L’altra sera cercavo qualcosa di diverso da leggere, ho trovato un libro che, chissà come, era finito sul mio hard disk. Un libro di quelli in commercio, che peraltro possiedo in cartaceo, ma che non avevo mai letto, un libro trasposto in ebook da qualche volenteroso incurante dei diritti d’autore a partire da scansioni delle pagine, o dalla conversione di un qualche file di altro tipo. Mi sono accorto subito che era pieno di errori: molte parole erano attaccate alla successiva. Davvero molte, almeno una decina per pagina. Subito l’ho bollato come illeggibile, ma poi sono andato avanti, e non ci facevo quasi più caso, e l’ho considerato quasi un valore aggiunto, quasi una traduzione in una lingua simile all’italiano, ma un po’ diversa.
Una corrente d’ariacalda
Masseturbinose di vapore
Le budella gettate sullaroccia
La guancia sullaterra
Camminava con una specie disconsolata risolutezza
La figura corpulenta si chinavaavanti
Si aspettava di vederlobattere umilmente in ritirata
Sulle sue spallepesava l’autorità del capo
Proruppe l’esplosionesulfurea
La prese con tutte e due le mani, accarezzandolaquasi
L’ho quasi finito, secondo me è molto più bello così.
Sembra poesia dell’avanguardia futurista…
ecco, dopo averne attaccate alcune tra loro, il passo successivo è di ridividerle in altri modi.
Una corrente daria calda
Massetu rbinose di vapore
Le budella gettate sull’aroccia
La guancia sullate rra
Almenodicci di chelibro sitratta.
vero.
Azzarderei con ghiaccio nove ma so che l’hai già letto. che libro è?
inter es sante
Io ho scritto una poesia così. Ne ho fatto anche una versione light, per così dire, limitando le “attaccature” al minimo indispensabile. Dovrebbe piacerti. A me piace. Se vuoi te la mando. E seinvece nonvuoi, allorano.
Ghiaccio 9 di Vonnegut? Ci sono parti in poesia?
ah mbè…mi sa che non ci avevo capito niente, pensavo fossero frasi a caso non una poesia. le frasi a caso potevano essere ghiaccio nove
Sono frasi a caso prese da Il Signore delle mosche, in effetti.
Ioil tito lola vrei chiamatocosì: Initaliano qua si
Mi tocca ammettere che il Golding, l’ebook e l’Eio fanno shufflepoesia con i fiocchi! E mi piace.
Però, da buon cartaceo, fatemi fare una difesa dell’antico. Che non c’entra niente, maperò.
E’ che lavorando in una libreria ne vedi tanti, di libri. Passare.
Quelli che non puoi permetterti, quelli che un giorno sarà tuo, non oggi, ma domani e quelli che domani sono già andati fuori catalogo, in un amen. E hai venduto, prorpio tu, due giorni fa, l’ultimo. (Un filo esagerato, ma quasi)
E’ anche che, lavorando in una libreria, ne vedi pochi di libri in regalo.
Poi passa lì uno, in libreria, uno tutto tecnologico, e te lo regala lui, proprio quello, l’amen (Gaiman/Pratchett – Good omens). In una edizione -tutta di carta, giuro!- che fa allegria solo a vederla. E toccarla.
In una busta di carta, pure questa! Tutta contenta!
Che dire, son cose che capitano anche queste…
Comunque, questo c’entra più o meno, quando ero giovane e facevo il rock, il mio cantante aveva scritto un bel testo attaccando ogni tanto due parole, in modo però da formarne sempre una terza dall’unione…Ne ricordassi una.
Vabbè, scusate il vaniloquio.
Ah be’, Il Signore delle mosche, questo spiega tutto: l’autore è uno dei protagonisti :^)
C’era un tempo che mi piaceva scrivere qualche parola tutta attaccata.
Poi ho preso la terza elementare.
il suo editore gli avrà detto
“fammelo 15 pagine più corto e ti faccio risparmiare”
se si diffondesse, facilmente poi spunterebbe in breve tempo qualche blogger chescrivecosì
Io “perdio” lo scrivo tutto attaccato.
Io scrivo tuttattaccato anche il mio nick.