boh, io non ero normale: mi piaceva disegnare. mi piaceva il disegno tecnico (tecnigrafo, compasso, portamina da 05 e rapidograph) e volevo fare il disegnatore meccanico. ora lo faccio, ma penso che sarebbe stato meglio voler fare l’astronauta.
a me questo racconto invece ha provocato una enorme tristezza dentro perchè mi ha fatto venire in mente che io, tutto brizzolato, mica ancora so bene che cosa voglio fare.
io volevo fare l’architetto. il mio vicino di banco voleva fare il medico. io ce l’ho fatta, lui no. io me ne sono pentito, lui no. (è una storia vera).
Io e la mia vicina di banco, tutt’ora mia grande amica, volevamo fare le architette, io ci sono riuscita, lei no.
Io dovrei pentirmene ma non ci riesco, lei non se ne è pentita affatto (di non avere concluso) ma lavora in una libreria del centro e, di questo, si è pentita.
Io mi pento, tu ti penti, egli si pente…
Io da bambina non lo sapevo mica bene cosa volevo fare da grande. Sapevo solo che assolutamente non volevo fare la maestra.
E ce l’ho fatta.
A non fare la maestra, dico.
io da piccola sono scappata di casa perché volevo andare a scuola. quella volta lì mi ha riacchiappata il portiere e mi ha riportata a casa, me e la cartella di mia sorella che mi ero rubata.
poi a cinque anni ci sono andata per davvero e non sono più riuscita a uscirne, e ormai il portiere è morto.
Io vorrei chiedere a palla di lardo chi glielo ha messo quel nome, se la mamma ò il papà perchè uno con un nome così io ci credo che da piccolo volesse fare l’adulto e voglio anche dire a palla di lardo che io sono molto solidale con lui per la crudeltà dei suoi natali e che mi vorrei attivare per trovargli un’occupazione. Da piccola volevo fare l’occupante.
B:
Il nome me l’ha messo il gatto. Per ripicca perché chiamato a sua volta dai miei genitori “palla di pelo”. Credo che sto pagando per colpe non mie… e comunque da quel momento ho capito che i gatti sono crudeli, ancora più degli adulti. E’ per questo che non sarò mai ne un adulto, ne tanto meno un gatto.
Beh sai palla di lardo da piccola e anche dopo a me i miei amici mi chiamavano gagendra che secondo te erano miei amici poi eh? Comunque qui da Alessandro è tutto così sincero che io ho dovuto dirtelo a te, palla di lardo, questo mio racconto umiliante, anche perchè i bambini sono ancora più crudeli degli adulti e allora uno cosa deve fare da piccolo, sognare di essere non-piccolo e non-adulto? E poi anche i cani sono crudeli secondo me, che tu gli dai un nome bello di fantasia e loro lo rifiutano e anche i pesci sono crudeli che ti vanno a morire sul più bello che tu dici C’ho un bell’acquario venite tutti a casa mia? Non vedo l’ora che venga domani che questi ragionamenti sull’infanzia adulta mi han proprio rattristato ecco e io ti ammiro tanto per la tua decisione coraggiosa, ti auguro ogni bene.
Io non so cosa sognasse di diventare il mio architetto e nemmeno so se è pentito. Certo che stronzo lo è diventato di sicuro e come le sparava lui le balle facendomi passare per cretino! Che brutto periodo della mia vita.
secondo me più che di fare l’architetto noi maschietti pensiamo di fare architettura al politecnico perchè tutte le ragazze vanno li. poi invece finisce che gli va buca perchè le ragazze guardano quelli di ingegneria e allora restano male. e i casi sono due: o pensano che era meglio fare l’astronauta oppure diventano l’architetto di maeandro.
scontrino piu’ scontrino meno l’artigiano elettricista italiano medio potrebbe permettersi un viaggio sull’aereoplano spaziale che ha costruito il commerciante di dischi… l’astronauta non se lo puo’ permettere: per andarci deve lavorare 🙁
da piccola volevo fare la cavallerizza nel circo. volevo un giubbino e stivaletti di camoscio bianco con le frange dorate e pure un cavallino bianco tutto mio.
adesso faccio il rianimatore.
be’ in fondo sei stata coerente, fai sempre scintille…
ci vedo un nesso tra animare cavalli da piccola e rianimare umani da adulta, il senso del magico non è del tutto perso…anzi è più che mai reale. Complimenti!
io volevo una bicicletta.
era il mio sogno.
poi un giorno mamma mi portò una bici con i cerchioni in legno.
era più grande di me.
a mamma fu regalata da un impiegato in uno degli uffici in cui lavorava come donna delle pulizie.
mamma era una brava donna.
è inutile che fate i cornuti e le troie.
dormivo con la bici vicino al letto.
una mattina non c’era più.
la bici, dico.
piansi fino a quando non sono morto.
ma però ero contento.
secondo me quando muori e sei contento perchè si è realizzato un sogno non importa che muori.
in questi casi la morte è uno splendore.
infatti gli altri che mi guardavano erano stupefatti dallo splendore.
forse erano disperati, dite.
ma che, siete i soliti pessimisti che vedono nero, tutto.
provare per credere.
certo,avevo gli occhi gonfi e una sfaccimma di fame.
si, penso che se morivo con la pancia piena ero più bellissimo. il superlativo è sconsigliabile ma in certe occasioni particolari è bellissimo. anzi, bellissimissimo.
Tendo a volerti bene, oggi
Rimpianti : uno dei due è un fallito (le cose corte sono sempre eccessive)
Il Many voleva fare il bambino virtuale e ha avuto successo, secondo me. ?
Ma quanto è triste questo post?
E comunque… non dar retta alla gente: le dimensioni contano.
astronomia, era questo il mio sogno.
mi sono fermata in una notte d’estate davanti agli anelli di saturno.
boh, io non ero normale: mi piaceva disegnare. mi piaceva il disegno tecnico (tecnigrafo, compasso, portamina da 05 e rapidograph) e volevo fare il disegnatore meccanico. ora lo faccio, ma penso che sarebbe stato meglio voler fare l’astronauta.
io, invece, da piccolo volevo farmi un astronauta.
ti è andata bene, a quanto vedo.
khenzo, ecco, vedi la differenza: io ti voglio bene sempre.
B. ecco, ecco. era questo.
… mi devo preoccupare? 🙂
Beh, conoscere un elettricista è sempre utile e poi tu fai l’argonauta 😉
a me questo racconto invece ha provocato una enorme tristezza dentro perchè mi ha fatto venire in mente che io, tutto brizzolato, mica ancora so bene che cosa voglio fare.
L’erba del vicino è sempre più verde.
Non basta avere la testa fra le nuvole per fare l’astronauta?
io volevo fare lo scienziato perché mi piaceva Quark.. ho capito dopo che volevo in realtà fare il documentarista… e faccio l’informatico… che vita! 😐
io volevo fare l’architetto. il mio vicino di banco voleva fare il medico. io ce l’ho fatta, lui no. io me ne sono pentito, lui no. (è una storia vera).
Io da piccolo volevo diventare grande e basta. Adesso sono solo basta.
io da bimba volevo essere grande, e purtroppo ci sono riuscita. ora da grande voglio tornare piccola, e sto avendo delle difficoltà.
Io e la mia vicina di banco, tutt’ora mia grande amica, volevamo fare le architette, io ci sono riuscita, lei no.
Io dovrei pentirmene ma non ci riesco, lei non se ne è pentita affatto (di non avere concluso) ma lavora in una libreria del centro e, di questo, si è pentita.
Io mi pento, tu ti penti, egli si pente…
Io da bambina non lo sapevo mica bene cosa volevo fare da grande. Sapevo solo che assolutamente non volevo fare la maestra.
E ce l’ho fatta.
A non fare la maestra, dico.
Brava cica. Pensare che ci sono tante maestre che non ci sono riuscite a non diventarlo.
Volevo fare il bambino… poi son cresciuto.
Io volevo fare l’adulto. Ci sono anche riuscito, ma non faceva per me e mi sono licenziato. Sono felicemente disoccupato.
io da piccola sono scappata di casa perché volevo andare a scuola. quella volta lì mi ha riacchiappata il portiere e mi ha riportata a casa, me e la cartella di mia sorella che mi ero rubata.
poi a cinque anni ci sono andata per davvero e non sono più riuscita a uscirne, e ormai il portiere è morto.
Io vorrei chiedere a palla di lardo chi glielo ha messo quel nome, se la mamma ò il papà perchè uno con un nome così io ci credo che da piccolo volesse fare l’adulto e voglio anche dire a palla di lardo che io sono molto solidale con lui per la crudeltà dei suoi natali e che mi vorrei attivare per trovargli un’occupazione. Da piccola volevo fare l’occupante.
B:
Il nome me l’ha messo il gatto. Per ripicca perché chiamato a sua volta dai miei genitori “palla di pelo”. Credo che sto pagando per colpe non mie… e comunque da quel momento ho capito che i gatti sono crudeli, ancora più degli adulti. E’ per questo che non sarò mai ne un adulto, ne tanto meno un gatto.
Beh sai palla di lardo da piccola e anche dopo a me i miei amici mi chiamavano gagendra che secondo te erano miei amici poi eh? Comunque qui da Alessandro è tutto così sincero che io ho dovuto dirtelo a te, palla di lardo, questo mio racconto umiliante, anche perchè i bambini sono ancora più crudeli degli adulti e allora uno cosa deve fare da piccolo, sognare di essere non-piccolo e non-adulto? E poi anche i cani sono crudeli secondo me, che tu gli dai un nome bello di fantasia e loro lo rifiutano e anche i pesci sono crudeli che ti vanno a morire sul più bello che tu dici C’ho un bell’acquario venite tutti a casa mia? Non vedo l’ora che venga domani che questi ragionamenti sull’infanzia adulta mi han proprio rattristato ecco e io ti ammiro tanto per la tua decisione coraggiosa, ti auguro ogni bene.
maahhh… com’e’ tutti questi architetti pentiti? tutti astronauti mancati immagino…
Io non so cosa sognasse di diventare il mio architetto e nemmeno so se è pentito. Certo che stronzo lo è diventato di sicuro e come le sparava lui le balle facendomi passare per cretino! Che brutto periodo della mia vita.
tanto per precisare, l’architetto di maeandro non ero io. nemmeno lo conosco, maeandro.
ah, pensavo.
secondo me più che di fare l’architetto noi maschietti pensiamo di fare architettura al politecnico perchè tutte le ragazze vanno li. poi invece finisce che gli va buca perchè le ragazze guardano quelli di ingegneria e allora restano male. e i casi sono due: o pensano che era meglio fare l’astronauta oppure diventano l’architetto di maeandro.
Non ho mai saputo i sogni dei miei compagni di banco, volevano subito cambiare posto.
orio, sii serio!
io sognavo di non fare un cazzo … lui ce l’ha fatta
scontrino piu’ scontrino meno l’artigiano elettricista italiano medio potrebbe permettersi un viaggio sull’aereoplano spaziale che ha costruito il commerciante di dischi… l’astronauta non se lo puo’ permettere: per andarci deve lavorare 🙁
da piccola volevo fare la cavallerizza nel circo. volevo un giubbino e stivaletti di camoscio bianco con le frange dorate e pure un cavallino bianco tutto mio.
adesso faccio il rianimatore.
be’ in fondo sei stata coerente, fai sempre scintille…
ci vedo un nesso tra animare cavalli da piccola e rianimare umani da adulta, il senso del magico non è del tutto perso…anzi è più che mai reale. Complimenti!
io volevo una bicicletta.
era il mio sogno.
poi un giorno mamma mi portò una bici con i cerchioni in legno.
era più grande di me.
a mamma fu regalata da un impiegato in uno degli uffici in cui lavorava come donna delle pulizie.
mamma era una brava donna.
è inutile che fate i cornuti e le troie.
dormivo con la bici vicino al letto.
una mattina non c’era più.
la bici, dico.
piansi fino a quando non sono morto.
ma però ero contento.
secondo me quando muori e sei contento perchè si è realizzato un sogno non importa che muori.
in questi casi la morte è uno splendore.
infatti gli altri che mi guardavano erano stupefatti dallo splendore.
forse erano disperati, dite.
ma che, siete i soliti pessimisti che vedono nero, tutto.
provare per credere.
certo,avevo gli occhi gonfi e una sfaccimma di fame.
si, penso che se morivo con la pancia piena ero più bellissimo. il superlativo è sconsigliabile ma in certe occasioni particolari è bellissimo. anzi, bellissimissimo.