Ogni mattina, come Narciso si specchia
nel ruscello retrovisore
io mi specchio in te
e nei tuoi occhi mi rado.
La prima lama solleva il pelo,
la seconda lo taglia,
la terza gode.
(Brunello Robertéti*
con buona pace di Sanguinéti,
unico degno erede d’Ungaréti)
***
In più oggi c’è Giancarlo Tramutoli su Nazione Indiana, guarda tu.
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che mito, il Brunello! :))
“Ho rispetto per gli omosessuali e i negri, purché i due fenomeni non si presenta contemporaneamente” 😛
che mito il Brunello associato a un buon batterista!
Meglio il bianco.
[Ste]
+ me lo –
+ vengo –
x venir di +
non me lo – +
o x lo –
me lo – di –
(per dire, questa bilinguismo da scuole medie, io l’ho scoperto alla soglia dei 30)
Se fossi cane, bau.
Se fossi gatto, miao.
Se fossi tardi, ciao.
tengo la raccolta.
fior di cicuta
com’è che a volte tutti si rincorre
il conio con sorpresa di battuta?
grande tatti sanguineti
🙂
Spero che ‘sta tipa avesse gli occhi grandi…sennò magari risultava un tantino difficoltoso radersi. 😀
sono sconcertata, tutti quei segni matematici, pensare che all’inizio era così romantico specchiarsi negli occhi altrui….
il virale mi ha stancato
vorrei essere accecato,
odio assistere impotenete
allo spot poco decente
la patata non voglio compra’
Amica Chips ti prego pietà.
ahah bellissimo 😉
Robertetti santo subito.
Guzzanti al posto di Fede.
Scusami, come vedi sono in crisi mistica.
Assistetti estasiato all’esordio del Robertetti (del quale credo si contino pochissime apparizioni ufficiali) fino a lacrimare. Il suo ideatore e interprete manca decisamente, alla satira e alla tv tutta.
San Francesco parlava agli uccelli.. Jessica Rizzo anche..
I poeti hanno il moccio al naso
e sbuffano sui petali di rosa.
I poeti hanno labbra di luna
e sguardi di lampare.
I poeti hanno l’occhio cieco
e il piede adunco.
I poeti hanno sete di carne
e dita d’artgli.
Graffiano il cuore alla balena
dell’universo,
ma è solo lo sfizio
di toccare il culo di una donna,
a mandolino nella notte,
i polpastrelli dai larghi sorrisi
danzano.
* Gennaro l’originale della costiera amalfitana
Mia sposa senza cruna dell’ago o silenti
lontananze evocatrici cui disponi i colonnati.
Mia rosa cremisi dagli occhi fuggitivi.
E senza la mano nella mano.
O giovane luce dalle fattezze immaginarie.
E dall’amore perduto in primavera.
Mia donchisciotta dai carati di stelle.
Dorata pelle dagli occhi di pesca profumata.
Amore mio sconosciuto. Senza vecchiezza,
glori di palpiti le mie ferite di sale grosso.
Sei pronta a sanare con l’aratro il mio cuore?
Perdonerai i miei occhi assetati della tua voce?
Sei pronta a lasciare la terraferma delle nuvole?
Giungerai a dragarmi sangue, calore e carezze
alle povere lacrime dell’uomo che ti spetta
dal tempo dei fiori immemori raccolti lungo il fiume?
Trafiggimi con coltello affilato il petto serrato
e sorridi delle mie sofferenze di gas inerte,
ma stai certa che a rapire la tua bocca ,
e i baci a ciliegia, sarò soltanto io,
e tu, immota e fissa, stella siderea,
balsamo dell’anima, amore mio immortale,
scardina
la solitudine arricciata dell’uomo scafandro.
* Gennaro l’originale della costiera amalfitana.
* Bis!!!