Tu, che mi stai leggendo, sì proprio tu.
Non girare la testa a veder se sto indicando qualcun altro, sto indicando proprio te.
Lo so che ti stai dicendo, chi io?
Sì, tu. Proprio tu.
Tu che hai un blog, che hai appena fatto un post senza riflettere, tu che sulla scia della commozione non ti sei posto nessuna domanda.
Chiediti perché.
Chiediti perché ne han parlato così tanto.
E chiediti perché ne hai parlato anche tu.
Chissà se sai risponderti.
Senza acrimonia,
un blogger
nazionalpopolare
come te
Technorati Tags: barsportosfera
Lo so, lo so. Io me ne son fatte tante di domande. A qualcuna non so rispondere; ad altre, le più maliziose e carogne, sì. Che a pensar male si fa peccato, ma si azzecca molto spesso.
Mi son voluto fare meno male del previsto, copiando un commento di un blogger. Così non faccio nemmeno vedere quello che penso veramente. Sono un mago, vero? 😛
perchè, cioè…insomma……
ecco ora io…boh…non saprei..però…ma dai…sarà…
Ne ho parlato perchè sono indignata, e avevo bisogno di sfogarmi.
Tanto è vero che non ho parlato tanto del fatto, quando dell’informazione sul fatto. E i limiti che dovrebbe porsi.
Molto bello il tuo post, comunque.
Fa riflettere sul serio!!
io non ho un blog, ne ho parlato però, ho anche tanto pensato, e ti giuro ci sto ancora pensando. oggi per pensare ad altro mi son messa al sole e ho letto “zorro” di
margaret mazzantini. bellissimo. da leggere,rileggere e rifletterci su.
In realtà, di post sull’argomento,
non ne ho messi…
Riflettere, ho tentato,
anche se un po’ frastornato
dalla solita retorica pornografica dei media,
ho litigato con mia madre, perfino, che lei sì,
sull’onda della commozione,
da brava maestra in pensione,
da ieri sera non parla d’altro,
e straparla…
Lei sì, che si chiede perché,
che non capisce, e si preoccupa.
Io mi preoccupo, e non da oggi,
perché sento solo una grande nausea,
l’indignazione per l’indignazione forcaiola,
lo strepito giornalistico e il voyeurismo nazionalpopolare,
il falso dolore esibito, le solite volgari strumentalizzazioni,
il solito morboso sciacallaggio.
In tutto questo avverto,
e ciò davvero mi preoccupa, un’assenza,
anzi un’abitudine all’assenza,
di emozioni sincere, di partecipazione vera,
di quello che una volta si sarebbe chiamato
muto dolore.
Un po’ le stesse cose, pensavo, e sentivo, l’anno scorso, di questi tempi…
Perché quando? Scusa ma sembra un post alla “Quelo”…
Non ne ho parlato. Ho vomitato qua e là commenti inutili e linkato una vignetta abbastanza espressiva sul mio blog. Affronto il silenzio.
Non riesco a pensarci, figurati a scriverne.