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Come tornare a casa

M’è successo l’altro giorno che ero nella casa dove ho vissuto i primi ventinove anni della mia vita, e m’è venuto in mente di cercare un disco da mettere nell’autoradio, perché io quando ho comprato questa macchina qua mi son raccomandato, se c’è l’autoradio la vorrei con le cassette, o con l’attacco esterno, ma non con i cd. Poi c’erano i cd.
Quindi io son obbligato, se non voglio far delle modifiche che mi costan più della macchina, a ascoltare i cd. Un cd, in macchina, se è bello, lo posso anche ascoltare dei mesi di fila, come l’anno scorso che per quattro mesi ho ascoltato solo Atom Heart Mother dei Pink Floyd. Dopo me l’han fatto togliere, che m’han fatto notare che era dal venticinque aprile (data giusta) che ascoltavo quel cd lì, e era tipo agosto, quando me l’han fatto togliere. Comunque l’altro giorno ero lì dai miei, nella camera che una volta era camera mia e adesso assomiglia molto a camera mia, c’è ancora tantissima roba mia, più un mucchio di altre cianfrusaglie che i miei non sapevan più dove mettere, e cercavo un qualche cd. Ne ho trovato uno che appena l’ho visto l’ho riconosciuto, era un cd che ai suoi tempi l’avevo consumato, mi ricordavo che era bellissimo, che mi piaceva davvero tanto, ma non mi ricordavo più che cosa ci fosse dentro, né come suonasse. Era, è, un disco che non piacerà al novanta per cento delle persone, Tri Repetae degli Autechre. Non mi ricordavo minimamente, davvero, cosa c’era dentro, però avevo voglia di riascoltarlo, Tri Repetae, e non appena sono stato in macchina l’ho messo dentro, e non appena è cominciata la prima battuta, è come se non lo avessi mai dimenticato.
È stato un po’ come tornare a casa.
È stato un po’ come leggere una poesia che da bambino sapevi a memoria, che te l’avevano insegnata a scuola, e che avevi imparato con fatica, e poi te l’eri dimenticata, ma non appena la rileggi, a anni di distanza, tutto d’un tratto ti torna in mente, una parola dietro l’altra, una rima dietro l’altra, i segni di punteggiatura, gli enjambement, pure. È stato così, me lo ricordavo perfettamente, questo disco, in qualche angolo della mia testa, e quando finiva una canzone (oddio, canzone, meglio dire pezzo, via), quando finiva un pezzo, io mi ricordavo come iniziava il pezzo successivo, mi ricordavo quando entravano e uscivano gli strumenti, era una cosa che non ci avrei mai pensato, a pensarci.
Poi ho pensato, e qui ognuno potrà sostituire al mio ragionamento un disco che gli piace, che quel disco lì, per me, è un disco irripetibile, e non si riuscirà mai, nella storia, a fare un disco così, con tutte le sue sfumature e la sua potenza. Ma neanche usando gli stessi suoni, ci si riuscirebbe, neanche campionandoli. È impossibile, mi dicevo. Neanche i più bravi produttori, ingegneri del suono o chicchessia ci riuscirebbero. Bisognerebbe vedere le circostanze fortuite che hanno prodotto quel disco, e cercare di ripeterle, pensavo, ma poi mi dicevo che sarebbe impossibile, bisognerebbe tornare in quel tempo lì, in quei luoghi lì, con quelle teste lì, con quelle apparecchiature lì, ma sarebbe davvero impossibile, mi dicevo, sarebbe impensabile. Per riprodurre quel disco lì, adesso, c’è un modo solo, mi son detto, l’altro giorno, mentre lo ascoltavo in macchina. Bisognerebbe in qualche modo rappresentarlo, bisognerebbe metterlo dentro un computer, il proprio computer, ed estrarne il contenuto, e convertirlo in un formato suonabile dal computer, e quella, quella sarebbe una rappresentazione del disco, e si potrebbe distribuirla, distribuirla gratuitamente o venderla, non so se i legali di quelli che han fatto il disco originale sarebbero d’accordo, però a rigor di logica si potrebbe, perché quello non sarebbe il disco originale, sarebbe una sua rappresentazione, una specie di sua immagine, come l’immagine di una pipe che non è una pipe, di Magritte, e in quel modo lì si potrebbe dire che quel che io vendo, o distribuisco gratuitamente, non è affatto il disco Tri Repetae degli Autechre, ma la rappresentazione del disco Tri Repetae degli Autechre fatta dal computer di Alessandro Bonino, che sarebbe uguale, bit più bit meno, all’originale, ma non sarebbe lo stesso disco. Sarebbe una cosa diversa, ve lo farei ascoltare nella mia esecuzione, ma non posso mica, ché voi lo sapete come sono i legali delle case discografiche, son delle brutte bestie, cosa ci volete fare, uno ha un’idea fantastica, e loro ti legano le mani. Che vita.

18 Comments

  1. khenzo

    Formidabile quel disco. Mi hai fatto venir voglia di riascoltarlo

  2. Mitì

    Bello, nì. :-*

  3. Federico

    Mi scuserete per la caduta musicale, ma a me il pezzo mi fila con “To the faithful departed” dei Cranberries. Che bello, il post intendo.

  4. uomodelmare_2

    se non sbaglio hai messo quel cd in un sacchetto e lo hai appeso alla mia porta a margarita. io son arrivato da savona e l’ho trovato lì. come in una fiaba

  5. docpap

    Pensa che alcuni giorni fa son finalmente riuscito a recuperare il primo album dei Ladri di biciclette e, mentre lo ascoltavo, ho pensato la stessa cosa: che a distanza di 20 anni mi ricordavo perfettamente le strofe, le parole, gli attacchi degli strumenti.
    Anche le canzoni più brutte mi ricordavo.
    Che la mente umana è davvero qualcosa di incredibile.
    Ecco, io mi son fermato a ‘sto pensiero 😉

  6. mastrangelina

    quindi se io non dovevo scappare a corsa assistevo alla nascita di questo post qui?

  7. baotzebao

    Oh ! Ma non basta. Doppio Oh !

  8. Franco

    Con questa musica ci pogo, lento, ma ci pogo.

  9. quandononsivuoleaprirelaporta

    Io penso che la cosa davvero irripetibile sia il nome Tri Repetae degli Autechre ! Ma quando hai vissuto, nel paleolitico? Da dove escono mai questi tizi? 🙂 guarda bene, forse nella tua cameretta c’è ancora pure la fetta di mortadella slappata dal cane Sdlataperranenpratà nel 1980!!! ;P

  10. signoradicampagna

    tanti libri, cd, pc,chitarra, tromba strumenti vari, ma ti assicuro mortadella no, non c’è proprio.

  11. B

    Questo post è bello e molto pieno di cose, e non perchè è lungo: è proprio pieno densissimo di cose (che non dico Spunti perchè non va più di moda, e ci sto attenta a queste cose certe volte). Leggendolo, questo post lungo ma non barboso, ma anzi bello un bel po’, io mi sono fermata a Atom heart mother con la memoria nella tavernetta della casa dei miei, col vecchio stereo e altre cose che ci sono ancora, credo. Però a tutti quelli che io ho tentato di dire Stai attento qui che adesso c’è la tromba, attento qui che ci sono gli archi e senti qui che adesso cambia (che Summer 68 è una cosa che non c’ha eguali, secondo me), tutte queste volte secondo tutti io ho annoiato tutti e li ho annoiati più della mucca stessa. Non ci avrei mai pensato di ascoltare l’altro disco che ti ha segnato la vita per sempre, Alessandro, e che io non conosco nella sua versione originale e che magari non ascolterò (perchè va bene che mi interessa tutto quello che ci dici, ma non è che posso anche mettermi a cercare dei pezzi che non lo so ecco), però ne ho letta una tua rappresentazione adesso, via parole, via internet. Quello non è un disco, tanto quanto la pipa non è una pipa, e allora io decido che è il racconto di un disco e di un pezzo di un disco e della sua storia nella tua, di storie. Ad esempio, non so se può valere, come esempio.

  12. Magica

    Bellissimo questo post !

  13. ms.spoah

    Lo sto ascoltando adesso, ché io mai-sentiti-manco-nominare (he). Non so come dire, ma m’inchioda, tipo che non vuoi che finisca, circa.

  14. Bill Lee

    io la terza volta che salgo in macchina e sento lo stesso cd inizio a gridare bestemmie.
    Il cd si cambia tutti i giorni, ne ho comprati un sacco e devo ascoltarli tutti regolarmente sennò si offendono.

  15. werter

    ficus.e ricordo anche quella copertina, in quella camera, in quel lettore ciddì. e io che ti chiedevo, echissò questi?! e tu dicevi “lascia perdere, questi non a te intanto non piacciono…”

    e poi mi sono piaciuti! 😉

    metto il link al pezzo su Culture Club 51

  16. will74

    Cd? ah che bei ricordi….ne ho ovunque ormai sbiaditi…io sono passato alle chiavette usb in cui metto e tolgo canzoni a giga 😛

  17. gerri

    certo sapessi cos’è un enjambement… 😉

  18. Arthur Cravan

    Che bello quel disco, io però ho le stesse sensazioni ma per Amber. Ma non sei stato a vederli in concerto? Una settimana fa erano in italia. Luci spente e musica, e basta.

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