Sotto la doccia o al supermercato? Grande dilemma. Un giorno ero ospite alla radio e mi hanno chiesto, lo sapete come sono alla radio, fan delle domande che uno a volte si chiede da dove le tirino fuori, mi hanno chiesto se avrei preferito, dovendo scegliere, se scrivere sotto la doccia o dentro un supermercato. Sicuramente sotto la doccia vengono tante idee, ho detto, e dotandosi di tecnologie impermeabili, potrebbe essere interessante mettersi a scrivere direttamente lì, sotto la doccia, mentre le idee vengono, però d’altra parte il supermercato è un luogo talmente denso di stimoli, di persone, di colori, di oggetti, di rumori e odori, un luogo che secondo me oggi è insostituibile per conoscere noi stessi e i nostri tempi e quindi, ho risposto, che l’ideale sarebbe piazzare un box doccia dentro un supermercato, e mettersi a scrivere lì.
(inciso: io quando mi trovo in posti per me inusuali devo per forza entrare nei negozi, nei mercati e nei supermercati, spesso infastidendo chi sta viaggiando con me, ma secondo me solo lì si capisce veramente un popolo. Per esempio in un supermercato ho capito la differenza fondamentale tra l’Italia e gli USA: là Mastro Lindo si chiama Mr. Clean)
Vista la differenza tra Mastro e Mister il Lunedì diventa più sopportabile anche se sono ancora a corto di idee! Già, mi devo ricordare di fare una doccia!!!!!
Io quelli che vanno al supermercato senza fare lo spesone non li ho mai capiti. Mi danno fastidio, quelli che si mettono in fila con due o tre cosette in mano, e stanno in piedi senza carrello, mi viene sempre da dire “Ma cosa ci fai, qui, te? Ma vai in un negozietto, invece che qui, che qui c’è della gente che deve avere tanta roba nei carrelli e niente tempo da perdere!” Non lo capisco, di girare per le corsie per cercare solo un docciaschiuma, o di fotografare delle ali di volatile che magari in lapponia è un insetto, dipende dalle lingue e dalle culture. Ma è anche vero che io fare la spesa è una cosa che odio. E siccome quella gente che ho detto prima è strana, secondo me, non ci avevo mai pensato che forse son proprio degli artisti, degli Scrittori…
La prossima volta allora magari avrò dei pensieri differenti, se ne incontro qualcuno: mi metto in fila dietro a lui e lo guardo fisso mentre paga in contanti, le sue poche cose. Incrociando il suo sguardo rapito nell’arte, così ne viene fuori un momento di quelli che ricorderò per sempre, di quelli che ti tengono compagnia da vecchi.
Di guardare uno che poeta e idea mentre fa la doccia in mezzo ai formaggi però non lo so se avrei il coraggio, mi sembrerebbe che uno poi pensa, di me: “E’ una guardona, quella lì”.
In Svizzera si chiama Maitre Lindor.
Condivido l’importanza delle due fonti d’ispirazione, quasi alla pari le metterei, ma scriverci suvvia, io con la gazzarra che c’è al supermercato proprio non ci riuscirei. A quel punto la Metro vince su tutta la linea, da Rebibbia a Laurentina e viceversa.
Io ho una moglie, l’unica, che è capace di andare al supermarket e non comprare nulla! Guarda, passa e l’unica cosa che dice: “Amò, dov’è l’uscita senza acquisti?”
D’accordo, ci sono tragedie peggiori, ma, a volte, la vita diventa un incubo!!! ahahah (leggasi risata a denti strettissimi)!!!
Confermo, in Spagna è Mastro Lindo (e l’ammorbidente Coccolino è Mimosín, che non nulla a che fare con la mimosa, “mimar2 vuol dire coccolare “mi mamá me mima”).
Quando sono in una città nuova, soprattutto all’estero, vado sempre in un supermercato, proprio perché come giustamente dici si entra più a contatto con la mentalità della gente.
da wikipedia:
Don Limpio, in Spain (originally launched and sold for years as ‘Mister Proper’)
Maestro Limpio, in Mexico and Puerto Rico
Mastro Lindo, in Italy and Malta
Meister Proper, in Germany (originally; labeled now as Mr. Proper)
Meneer Proper, in Belgium (Flanders) (Colloquially, the brand is known as ‘Mister Proper’)
Pan Proper, in Poland
Mister Proper, in Bulgaria, Hungary, Czech Republic, Lithuania, Romania, Russia, Serbia, Ukraine and Middle east
Monsieur Net, in Quebec and French Canada
Monsieur Propre, in France
Scusa, ovviamente intendevo Don Limpio, vattelapesca perché ho prima scritto giusto e poi corretto alla versione italiana, senza neanche rendermene conto: forse perché mentre scrivo automaticamente traduco tutto all’italiano quel che penso in spagnolo??? 😀 son sempre stata un filino schizofrenica, ma questo vivere in due mondi mi sta facendo proprio sdoppiare
(avevo notato, ma sai, qui siam tutti gentili e abbiamo tutti le nostre rogne psichiatriche e quindi capiam benissimo 😉 )
@laperfidanera: come ti capisco e quel “traduco tutto all’italiano” è veramente di uno che vive in Spagna. dopo un po’ si mischiano le lingue e non sai più quale e quale e se davvero c’è un confine netto. (poveri guagliuni iberici miei che dovrebbero imparare da me l’italiano, trovandomi in tali condizioni)
Comunque volevo dire che io in Italia non andrei mai a far la spesa al supermercato (figuriamoci a scriverci) invece in Spagna si perché hanno il miglior supermercato del globo. MERCADOOOONA!
In Italia si chiama “Mercadone uno”.
Vedi cosa vuol dire sapere le lingue?
@ cq: Hai ragione, anche io vado al Mercadona, però anche per alcune cose all’Alcampo (Auchan per gli italiani).
Che poi io, per svecchiarne il marchio, lo chiamerei Signor Pulito
sono stata a spendere in un Supermarket, in California. lì ho visto walt whitman frugare in mezzo alla carne, nel congelatore
Io uso la stilografica. Niente doccia 🙁