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Un agglomerato di molecole minimo, che sei tu

… (“Cos’hai?” ha detto Monica), cos’ho? l’intero universo sta scappando, Monica, a una velocità vertiginosa, cioè si sta diradando, le galassie sempre più lontane l’una dall’altra (“Le Galassie?”), sì, le galassie, che sono vortici di polvere, anzi sono vortici di scintille, qualcuna che brilla al massimo, altre già spente, cenere, vortici di scintille e di cenere che si allontanano, girando, come le trottole. E attorno a una scintilla, su un granello di cenere tiepida che ruota e che finirà dispersa, prima o poi, o inghiottita dalla sua stella gigante rossa, su un punto di questo granello che un microscopio farebbe fatica a vedere, in un angolo di stanza dalle finestre socchiuse, in cui penetra un po’ della radiazione elettromagnetica della banda visibile, ecco, lì dentro, c’è un agglomerato di molecole minimo, che sei tu Monica sdraiata di pancia, che giri insieme al tutto universale, ed evaporerai, disperdendoti, come evaporerò io stesso, e Barbieri, come evaporerà Gianluigi, che però se fosse già evaporato l’anno scorso, ad esempio, sarebbe meglio. O fosse stato risucchiato da qualche entità extraterrestre come tipico oggetto di studio, e poi messo nella condotta di scarico in quanto già usato e inservibile.

(tratto dalle pagine 148 e 149 di quel libro meraviglioso (proprio perché pieno di meraviglie) (che bella parola, meraviglia) che è Storia naturale dei giganti, di Ermanno Cavazzoni, che sto leggendo molto lentamente, un po’ per assaporarlo meglio, e un po’ perché non ce la faccio a leggerlo velocemente)

5 Comments

  1. paolo beneforti

    letto l’anno scorso. casomai avessi dovuto evaporare presto.

  2. keplero

    Eh, la meraviglia. Avercene sempre.

  3. kutavness

    Tra l’altro Cavazzoni, oltre che eccellente scrittore, è anche un valente pallavolista, nonostante l’età non più verde: mia moglie ha giocato con lui alcune volte, nei campetti del CUS Bologna, e mi ha detto che è molto meglio averlo in squadra, che contro.

  4. jacktisana

    interessante questa proiezione delle cose che per la verità io già pensai, qualcosa di somile almeno, riferito al nostro sistema solare, al tempo delle medie.

    C’era in copertina del libro di geografia l’immagine del nostro sistema solare e, non saprei spiegare come, io immaginavo che tutto quell’immensamente grande cosa potesse stare dentro ai sassi del cortile.

  5. marchino

    Beh, visto che io, una Monica sdraiata di pancia, ce l’ho qua accanto, mi tocca di comprarmelo, quel libro lì che dici -e anche leggerlo, poi, eh-

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