un blog che parla di niente

Ora diche un poesie

Ogni mattina, come Narciso si specchia
nel ruscello retrovisore
io mi specchio in te
e nei tuoi occhi mi rado.
La prima lama solleva il pelo,
la seconda lo taglia,
la terza gode.

(Brunello Robertéti*
con buona pace di Sanguinéti,
unico degno erede d’Ungaréti)

***

In più oggi c’è Giancarlo Tramutoli su Nazione Indiana, guarda tu.

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17 Comments

  1. Tambu

    che mito, il Brunello! :))

    “Ho rispetto per gli omosessuali e i negri, purché i due fenomeni non si presenta contemporaneamente” 😛

  2. Dani

    che mito il Brunello associato a un buon batterista!

  3. Noantri

    Meglio il bianco.
    [Ste]

  4. quasiblu

    + me lo –
    + vengo –
    x venir di +
    non me lo – +
    o x lo –
    me lo – di –

    (per dire, questa bilinguismo da scuole medie, io l’ho scoperto alla soglia dei 30)

  5. Maxime

    Se fossi cane, bau.
    Se fossi gatto, miao.
    Se fossi tardi, ciao.

  6. paolo beneforti

    tengo la raccolta.

  7. sonetti

    fior di cicuta
    com’è che a volte tutti si rincorre
    il conio con sorpresa di battuta?

  8. diderot

    grande tatti sanguineti
    🙂

  9. IlaLuna84

    Spero che ‘sta tipa avesse gli occhi grandi…sennò magari risultava un tantino difficoltoso radersi. 😀

  10. fonofubba

    sono sconcertata, tutti quei segni matematici, pensare che all’inizio era così romantico specchiarsi negli occhi altrui….

  11. charlie Fermatelapioggia

    il virale mi ha stancato
    vorrei essere accecato,
    odio assistere impotenete
    allo spot poco decente
    la patata non voglio compra’
    Amica Chips ti prego pietà.

  12. quasiblu

    ahah bellissimo 😉

  13. Albamarina

    Robertetti santo subito.
    Guzzanti al posto di Fede.

    Scusami, come vedi sono in crisi mistica.

  14. stark

    Assistetti estasiato all’esordio del Robertetti (del quale credo si contino pochissime apparizioni ufficiali) fino a lacrimare. Il suo ideatore e interprete manca decisamente, alla satira e alla tv tutta.

  15. V@le

    San Francesco parlava agli uccelli.. Jessica Rizzo anche..

  16. Transit

    I poeti hanno il moccio al naso
    e sbuffano sui petali di rosa.

    I poeti hanno labbra di luna
    e sguardi di lampare.

    I poeti hanno l’occhio cieco
    e il piede adunco.

    I poeti hanno sete di carne
    e dita d’artgli.

    Graffiano il cuore alla balena
    dell’universo,

    ma è solo lo sfizio
    di toccare il culo di una donna,

    a mandolino nella notte,
    i polpastrelli dai larghi sorrisi

    danzano.

    * Gennaro l’originale della costiera amalfitana

  17. Transit

    Mia sposa senza cruna dell’ago o silenti
    lontananze evocatrici cui disponi i colonnati.

    Mia rosa cremisi dagli occhi fuggitivi.
    E senza la mano nella mano.

    O giovane luce dalle fattezze immaginarie.
    E dall’amore perduto in primavera.

    Mia donchisciotta dai carati di stelle.
    Dorata pelle dagli occhi di pesca profumata.

    Amore mio sconosciuto. Senza vecchiezza,
    glori di palpiti le mie ferite di sale grosso.

    Sei pronta a sanare con l’aratro il mio cuore?
    Perdonerai i miei occhi assetati della tua voce?

    Sei pronta a lasciare la terraferma delle nuvole?
    Giungerai a dragarmi sangue, calore e carezze

    alle povere lacrime dell’uomo che ti spetta
    dal tempo dei fiori immemori raccolti lungo il fiume?

    Trafiggimi con coltello affilato il petto serrato
    e sorridi delle mie sofferenze di gas inerte,

    ma stai certa che a rapire la tua bocca ,
    e i baci a ciliegia, sarò soltanto io,

    e tu, immota e fissa, stella siderea,
    balsamo dell’anima, amore mio immortale,

    scardina
    la solitudine arricciata dell’uomo scafandro.

    * Gennaro l’originale della costiera amalfitana.
    * Bis!!!

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