondo, contro la vita, Houellebecq sia d’accordo con me, visto che le parole che sceglie per descriverlo sono

vaga sensazione di nausea
attacco incolore e prosaico
realismo orripilante
l’incubo prende forma
raccapricciante
ripugnante
degenerazione purulenta
una cosa francamente disgustosa
un’esplosione di vomito pestilenziale

Fantastico, non trovate? Houellebecq riesce a dire di Carver quel che io pensavo ma non sarei mai riuscito a dire. Bravo Houellebecq, mi sei simpatico!

Contrordine compagni: pare che in questo libro Houellebecq parli di Lovecraft e non di Carver. Mi scuso per il malinteso.

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24 Comments

  1. barbara

    bah si… effettivamente Lovecraft rispetto a Poe è un po’ più
    “una cosa francamente disgustosa
    un’esplosione di vomito pestilenziale”
    ma non esageriamo.. a me quest’ effetto l’aveva dato leggere Fight Club.
    Giuro.

  2. MelBoh

    e crepitanti bubboni sulla superficie squamosa di divinità cieche e mentecatte che biscicano sulla soglia… insomma ‘na chiveca! ehhh conmunque lovecraft era straordinario

  3. seia

    A parte che Holl mi pare poco simpatico, comunque confondere Carver con Lovercraft è preoccupante! Che ti succede? Troppo internet? 🙂

  4. nexus99

    effettivamente trattasi di lovercraft, comunque vi assicuro che, nonostante le apparenze, il signor holl sa essere pure un simpaticone, ero a lanzarote ad agosto con lui per un progetto videoartistico e a parte i suoi primi giorni di lieve fuorisync, ci siamo fatti delle matte risate…
    O.T. ma quando torna il LORD? e’ stato un momento di comicita’ sublime, lo rileggo spesso.

  5. nexus99

    c’ e´ qualcosa di freudiano per cui continui a confondere i due cognomi ? se ti riferivi ad holl, era una computazione abbr. per pigriz; comunque non é nemmeno il suo vero nome… amicico é un parolone considerato il personaggio, diciamo che é uno che risponde al telefono una volta su cinque. [ complimenti per questo blog ]

  6. seia

    Lo chiamo anche solitario di Providence, ma sono nell’intimità, a Lovecraft eh non a nexus che non ho il piacere di conoscere 🙂
    Sai che ci metto la r da una vita? E’ stata una sorpresa apprendere che non ce l’ha. Sono sconvolta 🙂

  7. eìo

    in effetti dicono Houellebecq essere un *mostro* di simpatia, e che anche lui chiami Lovecraft, affettuosamente, L’Hovercraft.

    LORD VOLDEMORT non lo so quando torna, ha detto che tornava, tengo d’occhio i commenti ogni secondo, ma non ha ancora dato segni di sé.
    essendo rettilofono, sarà in giro a parlar con qualche serpente…

  8. eìo

    seia e nexus, noto che anche voi chiamate Lovecraft con il nomignolo affettuoso usato da Houellebecq. cos’è? siete amicici? 🙂

  9. nexus99

    ohibo’ ! cara seia, ne abbiamo fatto un “mestiere dell’amante” ma holl, manco a dirlo, era arrivato primo!

  10. eìo

    L’hovercraft continua a farmi molto ridere, immagino l’orripilante cthulhu che avanza su un abominevole cuscinetto d’aria micidiale con indicibili rumori di sfiato 😉

  11. eìo

    e non parliamo affatto di holly, come lo chiamano gli amicici per farlo incazzare, non parliamone, che se cominciamo a cantare holly si allena tirando i rigori michel comincia ad azzannar pipistrelli come neanche ozzy osbourne nei vecchi tempi!

  12. seia

    nexus, lovecraft non l’avrebbe presa bene la nostra versione del suo cognome, proprio no, io temo. Però anche senza di noi, il suo cognome pare sempre la traduzione del mestiere più vecchio del mondo, non so se ci guadagna con l’originale!

    eìo (ma perché l’accento sulla i, mo che ci penso?) ma ti ricordi i gol da carambola che duravano puntate intere? Gente che saltava sulla porta prima di tirare, gemelli che si confondevano in aria come le guerriere sailor, portieri con la visiera al posto della fronte? Meraviglioso. E facciamo pure conversazione molle come dici tu, è sabato tanto.

  13. eìo

    eìo, per rimarcar la differenza tra eìo, èio, e eiò, ovviamente 😉
    te parli di conversazione molle, che è sabato, che io ho passato il pomeriggio tra ernesto ferrero e guido davico bonino e, incredibilmente, mi son divertito.

    ah, e ho visto anche luca mercalli, ma non gli ho chiesto se domani fa bello o no. toccherà guardar fuori dalla finestra, mi sa. buona serata.

  14. elleci

    ti sei divertito ad ascoltare ernesto ferrero e guido davico bonino? racconta anche a noi qualcosa di divertente dai…..

  15. seia

    guido ecc ecc è parente? 🙂

  16. eìo

    no 🙂
    Guido Davico Bonino è nato a Torino nel 1938. Allievo e assistente di Giovanni Getto, è stato professore alle Università di Cagliari, Bologna e infine Torino, dove ha insegnato Storia del Teatro alla Facoltà di Lettere e Filosofia e al DAMS.

    Ha pubblicato tra gli altri: Gramsci e il Teatro (Torino, Einaudi 1972), Il teatro di Harold Pinter (Torino, Martano 1977), Letteratura e teatro. Nove studi 1966-1978 (Torino, Tirrenia Stampatori 1979), Lo scrittore, il potere e la maschera (Padova, Liviana 1979), La commedia italiana del cinquecento e altre note su letteratura e teatro (Torino, Tirrenia Stampatori 1989), Teatro e società e altri studi di drammaturgia e letteratura (Torino, Tirrenia Stampatori 1999) e Cento Poesie d’amore da Dante a De André ( La Stampa, 2002).

    Ha curato edizioni di Machiavelli, Goldoni, Alfieri, Manzoni e altri classici. Nella Storia di Torino, IX, Gli anni della Repubblica, a cura di Nicola Tranfaglia (Torino, Einaudi 1999) ha scritto Il teatro a Torino nel Novecento .
    Dirige con Roberto Alonge la Storia del Teatro moderno e contemporaneo (Torino, Einaudi 2000).
    Nel 1° volume, La nascita del teatro moderno. Cinquecento-Seicento, ha scritto il capitolo I maestri del Grand Siècle: Corneille, Molière e Racine.

    Nel 1961 è succeduto a Italo Calvino alla guida dell’Ufficio Stampa della casa editrice Einaudi, di cui è divenuto dirigente con l’incarico di segretario generale. Ha lasciato la casa editrice nel 1978. Dal 1978 al 1989 è stato titolare della critica teatrale su «La Stampa» di Torino. Ha diretto per tre anni la sezione prosa del Festival di Spoleto (1991 / 1993) e dal 1994 al 1997 il Teatro Stabile di Torino. Dal 2001 è direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi e dal 2000 direttore artistico del Grinzane Festival.

  17. seia

    Adesso potrei scriverci un libro su! Come cambiano in fretta le cose 🙂

  18. Anonimo

    Ma da quando H. può essere definito “scrittore comico”? Ma avete letto i suoi libri?

  19. eìo

    C’è una figura retorica chiamata ironia, che significa dire il contrario di quel che si pensa per provocare risate nel lettore 😉

  20. Enkidu

    Se Houllebecq dice queste banalità di Lovecraft, allora penso che sia vero quello che mi hanno detto di lui: una persona antipatica (come molti scrittori, d’altra parte)…. anche perché Lovecraft scriveva CONTRO lo schifo del mondo, non a suo favore…
    purtroppo non tutti riescono a capirlo.

  21. eìo

    Io estrapolo. in realtà questi son tutti aggettivi e locuzioni che ricorrono in Lovecraft e Houellebecq si limita a riprenderli. il libretto non è male, ma H. non è simpatico comunque. ma non è detto che uno scrittore debba esserlo. Celine probabilmente non era simpatico per nulla, eppure…

  22. seia

    oppure eia come in sardegna! 🙂

  23. Melpunk

    ma, per dire, la versione femminile di eio sarebbe eia??? come nel ventennio…?

  24. eìo

    aiò! maccheffatte! macchedditte! 🙂

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