Appesi alla recinzione di rivendite di pellet e laterizi c’erano le uova di pasqua che l’associazione dei commercianti del paese aveva fatto mettere; solo che era piovuto, e pasqua era passata, e le uova di pasqua, probabilmente ripiene di polistirolo e ricoperte di carta colorata, erano un po’ stinte, scolorite: da rosse, gialle, verdi, arancioni, rosa e blu che probabilmente erano state, stavano tendendo tutte allo stesso colore, uno spiacevole color entropia, che è tipo il color caffelatte ma con un nome molto più, come si dice, cool.
C’era la mia macchina, la stavo andando a prendere, c’era la mia macchina dal gommista, ma quando sono arrivato era ancora lì su, sul ponte, senza ruote, e a vederla da lontano era un sogno d’infanzia, una navicella spaziale sospesa nel vuoto, tutta bombata e senza ruote, pronta a partire per chissà quale viaggio cosmico.
E io ero lì, con la mia borsa pesante, che ero appena saltato con tutti e due i piedi in una pozzanghera.
Tipo DeLorean insomma
e il colore della pozzanghera, anche il colore della pozzanghera, era di uno spiacevole color entropia, tipo color caffelatte ma non proprio come il caffelatte?
insomma una ròba simile, ma non uguale.
dai che va di moda ultimamente saltare nelle pozzanghere di fango!
anche la pozzanghera mi sa che era quel colore lì, mi sa più scuro, ma tendeva, di sicuro tendeva.