un blog che parla di niente

ma cosa fai adesso che siamo tutti in pensiero

ho notato che qua tra gli assidui frequentatori di questo blog del pettine c’è una certa curiosità, che si è capito che lo faccio apposta, a non dire cosa faccio. ma voglio ricapitolare, per quelli che sono arrivati solo adesso, altrimenti non capiscono niente.
questo blog è nato a metà aprile duemilaquattro e si chiamava e io che mi pensavo che la vita del bancario erano tutti fiorellini. è nato su iobloggo.com e ci è stato fino alla fine di aprile duemilacinque, poi ho traslocato, senza perdere neanche un giorno, su diludovico.it. il tredici maggio duemilacinque ho cambiato il titolo del blog, che ora si chiama e io che mi pensavo che la vita del blogger erano tutti fiorellini, e ho pubblicato la lettera di dimissioni dalla banca. e da allora, un post sì e uno no, qualcuno mi ha chiesto ma cosa fai adesso che siamo tutti in pensiero non è che vai a stare sotto un ponte, e io in tutta risposta ho sempre menato il can per l’aia.
adesso, ho pensato, è magari venuto il momento di dirvi che cosa sto facendo.
non lo so, che cosa sto facendo.
che qua si avevano grandi idee.
non so se l’avete notato, che in occasione degli ultimi referendum sulla procreazione assistita c’è stato più impegno del solito, si son fatti post, s’è messo il banner e tutto quanto, l’avrete notato, se lo seguite assiduamente, questo blog del pettine.
l’avrete trovato strano, che s’è scomodato persino baruch spinoza, per perorare la causa.
avrete magari trovato strano, che il lunedì mattina dei referendum, alle sette, m’abbia chiamato vladimir per sapere dell’affluenza, magari non l’avete trovato strano, ma avreste dovuto.
che io e vladimir avevam avuto una grande idea. noi c’illudevamo, pensavamo d’abitare in un paese evoluto, pensavamo che magari l’italia fosse un paese più liberale della turchia (dove la legge sulla procreazione assistita è un po’ più avanti che in italia, l’avreste mai creduto?), noi sinceramente pensavamo che questi referendum passassero.
io con la mia esperienza bancaria, vladimir con le sue altre esperienze, noi c’avevamo, come si dice, un business plan.
volevamo aprire una banca del seme.
da esperti produttori, volevamo eterologare l’eterologabile.
poi, i referendum, sono andati come son andati, è andato tutto in pappa.
vorrà dire, mi riciclerò in un altro ufficio

13 Comments

  1. signoradicampagna

    ciao seminatore mancato, semina,semina prima o poi qualcosa cresce.

  2. pce

    commento di servizio: nel post c’è qualche duemilaequattro al posto di qualche duemiliaecinque.
    ciao

  3. dhalghren

    anch’io mi sono dimesso da una banca, ma senza lettera e me ne rammarico.

  4. milo

    maddai che quello sarebbe stato al massimo un hobby :o)

  5. eiochemipensavo

    oops! corretto! grazie, pce!

  6. sonetti

    fiori depressi
    a mettere del seme nella banca
    come contabilizzi gli interessi?

  7. eiochemipensavo

    @dhalgren: conosco uno che l’han mandato in ferie e poi non l’han più fatto tornare… credo che anche lui fosse assai rammaricato.

    @milo: e il bloggare sarebbe stato il lavoro? non ti sarebbe piaciuto leggere un blog di uno che ha una banca del seme? 😉

  8. eiochemipensavo

    @sonetti: gl’interessi sarebbero altissimi. metti in banca una cosa così piccola, e vien fuori un ometto. mi sembra un investimento niente male 😉

  9. regulus21

    SEGAIOLI! 😀

  10. massimo

    direi che vi siete fatti prendere un po’ la mano… ;D

  11. eiochemipensavo

    minchia che ridere 😉

  12. rasputin

    Ammirevole la tua decisione di lasciare il lavoro, ma scusa, con che campi? Anch’io ho un lavoro simile che mi fa abbastanza schifo, ma mutuo, figlio a carico, rate dell’auto ecc ecc…. se dovessi fare una cosa del genere penso che sarebbe un problema…… intanto mi consolo con una vita soddisfacente!

  13. eiochemipensavo

    beh, il fatto di avere già sottomano un altro lavoro ha aiutato molto la decisione, devo dire 😉

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