un blog che parla di niente

Accessi di trombonismo.

Ieri, parlando, mi hanno chiesto se avessi mai letto un libro di Pontiggia. Ho risposto che, no, non lo avevo mai letto, quel libro lì, di cui adesso non ricordo neanche il nome, però mi son ricordato, ma non l’ho detto, che quando avevo 19 anni mi avevano convinto ad andare ad un incontro con Pontiggia, e Pontiggia, in questo incontro, aveva detto che lui dei romanzi leggeva solo le pagine dispari, e che le pagine pari se le inventava. Diceva Pontiggia che poi, con questo sistema, il romanzo che ne usciva, mezzo letto e mezzo inventato, era molto più bello di quello che poi in realtà c’era nel libro. Mi ricordo che quel giorno lì mi son detto che dovevo stare attento, nel mio futuro, a non leggere mai un libro di Pontiggia, mi ricordo che mi son detto Che trombone, ma non l’ho detto.
Poi invece adesso mi sa che lo leggo, quel libro lì, cerco su internet che libro è, e lo leggo, ché m’han detto che mi interessa, e poi, ho pensato ieri, Povero Pontiggia, era vecchio, magari gli è venuto un accesso di trombonismo lì per lì, magari ha scritto dei libri belli e io non li leggerò mai perché l’unica cosa che mi ricordo di lui è un accesso di trombonismo. Via, mi son detto, perdoniamolo.

15 Comments

  1. bloggo

    Pontiggia, se devo pensare alla sua scrittura, mi vien da dire che è una scrittura aforistica. adesso aforistico non so nemmeno se esiste come parola, però ecco sembra sempre che in due righe ti dice come va il mondo. secondo me, a una certa età, sapere come va il mondo è anche una cosa bella infatti io quando ero un bimbo felice mi son piaciuti tantissimo i libri di Pontiggia, adesso che non credo in niente, non saprei. mentreinvece te che sei ancora un ragassino che saltella in giro secondo me ti può essere utile. bravo.

  2. Manina Effe

    Leggi solo le pagine dispari e inventati le pagine pari del libro di Pontiggia, così sarà molto più bello.

  3. cacioman

    Perdonalo e leggi “Vite di uomini non illustri” (prima di “Nati due volte”). Forse il metodo “Una pagina sì e una no” è da applicare a “Una morte in banca”.

  4. Paul Gatti

    Potresti leggere solo le pagine a numeri primi. Oppure la tabellina del cinque. Oppure ancora solo le pagine dove la prima lettera è una vocale. O solo quelle di carta. Insomma, puoi sperimentare.

  5. maeandro

    E’ un metodo che applico sempre anch’io. Su tutto, a partire dai blog: ne leggo una riga si ed una no. Ci capisco poco ma mi perdono lo stesso.

  6. leonardo

    ma si’ non lo sapevo di questa cosa, ma lo perdonerei anche io. fai bene a perdonarlo. non lo vuoi perdonare? ma cosa non lo vuoi perdonare a fare? ma perdonalo! 🙂

  7. gianfranco

    C’era un autore – come si chiama, voi lo sapete di sicuro – secondo cui per capire se un libro è bello o brutto basta leggere la prima e l’ultima parola. Se stanno bene insieme, il libro è bello.

  8. lo Zio Giorgio

    Io non lo perdonerei: non è un trombonismo, è una stronzata disgustosa, e non so perchè ma me la immagino in bocca a qualcuno tipo Michele Placido. O il mago Silvan.
    Io non lo perdonerei affatto.

    P.S. Bloggo@ scrittura aforistica…bello! Mi fa venire in mente “L’uomo del treno”, in cui tutti i dialoghi sono costituiti da frasi scolpite nel parmigiano reggiano (cionondimeno il film secondo me è molto bello, ancorchè trombonisticologico).

  9. myheart

    dovresti seguire il suo consiglio ma leggere, di Pontiggia, solo le pagine che ti devi inventare, così impara a essere così trombone

  10. myheart

    mi è scappato un “invio”
    volevo dire che così ti eviti pure di comprarlo, il libro di Ponti

  11. effemmeffe

    Che poi, con quel sistema, come si fa a sapere che il romanzo che ne esce, mezzo letto e mezzo inventato, è molto più bello di quello che poi in realtà c’è nel libro, se quello che c’è nel libro non lo si è letto?

  12. NostraDannus

    Consiglio letture sulle pagine destre (pari?) per esaltare il Trombonismo, mentre raccomando quelle sinistre (imPari?) per accendere le Sviolinate. Ai critici converrà lasciare le mezze seghe (Segovia?): “L’arte della fuga – Adelphi.”.

  13. Emma

    beh, però trombonismo o non trombonismo, a me “vite di uomini non illustri” è piaciuto molto.
    mi ricorda un po’, ora che ci penso, “I sillabari” di Parise, che mi è piaciuto molto pure.
    non so come fosse messo Parise, a trombonismo.

  14. myheart

    @ effemmeffe
    vero! e infatti oltre che trombone Ponti è proprio un deficiente se ha detto veramente quello che Alessandro ricorda.
    che qua Ale si sta prendendo una grossa responsabilità, perchè ne vale della reputazione di Ponti e della sua gloria futura!

  15. sunofyork

    io di pontiggia non ne leggerei nemmeno una pagina e immaginerei la trama dal titolo, vuoi vedere che lo adoro come scrittore?

    sun

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