Ci sono spesso dei libri, o dei passi di libri, che si rivelano fondamentali per la nostra percezione del mondo, ci sono spesso delle singole frasi che pensiamo che se non le avessimo lette, tutto il nostro pensiero mancherebbe di qualcosa, o persino, potrebbe sfracellarsi a terra. E’ incredibile certe volte pensarci, che senza quella frase, letta magari in un libro preso a caso in biblioteca, tutta una serie di percezioni sarebbero rimaste senza nome, e che magari, sarebbero passate del tutto inosservate.
C’era Douglas Adams, in uno degli scritti postumi raccolti dentro Il salmone del dubbio* (ahimè, fuori catalogo), se non sbaglio, che diceva che il dizionario spesso non è adeguato a descrivere il mondo, che spesso ci sono cose, sentimenti e sensazioni che non è possibile descrivere con le parole esistenti: lui fa diversi esempi, ma quello che nella mia vita mi son ritrovato a sperimentare più e più volte, spesso anche una volta al giorno, quindi con un totale di migliaia e migliaia di volte, è la Straniaculosità (traduzione italiana dell’originale Shoeburyness), che è la sensazione spiacevole di sedersi su una sedia, sedile, poltrona o poltroncina, già resa calda dal sedere di qualcun altro.
sì, in effetti è una sensazione che mi mette piuttosto a disagio, ma non pensavo avesse un nome ^^
Sensazione orribile, che diventa ancor peggiore quando si mette la testa su un cuscino già caldo…insopportabile…
C’è come un’attrazione inconsapevole, verso questo genere di testi, e ho notato che di solito, ci si mette molto di più del normale a leggerli.
Non so se sia perchè uno vorrebbe evitare di perdersi qualcosa, o perchè si ha paura che finiscano troppo presto.
merda. mi si è sfracellato il cervello a terra; ci hai mica un po’ (un bel po’) di nastro ad es(t)ivo?
anche io sono un fan di Adams e ricordo perfettamente quel testo. certe sensazioni sono impagabili…
se penso che non ho mai letto “il salmone del dubbio” mi vien da sobobare come un Lorro.
vedi, a me invece il calore degli, lasciato a caso tra poltrone, sedie, lenzuola, cappelli, caschi e quant’altro, da abbastanza fastidio e credo mi faccia un po’ schifo.
d’ora in avanti la chiamo Cainiacaculosità.
Dai,questa non la sapevo e credo la userò spesso: i’m shoeburyness!
Sì, ma come si fa ad avere questo benedetto Salmone? Io lo voglio!
dare un nome alle cose aiuta a comprenderle… ora che ne conosco il nome posso dire: che schifo! 🙂
@oscar non so se hai presente quella battuta di Lella Costa che dice
“Noi ragazze da bambine abbiamo letto tutte Piccole donne e Piccole donne crescono, mentre i maschi leggevano Zagor, Capitan Miki, Blek Macigno eccetera. Pare invece che i maschi che da piccoli hanno letto Piccole donne siano poi da grandi diventati stilisti”, ecco, quelli che han letto Il salmone del dubbio poi si son tutti comprati dei Mac.
ah ecco perchè c’ho il piccì. 😉
biblioteca o usato. no alternatives, i suppose…
ah, oppure in inglese, ancora meglio, dove si chiama, se non sbaglio, The meaning of Liff…
A Grillo gli è scoppiato un tubo di dentifricio nel cervello? E’ il re della stranaqualunquistità? C’è un bambino di 6 anni in Corea o giù di là che “predica” assai meglio di lui. Perché non fare il “Fetta di cacio day”, allora?
Alle elezioni, invece di esercitare il diritto democratico con una semplice X, si mette un pezzo di pecorino nella scheda: grande soddisfazione etica! Si chiama: “Pecorodeficientità”
Cmq, io l’asciugamano e l’agenda da viaggio ce li ho e c’ho pure il Mac ma stranaculiosità mi manca (non sull’autobus).
Aggiungo che a Grillo, che per divertire con testi di livello si dovette affidare a Benni, farebbe bene entrare negli Avanguardisti Peristaltici (da Pablo Echaurren): chissà che qualche c***ata gli riesca artistica. Vedi “Delitto d’autore” per Underground-ShaKe. Buen Apple a todos! 😀
a Kinder a me e a Stark ci prendevan in giro, che ci avevam sempre dietro gli asciugamani, ‘sti incolti 🙂
Speciale
Straniaculosità , io la chiamerei invadenza dello spazio altrui…
La questione è : se mi siedo su un sedile ancora caldo, sono io che raggiungo – senza volerlo fare – l´intimo dell´altro o sono le sue tracce che mi raggiungono senza averlo consentito ? In ogni caso…bleah…
Per non parlare di quando il sedile in questione è quello del water…
Ho controllato… molto semplicemente nel salmone c’è un articolo in cui Adams racconta com’è nato The Meaning of Liff (da un suo compito d’inglese, quando era studente) e facendolo cita “straniaculosità” cose esempio del contenuto del libro…
>si chiama, se non sbaglio, The meaning of Liff…
no, no, si chiama – molto più prosaicamente – “The Salmon of Doubt”. Invece la tua citazione è proprio da “The meaning of Liff” che è un libro scritto in collaborazione con John Lloyd e mai tradotto in italiano (il testo in inglese però è qui: e pure qui .
In “The meaning of Liff” (che non è postumo) gli autori hanno preso un po’ di toponimi inglesi e li hanno convertiti in nomi comuni attribuendogli un significato che ancora non avesse una specifica parola che lo indicasse (infatti Shoeburyness è una cittadina dell’Essex).
“Il salmone del dubbio” (che è postumo) raccoglie un po’ di scritti d’occasione e alcuni corposi frammenti del terzo romanzo di Dirk Gently, rimasto incompiuto. C’è da notare che qui da noi, del ciclo di di Gently, sono stati pubblicati i frammenti del terzo romanzo, è stato pubblicato DUE volte il primo romanzo (con due traduzioni differenti) mentre il secondo è tutt’ora inedito (dal 1988). Mah…
Sperando di aver fatto cosa utile, saluto.
però io questo pezzo l’ho letto in italiano su Il salmone del dubbio, adesso non ce l’ho sottomano per controllare, ma son sicuro. Che magari la versione italiana sia diversa dall’edizione originale?
P.S. non era questo pezzo qui che avevo letto io, quindi l’ha menzionato anche nel salmone del dubbio e io son già più tranquillo 🙂
ah ecco, adesso torna tutto 🙂