un blog che parla di niente

Letteratura ambulante

Leggevo stamattina che in questi giorni a Padova c’è Patrik Ourednik, autore, oltre al resto, di uno dei libri che secondo me è uno di quei libri che rimarranno nel tempo, un libro che si chiama Europeana. Io inviterei tutti ad andarci, anche se, una volta che c’era un incontro con Ourednik, ero molto combattuto, perché se da un lato mi sarebbe molto piaciuto incontrare Ourednik, dall’altro mi aveva sempre dato l’impressione di essere uno stronzo. Mentre lo raccontavo ai suoi editori italiani (una piccola casa editrice palermitana che si chiama :duepunti), gli dicevo che invece poi, a parlarci, Ourednik si è dimostrato disponibile, simpatico, e per niente stronzo. Loro mi han detto che, secondo loro, è meglio non fidarsi troppo delle seconde impressioni.

Sabato scorso mi è arrivata una busta, dentro c’era un libro, e dentro il libro c’era un foglio di carta intestata, diceva Università degli Studi di Roma – Tor Vergata, e sul biglietto c’era scritto Se non le piace questo libro, Lei non capisce niente di fisica. Ecco adesso questo libro, che è un libretto piccolino che si chiama Einstein’s dreams di Alan Lightman, ce l’ho sul tavolo della cucina da sabato scorso, non so se iniziarlo o no, lo guardo un po’ in tralice, mi mette un po’ di, come si dice, ansia da prestazione.

Venerdì sera son stato a una lettura pubblica di Guido Catalano. Poi, andando alla macchina, che sarà stata parcheggiata duecento metri più in là, ho sbattuto contro un palo. Dopo una cinquantina di metri, ho sbattuto contro un altro palo. Volevo raccontare della lettura di Catalano, ma poi tutto quello che mi ricordo di quella sera lì è che mi sembra di non aver fatto altro che sbatter contro dei pali.

Poi, una cosa che volevo dire, è che se ai Macchianera Blog Awards votate per qualcun altro, non dico di votare me o Spinoza, ma se votate per qualcun altro, ve lo siete meritato, Berlusconi.

16 Comments

  1. B

    Ma Alessandro, ma oggi sei tanto irrisolto, come mai? Essere un punto di riferimento può dare alla testa, meno male che sbatti contro i pali e resti in tralice, nonostante tutto. Se mi piace leggerti qui e ti voterei mille volte, devo per forza detestare Berlusconi? E se non me ne importasse un granché invece di lui? Non è che ogni mattina che ti leggo io mi metta in testa di fare opposizione: mi diverto e basta (che poi basta chi lo dice?). Non ho capito lo spirito del tuo blog? Comunque, visto che non bisogna trarre e dedurre nè autobiografare, io ti leggo e basta. E ti voto, col pensiero fisso. Dai, ci racconteresti della lettura di Catalano? Che ne sento parlare un po’ troppo in giro sulla rete e quello che leggo è una tale piaggeria che mi annoia. Non lui, chi parla di lui. Aspetto da te: così sono sicura di non annoiarmi.
    Che poi se fai così a noi ci prende lo sconforto.

  2. DigiBlues

    La frase scritta sul biglietto dell’Università di Tor Vergata è veramente inquietante. Io ti direi fingi di averlo letto, così potrai concordare col biglietto senza poter pensare che in realtà non t’è piaciuto per niente.

  3. frank

    potresti sempre dire che la fisica la capisci benissimo, ma hai qualche difficoltà con l’inglese scientifico

  4. B

    Che poi Come te non c’è nessunoooo. Tu sei l’unico al mòndo eccetera e ti ho piaggiato anch’io e mi sono annoiata da sola. Ma adesso rimedio: Qui è carino, niente di chè, ce ne sono a centinaia a migliaia a decine di migliaia a milioni di milioni ecco. E’ una seconda impressione

  5. cica

    E ma è perchè mentre leggi un libro poi ti fermi a pensare e magari torni indietro a rileggerti un punto, insomma te lo gestisci come ti pare. Invece se lo legge l’autore non ti lascia il tempo per le digressioni… e magari dà un’intonazione alla lettura che non è la tua e tutto questo ti deconcentra. Apposta i libri sono scritti e non parlati.

  6. Guido

    Belusconi…ottima mossa di marketing. Catalano poi, chissà se è veramente catalano.

  7. Alessandro

    Volevo dire Ratzinger, invece di Berlusconi, poi invece m’è venuto in mente che è difficile che quelli che passan di qua potessero aver votato Ratzinger.
    Adesso il pensiero m’è venuto così così, ma spero che si capisca il senso.

    Su Catalano, anch’io noto che c’è un eccesso di capolavorismo nei blog italiani verso di lui, però devo dire che alcune sue cose son proprio belle. Non tutte: per esempio le cose che ha letto l’altra sera mi sembravano un po’ in tono minore. In più, come ho anche detto a lui, di solito mi si dice che leggere Catalano non dà la stessa emozione che sentirlo recitare, e che sentirlo recitare è, diciamo, l’essenza stessa della catalanità, e invece a me ha fatto un effetto strano, perché i suoi libri li ho letti, e Motosega (che mi dicono che è appena esaurito) l’ho letto diverse volte, e avendolo in testa con il mio tipo di lettura, sentirlo leggere da lui mi ha un poco scombussolato, mi è sembrato che non fosse la stessa cosa, come se stessi guardando un film tratto da un libro che conoscevo a menadito. Mi ha detto lui che sono la prima persona che dice una cosa simile, e che gli ha fatto molto piacere che gliela dicessi, perché di solito tutti dicono il contrario, e a lui è venuto il dubbio che i suoi pezzi non fossero autonomi rispetto alla sua lettura, alla sua presenza.
    In pratica gli ho detto che i suoi libri sono meglio se lui non c’è.

  8. Alessandro

    ci vorrebbe un sorrisino alla fine del commento precedente, me lo son dimenticato 🙂

  9. sid

    Padova è il centro nevralgico delle cose importanti che succedono. mi pare giusto che lo sappiate tutti. 🙂

  10. cica

    @sid, questa cosa su Padova l’hai detta molto bene, mi complimento. Per dire la stessa cosa noialtri qui a Cuneo siamo molto più terra terra… diciamo “Cuneo è il buco del c**o del mondo” 😉

  11. laPaolina

    a me con Paolo Nori è successo il contrario. la prima volta che l’ho letto è stato con la sua voce, durante una lettura. poi a casa rileggendolo, mi figuravo in testa ancora lui che recitava e mi piaceva molto di più che con la mia voce mentale.

  12. leonardo

    viva Ourednik !
    voto Ourednik !

  13. maeandro

    E’ strano come anche questo mese sia andato un giorno a Padova. E’ già la terza volta quest’anno, anche se per la verità la prima volta ero andato solo a prendere il treno per Venezia.
    Quindi ti ringrazio per la segnalazione ma non me la sento di andare a Padova 4 volte nello stesso anno: diventerei Padovano effettivo e non solo d’anagrafe.
    Curioso però che anche stavolta abbia dovuto dire: scusate, vengo dalla campagna. Il fatto è che io ai semafori per i pedoni non riesco a rimaner fermo e se non ci sono auto tento di attraversare la strada, ma una signora più prudente di me mi ha gridato: guardi che è rosso. E quindi anche stavolta ho dovuto recitare giaculatoria di pentimento. Al verde, la solerte signora mi fa: Ecco, adesso può attreversare. Ed io di rimando: Continuo a pensare che si sta meglio in campagna.

  14. sid

    @cica: lo zio ci rimane male, secondo me con la parola Cuneo e la parola culo nella stessa frase. io avrei optato per ombelico ma mi spiace ombelico è già occupato per Padova.

    @meandro: ciao!!! io e te che forse abitiamo magari anche vicini chi lo sa, noi ci troviamo sempre nei blog in giro! ciao meandro!

  15. Popinga

    Io quando sento dire Catalano mi viene in mente Arbore e Frassica. Potenza della televisione…

  16. cica

    @sid, ma quella parola lì io non l’ho mica scritta, era lì.. come sospesa. E poi diciamoci la verità, la cosa rappresentata
    da quella parola ha una sua indubbia utilità pratica, l’ombelico molto meno, anche se mi dispiace per Padova. 😉

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