Stamattina parlando è saltata fuori la storia di questo medico che era un bravissimo chirurgo però aveva questo problema che soffriva di cleptomania: andava nei posti e zac, si metteva qualcosa in tasca. Io non so se mi farei operare da uno così, ho detto, e l’altro mi ha detto Ma no, guarda che quel problema lì non c’entra niente, è un chirurgo bravissimo, ma io continuavo a pensare che avrei avuto paura, a farmi operare, che quello lì, a sentire quel che si diceva, mentre ti operava era capacissimo di mettersi il tuo fegato in tasca.
una volta un mio amico è stato operato da un chirurgo femmina. Elvira si chiamava. Aveva occhi bui e labbri invito a peccare. Ecco. Il dottore Elvira l’ha operato e si è portata a casa un pezzo di lui. Il cuore, è la risposta che piace alle femmine. Una gloriosa erezione sotto i ferri, è quello che gli amici sanno per vero
Non è che quel chirurgo sia “L’allegro chirurgo”?
Fintanto che prende, passi. Ma se lascia qualcosa dentro? Garze, tamponi, forbici, pinze …
Già… Questi son problemi…
Certe volte é bello pensare che qualcuno si prenda il tuo fegato, quando è grosso così. Io ho paura di non svegliarmi dopo, quando c’è un chirurgo, anche se non é cleptomane. E poi ho anche paura di dire delle cose di cui poi mi vergogno, se per caso mi sveglio. Era bello “Il piccolo chimico”, secondo me.
oh si pienamente d’accordo con te.
ah ah ah!!!
in forma come sempre…
Io ho sentito dire che è talmente abile come chirurgo che, mentre è all’Opera, è capacissimo di mettersi “I pugni in tasca”.
Però metti caso che il precedente chirurgo si è scordato una pinza nelle tue viscere, beh il cleptomane allora potrebbe tornare utile…
è patologia seria se ti rubano il fegato
(un po’ mi vergogno…)
“Ti devo una pinza / Ce l’ho nella panza” 🙂
Allora è proprio nato per fare il chirurgo, cioè per levare roba dalla gente.
mi sono imbattuto nella famiglia belloni luca e non pensavo che erano cliptomani grazie
ha il cleptomane l’occhio gonfio
di nostalghia e,
un cuore arraffa baruffe
cartavelina di sogni, i baci di piume;
e dentro,
a squartare le pareti d’acciaio,
e di nascosto, spargimento
d’emizioni sopite,
sotto polvere e cenere
donne felici a sputtanarsi
nel mutismo del sangue:
ben venga clepto
che a morire non vogliamo
alla radice
la pianta che batte,
nel petto del pozzo;
non a divellere,
rosa vrucculosa la vita amorosa,
spampanata d’ammore.