Come no, certo che se ne esce. Basta fare incontrare queste due persone e far cambio. Il fatto è che c’è la proprietà transitiva e, anche dopo lo scambio, ci sarà sempre uno senza lavoro e uno insoddisfatto per quello che ha.
già, questa del lavoro è una gran storia. Io per esempio vorrei tanto aprire un negozio di gommoni e tute da sub al Sestrière, so che mi piacerebbe da matti. Ma mi hanno detto che non è una buona idea. Mi chiedo perchè
E’ vero, non se ne esce. Eppure basterebbe che i nostri politici, in uno slancio di larghe intese cambiassero il primo articolo della costituzione che recita: “l’ Italia è una repubblica fondata sul LAVORO” in: l’ Italia è una repubblica fondata sull’ OZIO E IL DIVERTIMENTO”.
A parte le battute, se invece di produrre cose e servizi discutibilmente utili che la gente non compra più, si convertisse il lavoro in qualche cosa di veramente innovativo e alternativo che vada nella direzione del rispetto dell’ essere vivente, del vero risparmio energetico, della cura di questo mondo che soffoca, nel rinnovamento di scuole, nella cura rispettosa di anziani……..E’ vero, non se ne esce.
Il fatto è che il lavoro che vorrebbero gli uni spesso non coincide con quello che non piace agli altri.
E quando coincide, è quasi matematico che quelli a cui non piace vogliano quello che gli uni vorrebbero, e quello che gli uni vorrebbero sia proprio quello che gli altri hanno.
Alessandro: mi confermi l’opinione che ho dei tuoi post: intelligenti ed interessanti. Vedo che hai perfettamente inteso il senso del mio commento di ieri.
C’è pure chi ama il suo suo lavoro, chi ama il lavoro degli altri, chi si appassiona davanti alla sua macchina che produce tappi di bottiglia che riesce a sentirsi partecipe dei festeggiamenti di quando l’apriranno. Poi ci son quelli del Montenegro che con un amaro pagavano una giornata di lavoro di un veterinario. E quelli dello …sporco lavoro. Non se ne esce proprio.
il mio lavoro prima mi piaceva, ora mi piace di meno ma poi penso che se non l’avessi mi mancherebbe e allora torna a piacermi ma poi mi ricordo che prima mi piaceva di più… e allora mi rendo conto che ora mi piace di meno… no no basta è un loop davvero fastidioso.
No, via, te lo devo scrivere. Phonkmeister sta diventando troppo sublime. E’ straziante tornare a casa dal lavoro e sapere che qualcuno ha già trovato esattamente le cose che vorrei trovare su internet. Altro che feed.
Complice un ritardo di mezz’ora del treno, oggi ho rivisto alcuni miei ex colleghi di Università e ho chiacchierato un po’ con loro di lavoro. Ho detto loro che il mio lavoro ormai non mi dà più stimoli, che sto cercando altro eccetera. Quando han saputo che però, almeno fino alla fine del 2009, porto a casa ogni mese qualcosa (un borsa, poi, manco uno stipendio), mi han detto che del gruppo di assistenti di cui facevo parte, sono quello messo meglio.
C’è gggrooooossa crisi.
purtroppo, come possono testimoniarti alcuni miei colleghi, se ne esce anche rapidamente. con un paio di scatoloni sotto le braccia.
…
e poi c’è chi vive per lavorare e chi lavora per vivere
Come no, certo che se ne esce. Basta fare incontrare queste due persone e far cambio. Il fatto è che c’è la proprietà transitiva e, anche dopo lo scambio, ci sarà sempre uno senza lavoro e uno insoddisfatto per quello che ha.
già, questa del lavoro è una gran storia. Io per esempio vorrei tanto aprire un negozio di gommoni e tute da sub al Sestrière, so che mi piacerebbe da matti. Ma mi hanno detto che non è una buona idea. Mi chiedo perchè
Io ce l’ho e mi piace, ma non lo posso fare perchè ho l’influenza!!!!!
In che loop entro ;)))))) ??????
chi ce l’ha se lo tiene stretto, anche se non gli piace.
chi l’ha perso lo rivuole indietro.
chi non l’ha mai avuto farebbe qualsiasi cosa.
‘sta storia del lavoro sta diventando un dito…
Non se ne esce lo stesso, vix, perché quelli che dici tu vanno generalmente a far parte della prima categoria, io penso.
E’ vero, non se ne esce. Eppure basterebbe che i nostri politici, in uno slancio di larghe intese cambiassero il primo articolo della costituzione che recita: “l’ Italia è una repubblica fondata sul LAVORO” in: l’ Italia è una repubblica fondata sull’ OZIO E IL DIVERTIMENTO”.
A parte le battute, se invece di produrre cose e servizi discutibilmente utili che la gente non compra più, si convertisse il lavoro in qualche cosa di veramente innovativo e alternativo che vada nella direzione del rispetto dell’ essere vivente, del vero risparmio energetico, della cura di questo mondo che soffoca, nel rinnovamento di scuole, nella cura rispettosa di anziani……..E’ vero, non se ne esce.
Non c’è soluzione, vaccaboia.
Bè, ho letto di alcune prostitute che dicono di amare ciò che fanno.
A me non piace la parola lavoro, pensa se può piacermi il concetto implicitamente sottostante di fatica, faticare, muoversi…
alloopato
Il fatto è che il lavoro che vorrebbero gli uni spesso non coincide con quello che non piace agli altri.
E quando coincide, è quasi matematico che quelli a cui non piace vogliano quello che gli uni vorrebbero, e quello che gli uni vorrebbero sia proprio quello che gli altri hanno.
MissKappa: volevo dirti che questo post qua è ispirato al tuo commento sul post di ieri 🙂
vabbè dai, mi sacrifico: se mi date uno stipendio lascio il mio lavoro a chi gli manca
Alessandro: mi confermi l’opinione che ho dei tuoi post: intelligenti ed interessanti. Vedo che hai perfettamente inteso il senso del mio commento di ieri.
C’è anche a chi piace il suo lavoro ma non l’ufficio in cui lo pratica.
Cade a fagiuolo con il post che ho scritto oggi.
guardi, zio, lei scrive una roba che mi tocca dentro, che ho il nervo scoperto su questa sofferenza
eh già è un po’ come il cane che si morde la coda…..
Mi piacerebbe lavorare ma mi manca la voglia.
C’è pure chi ama il suo suo lavoro, chi ama il lavoro degli altri, chi si appassiona davanti alla sua macchina che produce tappi di bottiglia che riesce a sentirsi partecipe dei festeggiamenti di quando l’apriranno. Poi ci son quelli del Montenegro che con un amaro pagavano una giornata di lavoro di un veterinario. E quelli dello …sporco lavoro. Non se ne esce proprio.
a me il mio piace. Ma a volte vorrei mi piacesse ‘di meno’, così mi farei ‘di più’ i cavoli miei…
🙂
E poi ci sono i bastardi che vanno urlando ai quattro venti che fanno un lavoro che gli piace…
Abbatteteli per favore 😀
c’è chi lavora e sogna di andare in pensione.
c’è chi è in pensione ed è costretto a lavorare.
Dici cose vere
Urka, è un po’ che non passo da queste parti, e m’accorgo che al cor mancava…devo preoccuparmi? (sicuramente di come parlo: “urka”?!)
baol, no non mi abbattere ti prego…
😉
il mio lavoro prima mi piaceva, ora mi piace di meno ma poi penso che se non l’avessi mi mancherebbe e allora torna a piacermi ma poi mi ricordo che prima mi piaceva di più… e allora mi rendo conto che ora mi piace di meno… no no basta è un loop davvero fastidioso.
L’erba del vicino è sempre più verde…
No, via, te lo devo scrivere. Phonkmeister sta diventando troppo sublime. E’ straziante tornare a casa dal lavoro e sapere che qualcuno ha già trovato esattamente le cose che vorrei trovare su internet. Altro che feed.
grazie Vanni 🙂
Complice un ritardo di mezz’ora del treno, oggi ho rivisto alcuni miei ex colleghi di Università e ho chiacchierato un po’ con loro di lavoro. Ho detto loro che il mio lavoro ormai non mi dà più stimoli, che sto cercando altro eccetera. Quando han saputo che però, almeno fino alla fine del 2009, porto a casa ogni mese qualcosa (un borsa, poi, manco uno stipendio), mi han detto che del gruppo di assistenti di cui facevo parte, sono quello messo meglio.
C’è gggrooooossa crisi.
kutavness, mi sa che i tuoi amici hanno ragione.
Io invece cercavo un lavoro ed ho trovato uno stipendio.
Non male di questi tempi.
io non ce l ho…e non mi piace…