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Zerbinoes

M’è venuto in mente stamattina, quando ho visto che il signor Oregon Scientific diceva che fuori c’eran otto gradi, m’è venuto in mente che una cosa che non ho mai detto della Finlandia è una cosa che subito non ci fai caso, e poi quando ci fai caso non capisci subito cosa sia, però poi dopo ti viene l’illuminazione e dici ah già, ecco cos’era. Quel che volevo dire è che quando vai in Finlandia, guardi le case e vedi che non hanno lo zerbino, ma hanno, vicino alla porta, un aggeggio di metallo con tre spazzole disposte a U, e se uno è andato in Finlandia solo d’estate può non aver capito a cosa serve, ma se uno c’è andato d’inverno lo capisce subito che servono a spazzolar via la neve e il ghiaccio dalle scarpe sia di sotto, che ai lati.

Giusto per completezza d’informazione, eh.

P.S. Ah, lo sapete che la settimana prossima esce il libro dei Fincipit? Appena ne ho una copia in mano ne parliamo, così vi dico quanto è bello, spiritoso, intelligente, interessante.

Il castello di Turku

Quest’estate, mentre eravamo in Finlandia (ve lo avevo detto, che avrei avuto materiale per un anno, con la storia della Finlandia), ci siam fermati un paio di giorni a Turku, la vecchia capitale, che, come vecchia capitale, ha un castello molto grande, che si situa un po’ fuori città: per arrivarci, abbiamo affittato delle biciclette all’ufficio turistico.

Sin da quando eravamo arrivati in Finlandia mi avevano incuriosito quelle bici che, guardandole, avresti detto che erano senza freni, perché non c’erano leve ne fili sul manubrio. Poi mi ero documentato (avevo guardato della gente che andava in bici: questa è documentazione) e avevo visto che quelle bici avevano il freno a contropedale, ovvero, per frenare, bisognava dare un colpo indietro ai pedali. Questo, di certo, ti impedisce di cazzeggiare coi piedi come fai con le bici nostrane, e senz’altro, è una difficoltà di adattamento in più, rispetto a dover andare in posti che non conosci, rispettando le piste ciclabili, perché, come abbiamo scoperto poi, se non sei su una pista ciclabile (che peraltro c’è quasi dappertutto), non sei nessuno, e sei alla mercé delle automobili, che ti schifano, ma non ti schivano.

Dopo qualche minuto di bicicletta, abbiam poi scoperto che era abbastanza facile usare queste biciclette per noi piuttosto strambe e seguendo il fiume siamo arrivati al castello.

Dice il luogo comune che i finlandesi siano gente fredda e poco disponibile, ma quando siamo arrivati al castello ci siamo fermati al chioschetto lì di fianco per prendere qualcosa da mangiare (io non avevo molta fame, ma uno di noi invece ha trovato nel mangiare il suo hobby principale) e la signora del chioschetto, in una lingua che assomigliava all’inglese, ci ha anticipato tutta la storia del castello. Quando siamo entrati, sapevamo già quasi tutto, così abbiam potuto fare i fighi.

La visita, al castello di Turku, è durata circa tre ore, con le gambine che ci facevan male, ché il castello, era veramente immenso, più di quanto uno avrebbe immaginato da fuori.

Quando siamo usciti, stava piovendo.

Noi avevamo le bici, e siccome quando siam partiti era tutto sereno, non eravam mica tanto attrezzati; allora ci siam messi lì, sotto l’arco di entrata del castello, ad aspettare che spiovesse.

C’era un fotografo, con l’assistente che gli teneva il flash sopra un treppiede, e c’era un tizio, che aveva l’aria di uno scrittore, che era evidentemente l’oggetto delle fotografie; non so, probabilmente, stavan facendo un servizio su questo scrittore per qualche giornale, o per qualche quarta di copertina, non c’era niente di certo, l’unica cosa era è che quasi sicuramente, quell’uomo che stavano fotografando, era uno scrittore.

Si vedeva dalle pose che faceva che era uno scrittore, uno scrittore di quelli un po’ vanitosi, come quasi tutti, si metteva in delle pose che non ti potevi sbagliare, si vedeva, che era uno che voleva darsi un tono.

Noi eravamo lì sotto l’arco che aspettavamo che spiovesse, e lì sotto l’arco c’erano anche il fotografo, l’assistente col treppiede e lo scrittore, che stavan facendo quelle foto con lo sfondo del castello, con questo scrittore che faceva delle pose da uno che voleva darsi delle arie, ma che a guardarlo, faceva ridere.

Il fotografo era lì che faceva le foto, gliene avrà scattate una ventina, così, distrattamente, con quel bel tipo tutto in posa, e a un certo punto, mentre scattava le foto, il fotografo si è messo ad urlare come un ossesso, e lo scrittore si è spaventato, e allora mentre lo scrittore aveva delle espressioni che non controllava, il fotografo ha cominciato a scattarle a raffica, poi lo scrittore si è messo a ridere, e si vedeva, che il fotografo era soddisfatto, che aveva trovato quel che voleva.

Io allora in quel momento lì, ho appreso l’importante lezione che per trovar quel che cerchi, delle volte, basta urlare.

Il movimento delle nuvole

In Finlandia ci siamo andati con Ivan Ilic e gentile consorte: mi è sembrato, dopo un rapido sondaggio commissionato ad una ditta americana specializzata in quelle cose lì, che tutti e quattro, in Finlandia, ci abbiam lasciato il cuore.

La Finlandia d’inverno dev’esser bella, ma dev’essere anche una grande spaccatura di palle, con tutto quel freddo.

La Finlandia d’estate, invece.

Che poi, la Finlandia d’estate, uno dice, ma quando uno è là s’accorge che a ferragosto, la Finlandia d’estate, è già un po’ autunno.

Le temperature, son quasi le stesse di qui, ma però, te ne accorgi, dagli alberi dagli arbusti dal tempo metereologico, te ne accorgi, che è già un po’ autunno.

***

In Finlandia, una cosa che manca, ad uno che viene da Cuneo, son le montagne.

Uno che viene da Cuneo è abituato, che se guarda l’orizzonte, per tre quarti (più o meno, eh, semplifichiamo, così ci si capisce) vede montagne.

In Finlandia, niente.

Uno degli effetti dell’essere in pianura, ma circondati dalle montagne, è che le nuvole arrivano e poi si fermano. Oppure c’è cappa, d’estate. Allora uno di Cuneo è abituato a vederle ferme o quasi, le nuvole.

Invece in Finlandia le nuvole si muovono continuamente, e il cielo cambia completamente nel giro di pochi minuti, sotto i tuoi esterrefatti occhi cuneesi.

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“Ma qual è il momento che dalla pioggia, si passa alla non pioggia? Dove è il punto che un millimetro più in là piove, e un millimetro più in qua non piove. Esiste?”

(Paolo Nori, I quattro cani di Pavlov)

Caro Nori, io l’ho visto. Si trova sull’autostrada Tampere-Helsinki, a circa cinquanta chilometri da Helsinki. Almeno, era lì venerdì diciotto agosto alle due e mezza del pomeriggio. Dove eravam noi c’era il sole, cinquanta metri più avanti si vedeva che pioveva, era tutto bagnato.

M’è sembrato d’aver visto l’Aleph.

Poi, subito dopo, siam entrati nella pioggia.

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Cose della Finlandia che non ci sono scritte sulla guida della Lonely Planet

Una cosa che non tutti sanno è che da Cuneo, per andare in Finlandia, bisogna uscire a Novara Est.

Bisogna saperlo, che se poi uno esce a Novara Ovest, poi, per andare in Finlandia, gli tocca fare un pacco di strada in più.

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Se uno va a Helsinki di mattina gli vien da pensare ma guarda te come sono puliti i Finlandesi, poi uno va a Helsinki di sera, e Helsinki di sera gli sembra un merdaio.

Non è che son puliti, i finlandesi, i finlandesi sporcano abbastanza, solo che poi ci son degli omini sopra dei furgoncini con le spazzole che puliscon via tutto.

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Comunque, avevo ragione, i finlandesi son davvero gentili e cortesi.

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I ragazzini finlandesi, al venerdì sera, bevono delle birre.

Solo che le birre costan tanto, in Finlandia, allora prima di andare in giro li vedi che si fermano all’S-market sotto il McDonald’s della stazione di Helsinki, ché è l’unico che chiude alle 22, e ognuno si compra un cartone di birra Koff, che dev’essere quella che costa meno.

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In Finlandia, c’è una specialità che si chiama Salmiakki, che sarebbe la liquirizia salata. Io adesso non mi ricordo più com’è quella dolce.

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In Finlandia, in tutti i paesi, c’è la piazza del mercato, che loro chiaman Kauppatori. Ci son i banchi del pesce dove il pesce non puzza. Ci son i banchi della verdura, dove vendono, oltre alle robe che ci son anche da noi, una patela di frutti di bosco, ché là ne han tanti, e i piselli dolci. I piselli dolci li vendon nei loro baccelli, te li compri dentro un sacchetto, poi vai avanti, apri i baccelli, mangi i piselli crudi mentre cammini, e poi butti il baccello vuoto per terra. Tipica usanza finlandese.

Ho notato che molte cose le vendono a litri, per misurare han delle caraffe o delle scatole di legno e le riempion di patate o di piselli. Quel che ci sta è un litro.

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Il piatto tipico finlandese è una cosa incredibile che consiglio di non assaggiare perché troppo ostica per i nostri palati, piuttosto mangiate i salmoni gli orsi le renne e le alci, ma lasciate perdere la specialità locale che abitualmente sui menù è indicata con la parola Pizza.

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Arieccomi

No, per dire, che magari vi ero mancato.

No, è che, con ‘sta storia degli attentati fasulli, avevan montato su un casino, che non mi ero portato né il computer, né il nintendo, né l’ipod, ché avevo paura che me li facessero imbarcare nella stiva.

Poi invece, all’aeroporto, i controlli eran normali.

Mah.

Poi negli alberghi c’era tutto il wi-fi, c’era il wi-fi ovunque, e io ero lì, non mi potevo connettere, stavo male.

Io tutte le volte che leggevo i cartellini wi-fi da qualche parte pensavo

Ma guarda ‘sti stronzi.

Son riuscito solo due volte a connettermi da Turku che nell’hotel avevano una cosa che si chiamava Business Area che era un computer con internet e una stampante.

La chiamavano Business Area.

Però comunque la Finlandia è un posto bellissimo poi dopo ve lo racconto.

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Kirjakauppa

Sono entrato in una libreria e ho visto un libro di Paulo Coelho che aveva la copertina molto simile a quella dei libri di Harry Potter.

Tutto d’un tratto questo m’è sembrato un paese molto civile.

Ma come sono cortesi i finlandesi

In certi periodi ci sono cose che ti interessano più di altre, io per esempio in questo periodo, mi son abbastanza appassionato ad uno stato europeo che spesse volte viene trascurato; io, in questo periodo, per motivi imperscrutabili ai più, mi sto interessando alla Finlandia.

I motivi imperscrutabili ai più sarebbero, visto che questo blog si propone tra i suoi precipui obbiettivi la trasformazione della cultura esoterica in cultura essoterica, dicevo, questi motivi sarebbero che la settimana prossima noi (rullata di tamburi, please) si va in Finlandia.

E siccome io sono uno che quando va nei posti gli piace essere serio e documentato, tra le altre cose che sto leggendo, c’è anche una guida della Finlandia.

C’è una cosa nella guida della Finlandia che sto leggendo, una cosa che quando l’ho letta son rimasto impressionato.

Dice la guida della Finlandia che sto leggendo, che la Finlandia, nonostante sia schiacciata tra la Russia e la Svezia, e nonostante sia stata dominata in passato dalla Russia e dalla Svezia, nonostante queste cose, la Finlandia non può essere considerata né Russia né Svezia, e se si chiede ai Finlandesi se si sentano Svedesi, o se si sentano Russi, i Finlandesi, strabiliantemente, risponderanno che non si sentono né Russi né Svedesi, ma semplicemente Finlandesi.

Questa cosa mi ha colpito nel profondo.

Ecco la differenza tra i Finlandesi e gli Italiani, ho pensato.

Son uscito, son andato per strada, ho fermato della gente e gli chiedevo se si sentivano più Francesi o più Spagnoli o più Austriaci, ecco io andavo in giro chiedevo questa cosa alla gente, la gente non mi rispondeva Noi ci sentiamo Italiani.

La gente mi guardava male e basta.

Ecco la differenza, mi son detto: uno, in Finlandia, può andare in giro a chiedere alla gente se si sentano più Ciprioti o Lussemburghesi, e loro ti rispondono Finlandesi.

Gente cortese, i Finlandesi.

Adesso poi la settimana prossima, che ci vado, provo, e poi vi dico.

P.S. della finlandia s’era già parlato nel post Ente Nazionale del Turismo della Finlandia e in qualche altro post.

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